domenica 30 giugno 2013

In Italia sfila l'orgoglio, sognando gli Usa

Pride in cinque capoluoghi, ai cortei partecipano i sindaci


 La manifestazione di Milano

Sfila ancora in Italia l'orgoglio omosessuale, che dopo il Pride di Palermo e Roma del 15 giugno ha visto colorati cortei in cinque capoluoghi, sindaci in testa. Con un occhio agli Usa, dove dopo la sentenza della Corte Suprema sulle nozze gay oggi è arrivato anche il via libera della Corte d'appello della California. Le buone notizie americane fanno esultare la comunità gay italiana ma allo stesso tempo sottolineano lo stallo nei progressi sui diritti delle persone omosessuali e trans nel nostro Paese. "In Italia non possiamo essere certamente un gradino sotto la democrazia Usa" commenta Franco Grillini, ex deputato e storico esponenti della comunità omosex italiana.
"Un po' di coraggio farebbe soprattutto bene al Pd e al paese - aggiunge partecipando al Pride di Bologna - visto che proprio dalla garanzia universale dei diritti dipende la prosperità e la modernizzazione di una nazione". Sempre nel corteo bolognese, la capogruppo in Comune di Sel Cathy La Torre si è presentata con una maglietta fucsia con scritto: "Sposami, sono americana".
Nel capoluogo emiliano hanno sfilato in diecimila e dal palco ha parlato il sindaco, Virginio Merola: il riconoscimento dei matrimoni gay, ha detto, "è solo una questione di tempo, non più di opportunità". La giornata è stata dedicata a Margherita Hack, che fu la madrina del Pride nazionale del 2008 che si tenne proprio a Bologna. Tra i partecipanti il presidente dello storico circolo del 'Cassero' Vincenzo Branà, il presidente onorario di Arcigay Sergio Lo Giudice (ora parlamentare del Pd) e il neocandidato alla segreteria del Pd Sergio Cuperlo. Proprio quest'ultimo ha ricordato i "ritardi seri" del Paese sul tema dei diritti civili e alla domanda se anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso debba rientrare tra queste scelte, ha risposto: "Io non ne faccio una questione lessicale, rispetto profondamente la richiesta che viene di unioni che possono essere rispettate per ciò che sono".
Sindaco in testa al corteo napoletano: "Napoli - ha detto Luigi De Magistris - è una città molto inclusiva, siamo in prima linea sui diritti civili e lo siamo anche oggi che abbiamo co-organizzato questa manifestazione. Lo siamo in particolare nel pretendere dal Parlamento di uscire dall'oscurantismo per diventare finalmente un paese laico che unisca le persone con l'unico vincolo che deve conoscere l'umanità: l'amore. Vogliamo una legge contro l'omofobia, per le adozioni e i matrimoni gay".
Corteo anche a Catania, con la partecipazione del primo cittadino dal palco. Enzo Bianco, in sede di presentazione del Pride etneo, aveva annunciato che sul piano del registro civile "Catania deve mettersi al pari delle altre grandi città".

(ANSA)

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