Centinaia di arresti, decine di perquisizioni in otto paesi. Sequestrate tre tonnellate di cocaina
Contanti sequestrati nell'operazione 'Eureka'
Alcune armi sequestrate nell'operazione 'Eureka'
"L'operazione europea 'Eureka' contro la 'ndrangheta ha portato questa mattina a circa 150 perquisizioni in otto Paesi europei.
Si tratta senza dubbio della più grande operazione mai realizzata contro la mafia calabrese in Europa".
Lo riferiscono i portavoce della procura federale belga in conferenza stampa. "Più di mille poliziotti sono stati coinvolti nelle perquisizioni questa mattina in Germania e tremila in Italia", spiegano i portavoce, indicando che i raid hanno toccato anche "Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia".
"Ci sono elementi per pensare che le persone arrestate" in Belgio questa mattina "fossero connessi al traffico di cocaina tra il Sud America e l'Europa e ci sono indicazione sufficienti per pensare che il porto di Anversa fosse utilizzato per tale traffico", ha detto il magistrato belga, Antoon Schotsaert, a margine della conferenza stampa sull'operazione condotta in otto Paesi, tra cui il Belgio. "Le quantità in arrivo fanno ragionevolmente pensare che il mercato finale della droga non fosse solo il Belgio", ha spiegato Schotsaert.
"Gli arresti totali in Belgio sono stati tredici, sette dei
quali con mandato d'arresto europeo emesso dall'Italia che ne ha chiesto
la consegna alle
autorità italiane", ha aggiunto Schotsaert,
precisando che "i tempi di consegna all'Italia potrebbero richiedere
alcuni mesi a secondo della loro posizione davanti ai giudici". Sono
stati inoltre sequestrati tre veicoli di lusso, almeno 20mila euro in
contanti e diverse armi proibite.
Anche in Germania sono stati effettuati blitz e perquisizioni
nell'ambito dell'operazione internazionale: da stamani all'alba 1000
agenti hanno realizzato decine di perquisizioni in quattro Laender
tedeschi e hanno eseguito trenta mandati di arresto. Le regioni
coinvolte sono il Nordreno-Vestfalia, la
Renania-Palatinato, la Baviera e il Saarland.
Sei tonnellate di cocaina sono state movimentate tra il maggio
2020 e il gennaio 2022 dalle cosche di 'ndrangheta colpite stamani
dall'operazione "Eureka", tre delle quali sono state sequestrate dagli
investigatori. Nel corso delle indagini sono stati registrati i contatti
tra
le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino con
esponenti del clan del Golfo, l'organizzazione paramilitare colombiana
impegnata nel narcotraffico internazionale. I carabinieri del Ros e del
Comando provinciale di Reggio Calabria, infatti, hanno ricostruito
numerosi episodi di
importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon.
Gli investigatori hanno ricostruito anche i flussi di soldi
riconducibili alle compravendite dello stupefacente che venivano gestiti
da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere,
specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro
contante sul territorio europeo. Le movimentazioni hanno interessato
Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. Complessivamente
sono circa 22 milioni
e 300mila euro le somme spostate con queste
modalità. Soldi che in parte sarebbero stati reimpiegati nell'acquisto
di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare e finanziare
attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano
anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio. Sequestri di
società e beni e arresti sono stati eseguiti anche in Germania.
Coordinata dal capo della Direzione nazionale antimafia Giovanni
Melillo, l'indagine "Eureka" si è sviluppata nell'ambito di due squadre
investigative comuni: una intercorsa tra la Dda di Reggio Calabria
diretta da Giovanni Bombardieri, e le Procure tedesche di Monaco I,
Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf; l'altra tra la Dda reggina,
l'Ufficio del giudice istruttore del Tribunale di Limburg ed il
Procuratore federale
di Bruxelles. Entrambe le squadre investigative
sono state coordinate da Eurojust, che ha assicurato il massimo supporto
operativo, attraverso il componente italiano Filippo Spiezia.
In contemporanea al blitz dei carabinieri in Calabria, che ha riguardato numerosi Paesi europei e l'Australia, e alle operazioni delle Dda di Milano e Genova, le autorità giudiziarie belghe e tedesche stanno eseguendo rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità giudiziarie, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio. Il gip di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per circa 25 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito in Italia, Portogallo, Germania e Francia ed ha riguardato società commerciali e beni mobili e immobili.
L'inchiesta ha fotografato l'esistenza e l'operatività di tre maxi-associazioni criminali finalizzate al traffico internazionale di droga, facenti capo alle più potenti famiglie di 'ndrangheta dell'area ionica. L'indagine, infatti, ha riguardato le cosche Pelle, Strangio, Nirta, Giampaolo, Mammoliti e Giorgi, che hanno sedi decisionali nel reggino e ramificazioni e basi logistiche in varie regioni d'Italia e all'estero.
L'inchiesta è partita nel giugno 2019, grazie al raccordo tra i
carabinieri e la polizia federale belga che stava investigando su alcuni
soggetti ritenuti vicini alla cosca Nirta di San Luca attiva a Genk. In
un primo momento, era orientata verso alcuni esponenti della famiglia
Strangio, detti
"Fracascia", riconducibili alla cosca Nirta.
Progressivamente sono state estese a diverse famiglie della Locride,
interessando anche il locale di Bianco. I soldi del narcotraffico
venivano riciclati nei settori della ristorazione, del turismo e
immobiliare.
La prima associazione ricostruita riguarda la famiglia Nirta "Versu" di San Luca che aveva un'articolazione in Brasile rappresentata dal latitante Vincenzo Pasquino, catturato nel 2021 insieme al boss Rocco Morabito. La seconda è riferibile alla famiglia Mammoliti "Fischiante" di Bovalino con articolazioni in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia e contatti diretti con i fornitori sudamericani di cocaina e con trafficanti internazionali quali Denis Matoshi, attualmente latitante a Dubai. La terza, invece, fa capo alla famiglia Strangio "Fracascia" collegata con le cosche Nirta-Strangio coinvolte nel 2007 nella strage di Duisburg. Questa terza organizzazione, secondo gli investigatori, aveva stabili articolazioni a Genk (Belgio), Monaco di Baviera (Germania), in Spagna e a Camberra (Australia).
L'inchiesta ha anche fatto luce sulla latitanza del boss Rocco
Morabito, detto "Tamunga", già latitante di massima pericolosità
inserito nel programma speciale di ricerca del Viminale, arrestato dai
carabinieri in Brasile nel 2021, insieme a Vincenzo Pasquino, all'epoca
latitante per la Dda di Torino. Entrambi figurano nell'ordinanza
eseguita oggi su richiesta della Dda che si è avvalsa della
collaborazione, tra gli altri,
della Polizia Federale Brasiliana,
dell'Fbi, della Dea e dell'Interpol. Morabito, secondo l'accusa, avrebbe
anche offerto un container di armi da guerra a un'organizzazione
paramilitare brasiliana in cambio di ingenti quantità di droga verso il
porto di Gioia Tauro. "Nel corso dell'indagine - scrive il gip
nell'ordinanza - è stata documentata l'organizzazione da parte di
Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico
di armi
da guerra, provenienti dai paesi dell'ex Unione Sovietica, fornite che
da un'organizzazione criminale operante in Italia e Pakistan".
In Italia, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato 108 persone - 85 in carcere - in esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. Gli indagati sono accusati a vario titolo d'associazione mafiosa; concorso esterno e traffico internazionale di droga con l'aggravante di transnazionalità e di ingente quantità; traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio; favoreggiamento; trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.
(ANSA)
Kissinger71
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