venerdì 12 aprile 2013

Udine, la vittima: non mettete più le mani nel mio portafoglio



Per il gip le due 15enni non volevano uccidere


 Mirco Sacher

 Le due ragazze che si sono accusate dell'omicidio di Udine in un fermo immagine da un video di sorveglianza che le ritrae con l'uomo ucciso

 Udine, luogo del ritrovamento del cadavere di un uomo



"Non voglio che mi mettete più le mani nel portafoglio". E' la frase che Mirco Sacher avrebbe detto alle due ragazzine, mentre pagava alcune bottiglie di vino in supermercato domenica mattina. La frase è riportata nell'ordinanza di convalida del fermo, come è stata riferita dalla cassiera sentita come persona informata dei fatti.
Le due quindicenni avrebbero reagito a un approccio sessuale da parte di Mirco Sacher e per reazione lo hanno aggredito causandone la morte. Ma la loro intenzione non era quella di uccidere. Per quanto gli investigatori non escludano un movente diverso - un possibile ricatto all'uomo da parte delle due ragazze - il gip del tribunale dei Minori di Trieste, Laura Raddino, è convinta che la morte del pensionato delle ferrovie dello stato sia stato conseguenza di un omicidio preterintenzionale. Un omicidio, dunque, non voluto.
E' quanto emerge dopo la convalida del fermo, la cui udienza si è tenuta oggi nella struttura protetta sul carso triestino dove si trovano le due imputate. Al momento il gip esclude l'esimente della legittima difesa perché le ragazzine sarebbero potute scappare, anziché aggredire l'uomo e, appunto, causarne il decesso.
Le convinzioni del gip sono racchiuse nell'ordinanza con cui ha disposto il collocamento in due distinte comunità per minori, per due mesi. Per ora le ragazze restano a Trieste, in attesa che il ministero indichi le strutture idonee ad ospitarle, probabilmente in Veneto o in Lombardia. Per i legali delle ragazze, intenzionati a seguire la linea della legittima difesa, la decisione del giudice è un primo "grandissimo risultato", ha commentato l'avvocato Federica Tosel.
Oltre ad escludere, allo stato, l'omicidio volontario, nel disporre la misura cautelare, il giudice non avrebbe preso in considerazione il furto o la rapina dell'auto e del bancomat del pensionato. Il gip non ha condiviso invece la tesi della Procura che sarebbe più orientata a seguire un movente 'economico' del delitto. Nel corso dell'udienza di convalida, in cui le due quindicenni si sono avvalse della facoltà di non rispondere, il pm Chiara Degrassi avrebbe sostenuto infatti che le due volevano derubare il pensionato. Tra le righe, avrebbe lasciato intendere la possibilità di un ricatto. Le indagini sembrano più orientate proprio verso questo filone. Ovvero quello di un ricatto, forse addirittura un'estorsione, magari anche a sfondo sessuale. Qualcosa potrebbe essere andato storto, in maniera diversa dal solito, si vocifera in ambienti investigativi. E qualcuno, un testimone che forse conosce bene le due quindicenni al punto tale da avere contezza delle loro confidenze più segrete, potrebbe essersi fatto avanti con gli inquirenti per svelare nuovi retroscena.
(ANSA)


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