sabato 1 giugno 2013

Ruby in tribunale a Milano per testimonianza

Raffica di 'non ricordo'. 'Io mai balli erotici ad Arcore. Mai detto a Pasquino di sesso con Cav'


 Ruby



Secondo round della testimonianza per Ruby nel processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. La giovane marocchina  sta riempiendo la sua testimonianza di moltissimi "non ricordo" e "non so".
Il pm, ad esempio, le ha contestato di aver lasciato un numero inesistente all'agenzia di Lele Mora e le ha chiesto quale fosse il motivo. La ragazza ha risposto: "non ricordo". E alla domanda "Ha dormito ad Arcore da sola, senza altre ragazze, il 9 marzo 2010?" lei ha risposto con un altro "non ricordo".
La giovane marocchina aveva gia' deposto nell'udienza di una settimana fa e oggi ha continuato a rispondere alle domande dei pm e poi a quelle delle parti civili e delle difese. Nella scorsa udienza Ruby aveva negato di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi e di aver preso 4,5 milioni di euro dall' ex premier.
I sette mila euro di cui Ruby denunciò il furto il primo maggio 2010 "venivano dalle buste che ci dava il presidente, a volte con 2 mila o 3 mila euro, quando andavamo alle serate" ha spiegato Ruby. "I soldi li portavo in borsa, perché vivevo con delle ragazze e non mi fidavo". Quel giorno, dopo la denuncia di Ruby, un carabiniere riuscì ad arrestare il ladro recuperando 5.500 euro e restituendoli alla ragazza.
"La mia memoria può fallire, perché a differenza delle intercettazioni io non sono uno strumento" ha risposto Ruby al pm di Milano Antonio Sangermano che le ha posto diverse domande basate sui tabulati telefonici e a cui la ragazza ha spesso replicato con dei "non ricordo". In particolare in quel momento il pm le stava chiedendo per quale ragione il 26 maggio 2010, il giorno prima dell'ormai famosa notte in questura, avesse chiamato il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli.
"La mia memoria può fallire, perché a differenza delle intercettazioni io non sono uno strumento" ha risposto Ruby al pm di Milano Antonio Sangermano che le ha posto diverse domande basate sui tabulati telefonici e a cui la ragazza ha spesso replicato con dei "non ricordo". In particolare in quel momento il pm le stava chiedendo per quale ragione il 26 maggio 2010, il giorno prima dell'ormai famosa notte in questura, avesse chiamato il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli.
Ruby ha poi negato di aver detto a Caterina Pasquino, l'amica con cui condivideva l'appartamento di via Settala, di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi.
La giovane marocchina, rispondendo al pm Antonio Sangermano, ha negato anche di essersi mai "vantata" con l'amica di aver fatto sesso con l'ex premier, smentendo le stesse dichiarazioni che la Pasquino ha messo a verbale. "Insomma, lei esclude anche si essersi inventata di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi?", le ha chiesto il pm. "Escludo", è stata la risposta di Ruby.
I cinque verbali resi tra luglio e agosto 2010 ai pm di Milano sono "una cavolata". E' il refrain che Ruby sta usando anche oggi nel rispondere alle domande e soprattutto alle contestazioni. "Prima avevo raccontato le cavolate e mi dispiace di averlo fatto. Oggi sono qui per dire la verità", ha detto la ragazza che ha negato peraltro di essersi esibita in balli erotici ad Arcore.
Al pm di Milano Antonio Sangermano che le ha chiesto se abbia mai avuto "trattative con Berlusconi per ricevere soldi a prescindere dai rapporti sessuali che lei ha negato", Ruby ha risposto con un secco "no", ribadendo di avere avuto i 30 mila euro per il progetto del centro estetico e nient'altro, a parte le buste nelle serate di Arcore. E quando il pm le ha contestato l'appunto sequestrato con cifre come "4,5 milioni da B" e "170 mila euro conservati da Spinelli", la marocchina ha spiegato ancora una volta che era solo "una forma di vanto" per farle vedere "alle ragazze che venivano a casa mia". 
'MIE BUGIE UGUALI A TESTIMONIANZE? SOLO COINCIDENZE' - "Solo coincidenze". Così Ruby ha risposto al pm di Milano Antonio Sangermano che le ha fatto notare come in alcuni casi i suoi racconti messi a verbale nell'estate 2010 abbiano trovato riscontro nelle testimonianze di qualche ragazza sui presunti festini a luci rosse ad Arcore. Racconti che oggi in aula la giovane marocchina ha più volte 'bollato' come "cavolate, panzanate, fandonie, bugie e balle".
(ANSA)

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