"Quanti lo deridevano, Commodo li dava in pasto alle belve.
In quei momenti ordinò di gettare alle fiere anche uno che aveva letto il libro di Tranquillo contenente la vita di Caligola, solo perché il proprio giorno di nascita coincideva con quello di Caligola.
Se uno diceva di essere disposto a morire per lui, lo faceva gettar giù da una rupe, nonostante le sue disperate proteste.
Anche negli scherzi era esiziale.
Per esempio, a qualcuno cui aveva notato dei capelli bianchi in mezzo a quelli neri, che davano quasi l’impressione di piccoli vermi, poneva sulla testa uno storno, così che questo credesse di dare la caccia a dei vermi, facendogli in tal modo venire delle piaghe sul capo per via delle beccate.
Fece squarciare a mezzo la pancia a un grassone, perché ne uscissero fuori in un momento tutte le budella.
Chiamava «monopodi» e «loschi» coloro ai quali aveva cavato un occhio o spezzato un piede.
Inoltre mise a morte qua e là molte altre persone, quali perché si erano presentate a lui vestite alla maniera dei barbari, e quali per il loro abbigliamento troppo vistoso da persone nobili.
Aveva tra i suoi oggetti di piacere degli uomini chiamati col nome delle pudende di entrambi i sessi, ai quali profondeva i suoi baci con particolare trasporto.
Teneva anche con sé un uomo dal pene prominente oltre misure animalesche, cui aveva dato il nome di Onos, e che gli era quanto mai caro. Infatti lo arricchì e lo prepose al sacerdozio di Ercole Rustico.
Si dice che spesso mischiasse a cibi pregiatissimi dello sterco umano, e che non avesse ritegno neppure ad assaggiarli, pensando con ciò di farsi beffe degli altri.
Si fece servire su di un vassoio d’argento due gobbi contorti dopo averli fatti cospargere di senape, dopo di che seduta stante li promosse a qualche carica e li colmò di ricchezze.
Gettò in una piscina il suo prefetto del pretorio Giuliano con la toga addosso, alla presenza dei suoi subalterni. E gli ordinò anche di danzare nudo davanti alle sue concubine, suonando il cembalo e con la faccia imbrattata da vari tipi di legumi cotti."
(Historia Augusta, Commodo, 10-11)
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