Il giovanotto impavido
Quanto ti racconto accadde nell’estate dell’anno 1950. In un
ridente paesino delle marche c’e’ un giovanotto intrepido che non ha paura di
niente e di nessuno, un sabato mentre brindavano pregustando al bar del paese
l’mminente festivita’: un gruppo di giovani locali pianificano uno scherzo al
loro impavido amico.
Lo contattano con la complicita’ del fratello chiedendogli la
dimostrazione della sua impavida personalita, quindi, se sarebbe disposto
recarsi di notte da solo nel cimitero del paese.
Non se lo fece ripetere due volte, quindi, pianifico’ la
prova per la notte del martedi successivo acconsentendo altresi’ che la
combriccola di amici potesse assisitere aldifuori del cimitero.
Poiche’ questo giovane di mestiere fa il vigile notturno,
quindi impunemente gira armato anche fuori del lavoro, il fratello conoscendo
‘’tralatro’’ la sua testa calda per quella notte gli tolse i proiettili dalla
sua pistola sostituendoli con quelli a salve.
Gli amici allora lo accompagnarano al cimitero promettendogli
che avrebbero assistito al di fuori del sacro luogo, a questo punto uno degli
amici con in mano i proiettili tolti dall’arma si vesti’ da fantasma con il
classico abito bianco.
Mentre egli incomincio’ a girare tranquillo tra loculi e
cappelle improvvisamente l’amico fantasma gli appari’ all’improvviso spuntando
da un loculo ed egli istantaneamente impugnando la pistola d’ordinanza,
inaspettatamente, gli sparo’, a questo punto il fantasma con un gelido sorriso
sano e salvo aprendo la mano destra gli mostro’ i veri proiettili come prova
dell’inviolabilita’ di un fantasma vero e proprio, a questo punto egli rimase
talmente scosso dall’evento che stramazzo’ al suolo colpito da
infarto.
Gli amici il fratello e il presunto fantasma rimasti
sconvolti dall’imprevedibile e inaspettato evento, si furono profondamente
pentiti, al punto tale che tutt’ora ‘’qualcuno ancora in vita’’ ricordano
piangendo l’amico con profonda tristezza.
Antonio Bacolini
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