Via da Radio Maria per aver criticato Papa Francesco
Alessandro Gnocchi e Mario Palmari avevano espresso il loro dissenso nei confronti del papa, licenziati dall'emittente radiofonica
Sono stati licenziati per aver scritto che, a loro, Papa Francesco non piace. Alessandro Gnocchi e Mario Palmari, due giornalisti di Radio Maria, denunciano sulle pagine de “Il Foglio” il loro allontanamento dalla radio cattolica. Qualche giorno fa i due avevano scritto per il giornale di Giuliano Ferrara un commento sull’operato del Papa, dal titolo “Questo Papa non ci piace”. Il loro articolo però, non deve essere piaciuto al direttore di Radio Maria, per cui lavorano, anzi lavoravano, da dieci anni. Poco dopo infatti, gli è stato comunicato il licenziamento.
“Siamo stati esautorati dalla conduzione delle trasmissioni che abbiamo condotto per dieci anni” spiegano Gnocchi e Palmari sul Foglio di oggi. “Ci è stato comunicato con una garbatissima telefonata del direttore, Padre Livio Fanzaga – continuano i due – che ritiene non si possa essere conduttori di Radio Maria e, contemporaneamente, esprimere critiche sul Papa”.
Nel lungo articolo pubblicato il 9 ottobre, i due giornalisti prendevano di mira l’intervista rilasciata da Papa Francesco a Eugenio Scalfari sulle pagine de La Repubblica. Secondo Gnocchi e Palmari, Bergoglio avrebbe espresso concetti contrastanti con quanto sostenuto da altri papi nel passato. La critica si è concentrata anche sullo stile comunicativo di Francesco, molto più massmediatico rispetto ai suoi predecessori.
Mai i due giornalisti avrebbero pensato che queste critiche gli sarebbero costate il posto: “Pur non condividendo questa linea editoriale – proseguono nell’articolo di oggi Gnocchi e Palmaro – ne prendiamo atto rimarcando comunque che le nostre critiche a Papa Francesco non contengono una sola riga che non si attenga alla dottrina cattolica e non sono state espresse dai microfoni della Radio. L’atto compiuto nei nostri confronti risulta dunque abbastanza raro nell’uso giornalistico sia nella sostanza sia nel metodo colpendo delle opinioni, discutibili certo ma legittime, espresse su un’altra testata”.
(Fonte)
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