martedì 30 aprile 2013

Timoscenko: Strasburgo condanna Ucraina



Corte europea diritti umani, carcere preventivo illegale


 Yulia Timoshenko

STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani ritiene illegale ed arbitraria la decisione delle autorità ucraine di sottoporre Julia Timoscenko al carcere preventivo. Si sostiene infatti che non vi erano sufficienti motivi per rinchiudere in carcere prima del processo l'ex premier.
La Corte europea dei diritti dell'uomo non è arrivata a dire che la detenzione preventiva di Iulia Timoshenko sia stata determinata dalla volontà di escluderla dalla vita politica e dall'intenzione di impedirle di candidarsi alle elezioni nell'ottobre 2012. Tuttavia è stato stabilito che i motivi che hanno portato l'ex premier in carcere prima del processo sono "arbitrari e illegali", e quindi l'Ucraina ha violato il diritto alla libertà di Timoshenko. In particolare si sottolinea che la principale giustificazione per sottoporre Timoshenko al carcere preventivo é stata l'accusa che stava ostacolando i procedimenti contro di lei e il suo comportamento poco rispettoso nei confronti dei giudici nazionali. Ma in base alla Convenzione europea dei diritti umani queste non sono ragioni sufficienti per sottoporre qualcuno al carcere preventivo. Tanto più che, prima di essere trasferita in carcere, l'ex premier non ha mai lasciato Kiev, così come gli era stato ordinato, e si è sempre presentata a tutte le udienze. Inoltre i giudici osservano che le autorità ucraine non hanno mai rianalizzato attentamente i ricorsi presentati da Timoshenko contro il carcere preventivo, nonostante lei avesse presentato specifiche argomentazioni per il suo rilascio.
'NO TRATTAMENTO INUMANO, FORNITE CURE' - La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che le autorità ucraine non hanno sottoposto Julia Timoshenko ad alcun trattamento inumano e degradante. In particolare secondo i giudici le autorità hanno fatto enormi sforzi per assicurare all'ex premier tutte le cure mediche di cui aveva bisogno. La Corte ha anche stabilito che la Timoscenko non ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, di essere stata sottoposta a maltrattamenti durante il suo primo trasferimento dal carcere all'ospedale il 20 aprile 2012.
(ANSA)

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