Mio caro Paolo :
Ancora una volta trovo su Facebook un post dove
si racconta la disperazione di un padre di famiglia che vuol vendere un rene per
salvare l'insalvabile o quasi... riporto il post nella versione integrale che
porta la firma Andrea Mavilla, sperando che possa far breccia nel cuore, nel
buon senso e nell'animo delle persone. Laura
Ciao
amici,
pochi minuti fa mi ha contattato Eleonora, una amica di Rosario Giangrasso, 49enne di origini siciliane, il quale ha diffuso il seguente messaggio:
"Mi chiamo Rosario Giangrasso, ho 49 anni e sono disoccupato. Da circa 2 anni cerco disperatamente un lavoro, un lavoro che mi permetta di sopravvivere e sfamare la mia famiglia.
Vivo com mia moglie e i miei due bellissimi figli, una bambina di 11 anni e un bambino di 9. Purtroppo da un paio di mesi non riusciamo più a pagare l’affitto. Credetemi finché lavoravo non ho mai ritardato un pagamento ma dopo ho dovuto scegliere, o l’affitto o dar da mangiare ai miei figli.
Tre giorni fa mi sono arrivati a casa la forza pubblica e l’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo. Ho avuto un’ultima proroga di un mese, ma il prossimo due maggio ci butteranno fuori.
Se non avrò un alloggio ritenuto idoneo mi toglieranno i figli. I bambini vanno regolarmente a scuola, in prima media e terza elementare.
Mi rivolgo allo Stato Italiano: Toglietemi tutto, il lavoro, la casa, la dignità, ma vi scongiuro, non portatemi via la mia famiglia.
Sono disponibile a vendere un RENE al migliore offerente, pur di tirare ancora avanti e salvare la mia famiglia. Meglio privarmi di un rene che restare senza i bambini."
Cari amici, oggi la mia comprensione va a queste famiglie distrutte, il mio disprezzo a quelle persone che l’hanno attivamente causata.
Forse andrebbero rivisti i criteri con i quali vengono prese simili devastanti decisioni, e verificare se ci siano in coloro che le stabiliscono motivazioni diverse da quelle caritatevoli e misericordiose.
Preciso che: non mi sto riferendo a situazioni di effettiva violenza, maltrattamenti o disperazione che possono giustificare un allontanamento dalla famiglia perché la vita di un bambino è in pericolo.
Sto parlando di persone che incontrano difficoltà.
La domanda nasce spontanea: Ma perché lo Stato anziché pagare €200.00 al giorno ad una comunità minorile, non dona in beneficenza €50.00 ad una di queste famiglie, che hanno come unica colpa quella di non riuscire a arrivare alla fine del mese?
Credo che con questa azione si potrebbe evitare un danno psicologico al bambino/a, che indubbiamente si porterà dietro per tutta la vita; in più risparmiereste un’ulteriore umiliazione ai genitori.
In più aiutereste “concretamente” una famiglia a rimanere UNITA per SEMPRE!
http:// www.andreamavilla.com/2013/ 04/18/ vendo-rene-per-non-perdere- i-miei-figli/
pochi minuti fa mi ha contattato Eleonora, una amica di Rosario Giangrasso, 49enne di origini siciliane, il quale ha diffuso il seguente messaggio:
"Mi chiamo Rosario Giangrasso, ho 49 anni e sono disoccupato. Da circa 2 anni cerco disperatamente un lavoro, un lavoro che mi permetta di sopravvivere e sfamare la mia famiglia.
Vivo com mia moglie e i miei due bellissimi figli, una bambina di 11 anni e un bambino di 9. Purtroppo da un paio di mesi non riusciamo più a pagare l’affitto. Credetemi finché lavoravo non ho mai ritardato un pagamento ma dopo ho dovuto scegliere, o l’affitto o dar da mangiare ai miei figli.
Tre giorni fa mi sono arrivati a casa la forza pubblica e l’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo. Ho avuto un’ultima proroga di un mese, ma il prossimo due maggio ci butteranno fuori.
Se non avrò un alloggio ritenuto idoneo mi toglieranno i figli. I bambini vanno regolarmente a scuola, in prima media e terza elementare.
Mi rivolgo allo Stato Italiano: Toglietemi tutto, il lavoro, la casa, la dignità, ma vi scongiuro, non portatemi via la mia famiglia.
Sono disponibile a vendere un RENE al migliore offerente, pur di tirare ancora avanti e salvare la mia famiglia. Meglio privarmi di un rene che restare senza i bambini."
Cari amici, oggi la mia comprensione va a queste famiglie distrutte, il mio disprezzo a quelle persone che l’hanno attivamente causata.
Forse andrebbero rivisti i criteri con i quali vengono prese simili devastanti decisioni, e verificare se ci siano in coloro che le stabiliscono motivazioni diverse da quelle caritatevoli e misericordiose.
Preciso che: non mi sto riferendo a situazioni di effettiva violenza, maltrattamenti o disperazione che possono giustificare un allontanamento dalla famiglia perché la vita di un bambino è in pericolo.
Sto parlando di persone che incontrano difficoltà.
La domanda nasce spontanea: Ma perché lo Stato anziché pagare €200.00 al giorno ad una comunità minorile, non dona in beneficenza €50.00 ad una di queste famiglie, che hanno come unica colpa quella di non riuscire a arrivare alla fine del mese?
Credo che con questa azione si potrebbe evitare un danno psicologico al bambino/a, che indubbiamente si porterà dietro per tutta la vita; in più risparmiereste un’ulteriore umiliazione ai genitori.
In più aiutereste “concretamente” una famiglia a rimanere UNITA per SEMPRE!
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Laura
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