1. L’EURO-SPACCONE CHE INCROCIA LE SPADE CON BARROSO È RITENUTO UN PESO PIUMA (EUFEMISMO) SULLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE. BASTA VEDERE LA FOTO DI CHIUSURA DEL RECENTE VERTICE DI MILANO SULLA CRISI UCRAINA: RENZI È IL PADRONE DI CASA MA NON L’HANNO INVITATO AL TAVOLO CON PUTIN, MERKEL, HOLLANDE E POROSHENKO. FUORI! - 2. SULLE EMERGENZE INTERNAZIONALI, L’ITALIA NON HA UNA LINEA. SI È DETTA FAVOREVOLE AI BOMBARDAMENTI CONTRO L’ISIS, MA I NOSTRI CACCIA NON DECOLLANO. SULLA RUSSIA, IL PARAGURU TOSCANO HA APPOGGIATO LE SANZIONI CONTROVOGLIA, INDECISO A TUTTO - 3. RENZIE E OBAMA NON SI SONO PRESI MANCO UN PO’. PER BARACK, IL NOSTRO PREMIER NON SOLO È INCONSISTENTE E PRIVO DI CONTENUTI MA FLIRTA TROPPO CON I CLINTON - 4. A CHI PUÒ FAR PAURA, IN EUROPA, UN RENZI COSÌ POCO DECISIONISTA E TANTO ISOLATO? -
DAGOREPORT
Una piuma che volteggia sullo scacchiere internazionale. Questo è Matteo Renzi secondo gli osservatori di politica estera, ed è bene tenerlo presente nel momento in cui il nostro premier mostra di voler andare allo scontro con Barroso sulla legge di Stabilità.
Il simbolo di quanto conti l’Italia sulla scena internazionale è la foto che chiude il vertice sulla crisi ucraina di Milano. Vi si vedono Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko, ma manca Renzie, che in fondo non solo era il padrone di casa, ma è anche il presidente di turno dell’Unione. Niente da fare: desaparecido.
Ciò che dicono di Pittibimbo nelle principali cancellerie è che si tratta di un premier che non decide. Brutto affare per uno che invece a casa sua passa per essere un gran decisionista. Un primo campo di prova dove il nostro non ha bene impressionato è stata la guerra all’Isis. Renzie era d’accordo con Obama sui bombardamenti, ma poi gli aerei italiani non partecipano e l’Italia si limita a fornire sostegno logistico. Non esattamente una bella figura agli occhi del grande alleato a stelle e strisce.
Anche sulla crisi russa l’Italia di Renzi è accusata di non aver saputo scegliere una linea univoca. Alla fine abbiamo aderito alle sanzioni economiche, ma la nostra linea non è percepita né come dura, ne come morbida. Semplicemente, non è pervenuta.
Questi due esempi, la lotta all’Isis e la questione ucraina, sono gli argomenti portanti dell’accusa all’Italia di non avere una politica estera.
Renzie ha poi un problema tutto personale con Barack Obama, che non nutre nei suoi confronti particolare stima, e neppure simpatia. Nei loro incontri i due non si sono presi e pare che al presidente Usa il giovane premier italiano abbia fatto l’impressione di un leader un po’ inconsistente, brillante ma fondamentalmente privo di contenuti.
Del resto i suoi migliori rapporti americani sono con i coniugi Clinton, non un grande biglietto da visita con Obama. In occasione dell’assemblea Onu, quando Renzie è andato alla serata della fondazione Clinton, narrano che abbia sfarfalleggiato parecchio intorno a Obama, riuscendo quasi a infastidirlo. E anche l’ambasciatore (con casa in Toscana) John Phillips, grande sponsor di Matteuccio, non è esattamente nelle maniche dell’uomo della Casa Bianca.
Questa inconsistenza di Renzi sul piano internazionale rischia di rappresentare un azzardo in più nello scontro in atto con Bruxelles. E forse consiglierebbero una qualche prudenza.
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