Facebook: tanti i vivi, ma anche un cimitero
Verrà il giorno in cui su Facebook ci saranno più morti che vivi? La statistica dice di sì: a partire dal 2060.
Verrà il giorno in cui su Facebook saranno più le persone scomparse di quelle vive? La curiosità degna del giorno di Halloween è soddisfatta da una statistica seria, che ha stabilito che all’attuale ritmo di crescita e se continuerà ad esistere e i suoi abitanti ad esservi iscritti, a partire dal 2060 il rapporto vivi/morti si invertirà.
Facebook è ancora un sito popolato di giovani, perché lui stesso giovane e con una forte componente generazionale di partenza (anche se questo assunto sta cominciando a scricchiolare con le generazioni successive). Per questa ragione la questione degli account di persone che hanno lasciato questa terra è ancora abbastanza limitata. Un giorno però non sarà più così, e quello che si chiede il blog What If? è quando accadrà e se il sito è pronto a questa evenienza.
Stabilire quando non è semplice come sembra. Si tratta di considerare la popolazione attuale e il suo invecchiamento, ma anche il tasso di crescita di nuovi iscritti e il loro relativo invecchiamento, incrociandolo con quello della mortalità fin qui osservato. Basandosi sugli attuali numeri, ci sono circa 10 o 20 milioni di persone che un tempo si sono iscritte a Facebook e oggi non sono fra i viventi, il tasso di mortalità a seconda delle fasce d’età è perfettamente prevedibile. Decisivo per una data più o meno vicina è dunque capire quanto Facebook saprà crescere numericamente e ringiovanire demograficamente:
Se Facebook non farà la fine di Friendster, i morti saranno più numerosi dei vivi intorno al 2066. Lo scenario alternativo, in cui Facebook continua ad avere successo e a compensare l’invecchiamento dei suoi utenti, sposterebbe la data negli anni successivi al 2100.
Facebook resisterà?
Il Web è disseminato di siti che un tempo si credeva indistruttibili, invece oggi sono defunti. Nulla è per sempre. Facebook sembra avere le caratteristiche tipiche di Google, cioè aver assunto un ruolo fondativo di un servizio a un tale livello di massa per cui tende a conservarla contro ogni pressione esterna, ma è interessante porsi questa domanda perché ne attrae altre più concrete e anche filosofiche: quali sono le strategie possibili per gestire le pagine di una persona defunta?
Facebook permette di segnalare l’accaduto per estinguere un profilo o renderlo commemorativo. Non mancano neppure esempi brillanti di applicazioni e servizi pensati per la gestione dei dati diffusi in Rete di una persona che non c’è più. Mancano però le norme sociali che regolino queste problematiche: cosa fare delle mail? È giusto mantenere i contatti con il profilo Internet di una persona? I social sostituiranno emotivamente i cimiteri? E come, con quali strumenti e garanzie? La pagina di una persona morta è da considerare interattiva o ferma? Si può commentare oppure no? Deve essere gestita dai familiari o da un servizio privato? Secondo criteri personalizzati o algoritmici?
Su questo tema un po’ inquietante ma importante nessuno ha stabilito un metodo preciso. Come sempre sarà l’antropologia culturale, frutto dei tentativi, della selezione delle idee migliori e più idonee ai tempi, a stabilirlo. Intanto, buon Halloween a tutti.
Su questo tema un po’ inquietante ma importante nessuno ha stabilito un metodo preciso. Come sempre sarà l’antropologia culturale, frutto dei tentativi, della selezione delle idee migliori e più idonee ai tempi, a stabilirlo. Intanto, buon Halloween a tutti.
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