-Redazione-12 ottobre 1492. E' questa la data, universalmente riconosciuta, della scoperta dell'America.
Eppure, potrebbe non essere così.
Eppure, potrebbe non essere così.
Secondo recenti studi, infatti, a scoprire il Nuovo Continente non sarebbe stato Cristoforo Colombo, quanto, due secoli prima, Marco Polo.
A dimostrazione di ciò vi sarebbe una mappa di Polo, disegnata su pelle di pecora, che rappresenta i contorni dell'Alaska e dello Stretto di Bering. Essa, contenuta in una raccolta di 14 pergamene, è stata decodificata e studiata dal cartografo Benjamin Olshin per il libro “The Mysteries of The Marco Polo Maps, in uscita a novembre per la University of Chicago Press. Inoltre, nelle lettere di Marco Polo ai propri cari, appare sovente il termine cinese Fusang, riferito ad una "terra al di là dell'Oceano".
"Questo significherebbe che l’esploratore era a conoscenza dell’esistenza delle coste occidentali del Nord America o che comunque ne aveva sentito parlare dagli arabi o dai cinesi", ha spiegato Olshin. In particolare, secondo lui, a riferire a Polo dell'esistenza di questa terra fu un commerciante siriano, che ben sapeva come a 40 giorni di viaggio dalla penisola della Kamchatka si trovasse la "Penisola delle Foche", così chiamata perché "la popolazione che l’abitava vestiva di pelli di foca, mangiava solo pesce e viveva in case sotterranee".
Eppure, non tutto è ancora chiaro e il primo a dubitare della rivelazione sarebbe lo stesso Olshi: l’inchiostro usato nella mappa, d'altronde, non è infatti ancora stato testato e l’esame del radiocarbonio ha fatto risalire la pergamena al XV o XVI secolo, così che, nel migliore dei casi, si può trattare al massimo di una copia dell'originale.
http://www.articolotre.com/2014/09/la-mappa-che-riscrive-la-storia-marco-polo-scopri-lamerica-due-secoli-prima-di-colombo/
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