giovedì 27 giugno 2013

Il CNR per l’Italia


su Il futuro della specie
Autore: Rino Falcone
 


E allora ripartiamo dal Consiglio Nazionale delle Ricerche!
Ripartiamo dai quei 90 anni che l’istituzione scientifica italiana più grande e certamente tra le più prestigiose compie in questo 2013, anno di chiusura di un terribile lustro (iniziato nel 2008) per le sorti delle economie mondiali e per quelle nazionali in particolare.
Sembra uno iato profondo e inconcepibile quello che mette a confronto le drammatiche vicende di crescente impoverimento e disoccupazione di parte delle popolazioni europee, e l’idea che della realtà in divenire ci proietta la scienza e l’evoluzione tecnologica attuale: due mondi apparentemente incompatibili ma coesistenti.
Ed il paradosso, ma anche la straordinaria opportunità, è che le sorti e la durata di quelle crisi saranno irrimediabilmente dipendenti dagli impatti che potranno produrre gli sviluppi scientifici e le ricerche in tutti gli ambiti produttivi e sociali.
Ripartiamo dalle parole del Presidente Napolitano che in questa celebrazione (ieri 25 giugno nell’Aula Convegni del CNR di Roma) ha voluto richiamare le tre anime fondanti il senso profondo della prospettiva di futuro: le politiche pubbliche, le istituzioni pubbliche e infine, le persone (il loro valore, la loro centralità).
Una triade indissolubile se si vuole cementare qualunque progetto serio e ambizioso di costruzione collettiva, socialmente compatibile. In qualunque ambito, ma tanto più nella ricerca e nella scienza, appare fondamentale che quei tre elementi viaggino assieme e si consolidino reciprocamente.
Servono quindi politiche di serietà e di espansione, come ha ricordato il Ministro Carrozza. Troppo a lungo abbiamo lesinato risorse essenziali al motore del nostro Paese, di cui la conoscenza rappresenta il carburante principale.
Politiche favorenti il dialogo tra le istituzioni di ricerca e la società nelle sue variegate articolazioni e bisogni, come ha sostenuto il Presidente del CNR Nicolais. E proprio alle Istituzioni e al loro evolversi nel tempo vanno attribuiti quei compiti essenziali senza i quali una comunità stenta a ritrovarsi. E tra le Istituzioni scientifiche nazionali il CNR svolge quel ruolo di amalgama e coesione che gli viene dalla natura multi e interdisciplinare che sin dalla nascita gli è stato attribuito grazie a Vito Volterra.
E ripartiamo quindi dagli scienziati: dalla curiosità e l’intelligenza che li anima.
Dagli uomini per l’appunto! Dal bisogno profondo che c’è in ognuno di noi di costruire nuove rappresentazioni del mondo attraverso le acquisizioni aggiornate delle conoscenze, trasformando in tal modo quelle precedentemente conquistate, secondo uno schema essenziale alla straordinaria evoluzione dell’umanità.
Nella giornata dei 90 anni del CNR, forse si è allora accesa una piccola scintilla. In quell’aula abituata ad ospitare il confronto tra le tante forme della razionalità, in cui gli uomini della scienza e della cultura confrontano con metodo e misura la forza e l’efficacia delle loro ipotesi, si è indicato con il solido sostegno delle massime autorità pubbliche, un percorso e una prospettiva di uscita dalla crisi per il nostro Paese. Ripartire dal sapere, dal pensiero scientifico, dalla curiosità, dalla riflessione scientifica e culturale sul mondo e su noi stessi.









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