Juventus-Roma, De Sanctis: «Mai ad armi pari. Per loro conta vincere, non importa il modo»
Sulle pagine della Gazzetta dello Sport il portiere giallorosso rilancia le polemiche: «In Italia il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto»
Quando pensavamo che si potesse guardare avanti, magari alla prossima giornata di campionato, siamo stati smentiti. Quando pensavamo che fosse tutto superato, magari con qualche veleno giustamente non sopito, è arrivata la bordata. A distanza di undici giorni da Juventus-Roma e dal discutibile arbitraggio di Rocchi, Morgan De Sanctis esce dall’infortunio e dalla propria porta e piomba sulle pagine della Gazzetta dello Sport senza fare complimenti. Come piace a lui, kamikaze: «Come dicono a Torino? ‘Vincere non è importante: è l’unica cosa che conta’. Dovrebbero aggiungere: ‘E non ci interessa tanto come‘»
A VALANGA – Il lungo botta e risposta a distanza che ha coinvolto romanisti e juventini di ogni genere, forma, colore e professione sembrava aver esaurito tutti gli argomenti: posizioni chiare, distanze incolmabili, reciproche accuse. Le dure parole di De Sanctis arrivano a scoppio ritardato e promettono di riaccendere la battaglia dialettica, come già avevano fatto quelle dell’altro numero uno, Buffon, anch’esse tardive. «Ho ancora nella memoria i flash dopo il primo rigore per il mani di Maicon e dopo il gol di Totti: è assurdo che 4-5 juventini debbano andare a protestare da Rocchi, che è bravissimo» - si sfoga il portiere giallorosso a Massimo Cecchini della Gazzetta - «è una situazione studiata che usano nei momenti d’indecisione».
PASSATO BIANCONERO – Il numero 1 è un fiume in piena: «Non c’è disonestà intellettuale, ma purtroppo il sistema italiano si muove con leggi non scritte in cui il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto. Sulla Juve occorre fare una valutazione generale: tutto quello che ha vinto nel calcio italiano non è proporzionale a quello che ha vinto all’estero». Da che pulpito, qualcuno dirà: De Sanctis ha militato anche nella Juventus, addirittura nella stagione del famigerato rigore negato a Ronaldo su fallo di Iuliano. Cosa pensava in quei giorni? «Che la sudditanza psicologica esiste», ed ecco perché in qualità di consigliere federale d’opposizione si dice favorevole alla moviola in campo.
TRANCHANT – Alla soglia dei 38 anni, con forse solo un’altra stagione da professionista davanti, De Sanctis non è che abbia voglia di farsi troppi scrupoli. Accetta tra i guanti, ne ha per tutti: per Buffon - «io a Gigi posso insegnare come si perde; un giorno però spero di potergli insegnare anche come si vince» – per Nedved – «da ex calciatore le sue dichiarazioni su Totti sono state fuori luogo» – e per Platini, «ha una visione troppo ristretta, è stato solo juventino. Da presidente Uefa non è stato opportuno parlare». Ma nonostante «la sensazione di non giocare ad armi pari» De Sanctis non si dà per vinto e rilancia la lotta scudetto rinfrancando l’ambiente romanista. «A Torino abbiamo dimostrato di essere meglio di loro. Per la Champions faremo il possibile, però la corsa è al titolo: possiamo farcela, e l’abbiamo capito dalle loro reazioni». Attendiamocene altre.
Photocredit copertina Alfredo Falcone – LaPresse
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/trucchi-renzie-legge-stabilita-taglio-dell-irap-non-86731.htm
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