sabato 2 luglio 2022

Salvatore Nuvoletta

 


Quando capì cosa stava accadendo, Salvatore lanciò il bambino che aveva in braccio il più lontano possibile. Poi si fermò, non provò neanche a fuggire. I camorristi lo crivellarono di colpi, uccidendolo che aveva solo vent'anni. 


Salvatore Nuvoletta “pagò” per tutti. Dieci giorni prima, un boss camorrista era morto in uno scontro a fuoco con dei carabinieri. Lui neppure c’era, era a fare il piantone in caserma. Ma quando vollero vendicarsi, i camorristi scelsero lui perché un maresciallo da loro prima schiaffeggiato e poi interrogato diede il suo nome. Se cercavano un capro espiatorio, potevano trovarlo in lui. Forse capirono che il maresciallo mentiva, ma scelsero comunque Salvatore perché più giovane, indifeso, isolato e quindi più facile da uccidere.


Era il 2 luglio 1982 quando lo trovarono fuori da un negozio a giocare con un bambino, da lui tenuto in braccio. Grazie al suo gesto, il bambino di salvò. Lui venne lasciato agonizzante a terra. Quando la madre lo raggiunse, le sue ultime parole furono: “so di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un Carabiniere”.


Salvatore era un bravo ragazzo e un bravo carabiniere. Uno di quelli che ci credeva davvero nel mestiere che faceva. E a lui, oggi, va il ricordo di tutti noi.

Leonardo Cecchi 

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