Il personaggio
Un percorso professionale e intellettuale a ostacoli, quello dell’avvocato Edoardo Longo, nato a Sacile nel 1958 e residente a Pordenone. Conseguita la maturità classica al liceo Don Bosco nel 1977, si è laureato in giurisprudenza all’Università di Trieste con una tesi in diritto processuale penale molto critica verso la legislazione cosiddetta “d’emergenza” degli anni ’70 e ’80 e dal titolo “Il pentimento del reo e i suoi riflessi sulla giustizia penale” nonché con una tesi in diritto penale sul tema de “I delitti contro l’integrità della stirpe”.
Avvocato dal 1990 dopo essere stato patrocinatore legale dal 1984 al 1990 e vicepretore onorario nella pretura di Pordenone dal 1986 al 1991, dal 2003 è iscritto all’albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio in Corte di cassazione e nelle giurisdizioni superiori.
La sua specializzazione in processi penali, a suo dire, da quanto compare nel suo blog on line, «è la fonte di una serie di pesanti ritorsioni da parte di lobbies che non amano “intralci” nelle loro operazioni».
Oltre che per la professione forense, a fine 2009 era comparso in aula come vittima di molestie da parte di una ex cliente serba che pretendeva la restituzione di una parcella. Per motivi disciplinari, invece, era stato sospeso dall’Ordine degli avvocati per due mesi, fino a marzo scorso; in precedenza era stato multato (aveva fatto appello e condonato) per diffamazione per alcune affermazioni contenute nel suo libro “Toghe e forchette” mentre la Corte d’appello aveva annullata una condanna per tentata violenza privata.
Discussa la pubblicazione dal titolo “Toghe e forchette. La giustizia secondo l’ordine forense” che riportava le sue vicissitudini professionali, innumerevole l’elenco delle pubblicazioni con cui ha collaborato.
Ideatore della collana editoriale “I libri del frassino” delle edizioni Il Cavallo Alato, ha curato con propri interventi l’antologia “Il regno perduto” e alcuni saggi monografici nonché, si legge sul suo blog, “Autodifesa. Anatomia di un processo politico”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Avvocato dal 1990 dopo essere stato patrocinatore legale dal 1984 al 1990 e vicepretore onorario nella pretura di Pordenone dal 1986 al 1991, dal 2003 è iscritto all’albo speciale degli avvocati ammessi al patrocinio in Corte di cassazione e nelle giurisdizioni superiori.
La sua specializzazione in processi penali, a suo dire, da quanto compare nel suo blog on line, «è la fonte di una serie di pesanti ritorsioni da parte di lobbies che non amano “intralci” nelle loro operazioni».
Oltre che per la professione forense, a fine 2009 era comparso in aula come vittima di molestie da parte di una ex cliente serba che pretendeva la restituzione di una parcella. Per motivi disciplinari, invece, era stato sospeso dall’Ordine degli avvocati per due mesi, fino a marzo scorso; in precedenza era stato multato (aveva fatto appello e condonato) per diffamazione per alcune affermazioni contenute nel suo libro “Toghe e forchette” mentre la Corte d’appello aveva annullata una condanna per tentata violenza privata.
Discussa la pubblicazione dal titolo “Toghe e forchette. La giustizia secondo l’ordine forense” che riportava le sue vicissitudini professionali, innumerevole l’elenco delle pubblicazioni con cui ha collaborato.
Ideatore della collana editoriale “I libri del frassino” delle edizioni Il Cavallo Alato, ha curato con propri interventi l’antologia “Il regno perduto” e alcuni saggi monografici nonché, si legge sul suo blog, “Autodifesa. Anatomia di un processo politico”.
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http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/05/26/PN_01_PNA3.html
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