Come ultima lezione ai suoi ragazzi, volle far capir loro cosa fosse la morte, il distacco. Lo fece rimanendo con loro quando capì che la malattia lo stava ormai portando via, a poco più di quarant'anni.
Quei ragazzi Don Lorenzo Milani li aveva curati, educati e avviati alla vita come un padre, e anche il distacco era una lezione. Erano figli di contadini, operai. A volte orfani. Quasi tutti poveri e poverissimi. Venivano spesso dall'analfabetismo dell'Italia del dopoguerra. Erano gli studenti che le altre scuole spesso non volevano. Lui con la sua lì accoglieva tutti e dava loro gli strumenti per un futuro migliore.
Lo faceva con la sua scuola, la Barbiana. Rivoluzionaria, per l'epoca. Aveva abolito le punizioni corporali per quelli che non studiavano, all'epoca molto in voga. E le aveva sostituite con il sorriso. Se studiavi, il professore di sorrideva, altrimenti no. E funzionava perché nella semplicità del gesto i ragazzi lo ricercavano e quando mancava facevano di tutto per riottenerlo.
Fu accanto a loro per anni. Contro tutto e tutti, senza mollare mai. Fino a quando un linfoma se lo portò via.
Nasceva il 27 maggio questo grande uomo, grande prete. Ne dovremmo valorizzare di più la memoria, perché sono anche uomini così che hanno fatto l'Italia per come la conosciamo.
Leonardo Cecchi
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