sabato 27 aprile 2013

VENDO “RENE” PER NON PERDERE I MIEI FIGLI.




Mio caro Paolo :
                            Ancora una volta trovo su Facebook un post dove si racconta la disperazione di un padre di famiglia che vuol vendere un rene per salvare l'insalvabile o quasi... riporto il post nella versione integrale che porta la firma Andrea Mavilla, sperando che possa far breccia nel cuore, nel buon senso e nell'animo delle persone. Laura

Ciao amici,

pochi minuti fa mi ha contattato Eleonora, una amica di Rosario Giangrasso, 49enne di origini siciliane, il quale ha diffuso il seguente messaggio:

"Mi chiamo Rosario Giangrasso, ho 49 anni e sono disoccupato. Da circa 2 anni cerco disperatamente un lavoro, un lavoro che mi permetta di sopravvivere e sfamare la mia famiglia.

Vivo com mia moglie e i miei due bellissimi figli, una bambina di 11 anni e un bambino di 9. Purtroppo da un paio di mesi non riusciamo più a pagare l’affitto. Credetemi finché lavoravo non ho mai ritardato un pagamento ma dopo ho dovuto scegliere, o l’affitto o dar da mangiare ai miei figli.

Tre giorni fa mi sono arrivati a casa la forza pubblica e l’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo. Ho avuto un’ultima proroga di un mese, ma il prossimo due maggio ci butteranno fuori.

Se non avrò un alloggio ritenuto idoneo mi toglieranno i figli. I bambini vanno regolarmente a scuola, in prima media e terza elementare.

Mi rivolgo allo Stato Italiano: Toglietemi tutto, il lavoro, la casa, la dignità, ma vi scongiuro, non portatemi via la mia famiglia.

Sono disponibile a vendere un RENE al migliore offerente, pur di tirare ancora avanti e salvare la mia famiglia. Meglio privarmi di un rene che restare senza i bambini."

Cari amici, oggi la mia comprensione va a queste famiglie distrutte, il mio disprezzo a quelle persone che l’hanno attivamente causata.

Forse andrebbero rivisti i criteri con i quali vengono prese simili devastanti decisioni, e verificare se ci siano in coloro che le stabiliscono motivazioni diverse da quelle caritatevoli e misericordiose.

Preciso che: non mi sto riferendo a situazioni di effettiva violenza, maltrattamenti o disperazione che possono giustificare un allontanamento dalla famiglia perché la vita di un bambino è in pericolo.

Sto parlando di persone che incontrano difficoltà.

La domanda nasce spontanea: Ma perché lo Stato anziché pagare €200.00 al giorno ad una comunità minorile, non dona in beneficenza €50.00 ad una di queste famiglie, che hanno come unica colpa quella di non riuscire a arrivare alla fine del mese?

Credo che con questa azione si potrebbe evitare un danno psicologico al bambino/a, che indubbiamente si porterà dietro per tutta la vita; in più risparmiereste un’ulteriore umiliazione ai genitori.

In più aiutereste “concretamente” una famiglia a rimanere UNITA per SEMPRE!

http://www.andreamavilla.com/2013/04/18/vendo-rene-per-non-perdere-i-miei-figli/

                                                                                                                               Laura

1 commento:

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