L’ha attesa per ore armato di una mazza, sotto la sua casa di via dell’Arcoveggio, alla periferia di Bologna.
Quando, infine, Alessandra Matteuzzi, 56 anni, è arrivata a casa e gli ha chiesto di andarsene via, lui, l’ex compagno, di 27, di tutta risposta l’ha trascinata sotto il portico, massacrata a mazzate, uccisa con violenza cieca, spietata, bestiale.
Ma è ancora più sconvolgente sapere che la donna lo aveva denunciato per stalking e, per questo, il giudice gli aveva dato il divieto di avvicinamento alla sua dimora.
Non è bastato per salvarle la vita.
Neanche denunciare è stato sufficiente per sfuggire al carnefice che le aveva reso la vita un inferno.
Cosa deve fare di più una donna, sola, per proteggersi?
E, ogni maledetto giorno dopo, siamo qui a parlare dell’ennesimo femminicidio annunciato.
In una campagna elettorale degna di questo nome, la violenza sulle donne sarebbe uno dei primi tre argomenti di ogni programma. E invece è solo carne da macello per titillare gli istinti più bassi, per condire la più bieca e vile propaganda.
Scusaci Alessandra.
Lorenzo Tosa
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