Le donne hanno cambiato tutto
Ovunque i movimenti delle donne hanno cambiato il modo con cui si raccontano i bisogni delle donne. Ma il capitalismo neoliberista ha usato alcune intuizioni e pratiche di quei movimenti per rafforzare le sue politiche di profitto. Questo in molto casi, ad esempio nell’Europa centrale e orientale, ha indebolito i movimenti e i piccoli gruppi di donne hanno più difficoltà a sopravvivere ora di quanto la avessero vent’anni fa. Tuttavia, dice Lepa Mladjenovic, femminista impegnata con i movimenti pacifisti, “è mia opinione che il movimento femminista sia il più efficace fra tutti i movimenti sociali. Per ciò che riguarda il futuro, in questa regione le giovani femministe si stanno ora organizzando in nuovi spazi sovversivi per la trasformazione, molto più di vent’anni fa. Abbiamo le Assistenti Sociali Ribelli che si organizzano per la giustizia sociale in Slovenia, e Clit Budapest che organizza le giovani donne radicali e queer in Ungheria. Vediamo un aumento annuale del numero di giovani donne che si iscrivono a gruppi di studi di genere, scuole estive femministe, festival femministi, dal Kazakistan alla Polonia. E abbiamo molte femministe sui social media, facebook, i blog”.
di Susan Tolmay*
Una conversazione con Lepa Mladjenovic. Nata a Belgrado, Lepa una donna lesbica, una femminista, ed è molti anni impegnata con i movimenti pacifisti.
Sin dove siamo arrivate, secondo te, negli ultimi vent’anni nel concretizzare i diritti umani universali per le donne? Ci sono storie di successo per te nei due passati decenni, in particolare per le donne e le persone Lgbti in Serbia e più in generale nell’Europa centrale e orientale e nel Commonwealth degli stati indipendenti?
La Conferenza di Vienna fu importante per le femministe contrarie alla guerra negli stati dell’ex Jugoslavia. Nel 1993, stavamo fondando la prima organizzazione che si sarebbe occupata delle donne stuprate in guerra ed era chiaro che il linguaggio dei diritti umani sarebbe stato cruciale per questo lavoro. Alla fine del 1993, c’erano tre organizzazioni femministe che lavoravano con le donne stuprate in guerra e le donne vittime di guerra e i rifugiati – una in Bosnia Erzegovina, Medica Zenica, una in Croazia, il Centro per le donne vittime di guerra, e la terza a Belgrado, il Centro autonomo delle donne contro la violenza sessuale. Il movimento femminista organizzò il tema delle donne stuprate durante le guerra a livello internazionale e locale, di modo che non fosse possibile dimenticarsene.
Il soggetto della violenza maschile contro le donne è stato probabilmente il risultato più compiuto di quelli sortiti dal movimento delle donne. Ogni paese dell’Europa dell’est ha ora servizi per le donne, nuove leggi, alcuni centri d’emergenza antistupro, training per le istituzioni ufficiali, e la rete femminista “Women against Violence Europe” (WAVE) si incontra annualmente. E’ importante sottolinare che durante gli ultimi vent’anni il movimento femminista ha portato nella nostra regione nuove organizzazioni di donne che lavorano sulle discriminazioni multiple e incrociate che le donne fronteggiano, per esempio Romnjako Ilo per le lesbiche Rom nella piccola città di Novi Becej, e Fuori dal Cerchio per le donne con disabilità a Belgrado. Ci sono anche nuove forme del fare rete che sono cruciali per la solidarietà femminile e per rafforzare il movimento, tramite internet, le mailing list, ecc. Per esempio in Kosovo, che ha circa 2 milioni di abitanti, c’è la Rete delle donne del Kosovo, composta da 104 organizzazioni di donne. Ci sono numerosi network di tutti i tipi, inclusi quelli di lesbiche e donne queer, donne Rom, donne negli affari, servizi contro la violenza sulle donne e molti altri ancora.
Nonostante Vienna e le numerose altre dichiarazioni, convenzioni e piani d’azione, le violazioni dei diritti umani delle donne continuano, spesso impunite. Quali sono alcune delle nuove violazioni, o delle violazioni in aumento dei diritti umani delle donne in tutto il mondo?
Abbiamo fatto grandi cose, ma allo stesso tempo il mainstreaming è stato usato contro di noi. Io ero una di quelle che sognava uno “stato femminista”. E ora direi che più ci avviciniamo al mio sogno, più ce ne allontaniamo. Il capitalismo neoliberista ha usato il mainstreaming per sfruttare le donne nel rafforzamento delle sue politiche di profitto. Questo ha indebolito il movimento e i piccoli gruppi di attiviste hanno più difficoltà a sopravvivere ora di quanto la avessero vent’anni or sono.
