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Un incontro in cui è stato evidenziato che . Più è alta la concentrazione di polifenoli più marcata la sua capacità di svolgere un’azione antiossidante. E in proposito, nel convegno è emerso anche un interessante dato: gli italiani consumano ogni anno mediamente 14 chili a testa di olio extra vergine di oliva, assumendolo circa due volte al giorno.
Nel corso dell’incontro, Massimo Gargano dell’Unaprol ha evidenziato ‘’l’importanza di un modello di sviluppo basato sul legame tra identità territoriale e alimentazione’’, Tony De Amicis si è soffermato sulle ‘’straordinarie potenzialità dell’Italia per cultura alimentare e agricola, asset su cui è fondamentale puntare oggi’’, gli esperti hanno evidenziato il rapporto tra alimentazione sana e diminuzione dell’insorgenza delle malattie. Il presidente della Lilt, l’oncologo Francesco Schittulli, ha sottolineato come “la patologia tumorale tende oggi a crescere perché è aumentata l’aspettativa di vita, ma è anche aumentata la percentuale di guarigione che arriva al 61%’’, Roberto Fabiani ha evidenziato che ‘’il consumo di olio è inversamente collegato allo sviluppo di neoplasie’’ e Luca Piretta ha consegnato un dato particolarmente interessante: ‘’se il 4 per cento dei tumori dipende da ciò che respiriamo, ben il 35% da ciò che mangiamo’’. E in tal senso, l’olio d’oliva extravergine rappresenterebbe un formidabile alleato anti-tumore. E non solo. Secondo gli studi più recenti, il consumo di extravergine rappresenterebbe anche un importante inibitore della crescita dell’Helicobacter Pylori.
Un buon extra vergine aiuta a vivere meglio, insomma. Ancor più in Abruzzo, dove la produzione di olio extravergine è una tradizione particolarmente rappresentativa e trainante, essendo l’olivo la seconda coltura arborea più coltivata subito dopo la vite, con 44.000 ettari coltivati, pari al 4% del totale investito in Italia ed al 5% dell’intera superficie olivicola del mezzogiorno. Nel dettaglio provinciale si evidenzia come la provincia di Chieti contribuisca con circa il 50% alla produzione regionale e la provincia di Pescara con circa il 30%, mentre la provincia di Teramo presenta una realtà aziendale molto frammentata e con superfici limitate. Nell’ultima campagna produttiva è stato stimato un lievissimo calo della produzione ma un notevole aumento della qualità. <> spiega Domenico Pasetti, presidente di Coldiretti Abruzzo <>. In proposito, l’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo ha infine evidenziato l’importanza di difendere ‘i prodotti che fondano le proprie radici e la propria forza economica nell’identità territoriale. In questo modo>> ha detto l’assessore .
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