Wwf, 2 italiane in top 30 impianti carbone inquinanti Europa
Lanciata raccolta firme contro i combustibili fossili
ROMA - Sono due le centrali italiane nella top 30 degli impianti a carbone piu' inquinanti d'Europa. Si tratta di Brindisi Sud, al nono posto, e di Civitavecchia, al 14/mo, entrambi di proprieta' dell'Enel. Lo ricorda il Wwf, che aderisce alla mobilitazione per porre fine all'era del carbone, indetta in tutto il mondo per domani. L'associazione lancia l'allarme per l'aumento dell'uso del carbone in Italia, ''nonostante la manifesta pericolosita' di questo combustibile per il clima, la salute e l'ambiente''. E con l'occasione rilancia la grande raccolta firme contro i combustibili fossili e per le rinnovabili organizzata dal Wwf a livello internazionale.
In un contesto internazionale che va verso una forte restrizione all'uso del carbone (con misure di Obama in America, della Banca Mondiale e della Iea, l'Agenzia internazionale per l'energia), aggiunge il Wwf, in Italia si sta inoltre pianificando ''di convertire a carbone la Centrale di Porto Tolle nel Parco del Delta del Po, aprirne una nuova a Saline Joniche e ampliare quella di Vado Ligure'. Secondo il dossier Wwf 'Il carbone in Italia', pubblicato nell'ambito della campagna 'No al carbone SI al futuro', attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone. Questi impianti nel 2010 hanno prodotto circa 39.734 GWh, contribuendo all'11,6% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, apparentemente abbastanza modesti, gli impianti a carbone hanno prodotto circa 35 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a oltre il 30% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale. ''Il Wwf - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - chiede che si accantonino con decisione i progetti di nuove centrali a carbone, delle quali non c'e' alcun bisogno in un sistema elettrico che vede le centrali tradizionali gia' sovrabbondanti, con una capacita' addirittura doppia rispetto al massimo picco di domanda mai raggiunto. Anzi, vanno chiuse anche le centrali a carbone esistenti, a cominciare dalle piu' inquinanti per il clima e la salute''.
In un contesto internazionale che va verso una forte restrizione all'uso del carbone (con misure di Obama in America, della Banca Mondiale e della Iea, l'Agenzia internazionale per l'energia), aggiunge il Wwf, in Italia si sta inoltre pianificando ''di convertire a carbone la Centrale di Porto Tolle nel Parco del Delta del Po, aprirne una nuova a Saline Joniche e ampliare quella di Vado Ligure'. Secondo il dossier Wwf 'Il carbone in Italia', pubblicato nell'ambito della campagna 'No al carbone SI al futuro', attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone. Questi impianti nel 2010 hanno prodotto circa 39.734 GWh, contribuendo all'11,6% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, apparentemente abbastanza modesti, gli impianti a carbone hanno prodotto circa 35 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a oltre il 30% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale. ''Il Wwf - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - chiede che si accantonino con decisione i progetti di nuove centrali a carbone, delle quali non c'e' alcun bisogno in un sistema elettrico che vede le centrali tradizionali gia' sovrabbondanti, con una capacita' addirittura doppia rispetto al massimo picco di domanda mai raggiunto. Anzi, vanno chiuse anche le centrali a carbone esistenti, a cominciare dalle piu' inquinanti per il clima e la salute''.
(ANSA)
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