La mia impressione è che mentre il movimento femminista ha ottenuto grandi successi negli ultimi vent’anni, ci sono state delle debolezze. Le guerre in ex Jugoslavia e in alcuni degli ex paesi dell’Unione Sovietica, come anche la povertà post-socialismo, hanno portato nuove forme di sfruttamento sessuale e il traffico di donne a scopo sessuale che l’Europa dell’est non conosceva vent’anni fa. Il forte movimento delle donne contro la violenza sulle donne non ha in effetti fatto diminuire la violenza: abbiamo nuove forme, nuove brutalità, e la violenza è riportata nelle notizie in modo da poterla usare per aumentare i profitti dell’industria dei media. Nel mentre i movimenti femministi hanno avuto grande successo nel fare pressione per leggi sulla violenza all’interno delle famiglie, la violenza sessuale resta una sofferenza silenziosa che dà forma alle vite delle donne e non è riconosciuta dalla società.
Il movimento lesbico ha reso le lesbiche più visibili, ma questo significa anche più odio palese e discriminazione più aperta. Grazie agli ultra-nazionalisti nei paesi post-socialisti, le attiviste lesbiche sono minacciate: per esempio in Georgia, Bosnia Erzegovina e Serbia, con una delle leader lesbiche andata in esilio volontario in Occidente.
Io credo che ogni periodo del movimento femminista sia storico. Gli ultimi vent’anni di attivismo femminista sono stati storici nella cosiddetta Europa dell’est per due ragioni principali. La prima è il gran numero di donne che si sono unite al movimento; la seconda è la diffusione che le attiviste hanno fatto della conoscenza pratica femminista infondendola in leggi, istituzioni, quotidiani, ecc.
Come risultato della Conferenza di Vienna, i movimenti delle donne hanno cambiato il modo in cui si riferiscono ai bisogni delle donne usando il linguaggio dei diritti umani. Per esempio, far pressione per i diritti delle lesbiche diventa più facile sottolineando la dimensione dei diritti umani, anziché spiegando le nostre vite sentimentali tramite la nozione della libera scelta in sessualità. I vecchi termini di sinistra come questi sono passati in secondo piano, e il linguaggio dei diritti umani è entrato nell’agone politico, come battuta di fondo.
Le lesbiche, che hanno cominciato ad essere coinvolte nel movimento femminista durante gli anni ’80 e ’90, hanno fondato gruppi lesbo-femministi in alcuni luoghi, ma nella maggior pare dell’Europa dell’est e dei paesi euroasiatici, le leader lesbiche hanno cominciato a fare attivismo negli ultimi dieci anni, assieme agli uomini gay all’interno del movimento LGBT per i diritti umani. Ciò che è grandioso è che in tutti questi paesi ci sono nuove organizzazioni di lesbiche, gay, persone queer e persone transgender. Tuttavia, spesso è mancata loro la prospettiva femminista. Ma ci sono alcune lesbiche che si stanno rivolgendo al femminismo, adesso. Per esempio, nel 2013 le leader lesbiche dell’organizzazione Kaos Glbt organizzarono un Forum Femminista ad Ankara, con il titolo “Contro la marginalizzazione del femminismo”, dando speciale risalto alle iniziative femministe fra le lesbiche. Il pubblico includeva lesbiche provenienti da Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Croazia, Georgia, Libano, Macedonia, Montenegro, Serbia, Tunisia e Turchia. Un’altra iniziativa seguì a Tirana, in Albania, dove la grande discussione si svolse sui modi in cui il movimento femminista in Albania può dar sostegno alle lesbiche.
Mentre gli Obiettivi del Millennio arrivano a scadenza nel 2015 e una nuova agenda sullo sviluppo viene negoziata, che opportunità vedi per l’avanzamento dei diritti umani delle donne?
E’ mia opinione che il movimento femminista sia il più efficace fra tutti i movimenti sociali. Per ciò che riguarda il futuro, in questa regione le giovani femministe si stanno ora organizzando in nuovi spazi sovversivi per la trasformazione, molto più di vent’anni fa. Abbiamo le Assistenti Sociali Ribelli che si organizzano per la giustizia sociale in Slovenia, e Clit Budapest che organizza le giovani donne radicali e queer in Ungheria. Vediamo un aumento annuale del numero di giovani donne che si iscrivono a gruppi di studi di genere, scuole estive femministe, festival femministi, dal Kazakistan alla Polonia. E abbiamo molte femministe sui social media, facebook, i blog.
* Questa intervista a Lepa Mladjenovic è stata realizzata per Awid (Association for Women’s Rights in Development, ed è stata scelta e tradotta da Maria G. Di Rienzo (femminista, formatrice e regista teatrale) per il suo blog.
http://comune-info.net/2014/01/movimenti-delle-donne-hanno-cambiato-il-mondo/
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