giovedì 31 ottobre 2013

Facebook: tanti i vivi, ma anche un cimitero

Verrà il giorno in cui su Facebook ci saranno più morti che vivi? La statistica dice di sì: a partire dal 2060.


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Verrà il giorno in cui su Facebook saranno più le persone scomparse di quelle vive? La curiosità degna del giorno di Halloween è soddisfatta da una statistica seria, che ha stabilito che all’attuale ritmo di crescita e se continuerà ad esistere e i suoi abitanti ad esservi iscritti, a partire dal 2060 il rapporto vivi/morti si invertirà.
Facebook è ancora un sito popolato di giovani, perché lui stesso giovane e con una forte componente generazionale di partenza (anche se questo assunto sta cominciando a scricchiolare con le generazioni successive). Per questa ragione la questione degli account di persone che hanno lasciato questa terra è ancora abbastanza limitata. Un giorno però non sarà più così, e quello che si chiede il blog What If? è quando accadrà e se il sito è pronto a questa evenienza.
L'anno dopo il quale Facebook potrebbe avere più utenti trapassati che ancora vivi dipende dal tasso di crescita: il range va dal 2060, in caso si mantenga così com'è, oppure anche il 2130 in caso acquisisca più giovani di quanti utenti anziani scompaiano.
L’anno dopo il quale Facebook potrebbe avere più utenti trapassati che ancora vivi dipende dal tasso di crescita: il range va dal 2060, in caso si mantenga così com’è, oppure anche il 2130 in caso acquisisca più giovani di quanti utenti anziani scompaiano.
Stabilire quando non è semplice come sembra. Si tratta di considerare la popolazione attuale e il suo invecchiamento, ma anche il tasso di crescita di nuovi iscritti e il loro relativo invecchiamento, incrociandolo con quello della mortalità fin qui osservato. Basandosi sugli attuali numeri, ci sono circa 10 o 20 milioni di persone che un tempo si sono iscritte a Facebook e oggi non sono fra i viventi, il tasso di mortalità a seconda delle fasce d’età è perfettamente prevedibile. Decisivo per una data più o meno vicina è dunque capire quanto Facebook saprà crescere numericamente e ringiovanire demograficamente:
Se Facebook non farà la fine di Friendster, i morti saranno più numerosi dei vivi intorno al 2066. Lo scenario alternativo, in cui Facebook continua ad avere successo e a compensare l’invecchiamento dei suoi utenti, sposterebbe la data negli anni successivi al 2100.

Facebook resisterà?

Il Web è disseminato di siti che un tempo si credeva indistruttibili, invece oggi sono defunti. Nulla è per sempre. Facebook sembra avere le caratteristiche tipiche di Google, cioè aver assunto un ruolo fondativo di un servizio a un tale livello di massa per cui tende a conservarla contro ogni pressione esterna, ma è interessante porsi questa domanda perché ne attrae altre più concrete e anche filosofiche: quali sono le strategie possibili per gestire le pagine di una persona defunta?
Facebook permette di segnalare l’accaduto per estinguere un profilo o renderlo commemorativo. Non mancano neppure esempi brillanti di applicazioni e servizi pensati per la gestione dei dati diffusi in Rete di una persona che non c’è più. Mancano però le norme sociali che regolino queste problematiche: cosa fare delle mail? È giusto mantenere i contatti con il profilo Internet di una persona? I social sostituiranno emotivamente i cimiteri? E come, con quali strumenti e garanzie? La pagina di una persona morta è da considerare interattiva o ferma? Si può commentare oppure no? Deve essere gestita dai familiari o da un servizio privato? Secondo criteri personalizzati o algoritmici?
Su questo tema un po’ inquietante ma importante nessuno ha stabilito un metodo preciso. Come sempre sarà l’antropologia culturale, frutto dei tentativi, della selezione delle idee migliori e più idonee ai tempi, a stabilirlo. Intanto, buon Halloween a tutti.

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