Margaret Thatcher ottenne, negli anni ‘80, importanti vittorie contro i sindacati - in particolar modo quelli del settore minerario - in nome del diritto al profitto per pochi a scapito della dignità di molti. Altri diritti, però, erano sicuramente secondari agli occhi del primo ministro inglese: primi tra tutti, quelli degli omosessuali. La sezione 28 del Local Government Act del 1988, infatti, prevedeva la proibizione della “promozione dell’omosessualità” nelle scuole e nelle amministrazioni britanniche.
“Ragazzini ai quali si dovrebbe insegnare il rispetto per i valori della morale tradizionale vengono invece indottrinati, viene loro insegnato che hanno il diritto inalienabile di essere gay”, dirà la Thatcher. Un provvedimento che impediva, di conseguenza, la diffusione di libri o materiale con contenuti, anche lontanamente, vicini al mondo omosessuale, e proibiva di fatto alle istituzioni locali di finanziare qualsiasi iniziativa delle associazioni LGBT. Una legge doppiamente infame se si pensa che, proprio in quel periodo, l’epidemia di AIDS/HIV stava toccando livelli inquietanti anche e soprattutto a causa della scarsa informazione sul tema.
La protesta contro la Thatcher partì dal nord dell’Inghilterra, precisamente da Manchester, dove la comunità LGBT era sempre stata molto attiva. “Avevamo un ufficio segreto nell’attico del comune dove più di 100 persone si riunivano ogni settimana. Organizzavamo una protesta contro il governo nazionale dall’ufficio di un governo locale. In maniera totalmente illegale”, dirà Paul Fairweather, uno degli esponenti della comunità gay mancuniana. “Andammo nei club e nei bar omosessuali, dove chiedevamo ai proprietari di fermare la musica al fine di poter parlare. Qualcuno protestava, ma alla fine del discorso capivano la gravità della situazione. L’intera comunità era sotto attacco. I bar e club stessi erano a rischio, per non parlare della violenza da parte della polizia”. I controlli dei poliziotti inglesi infatti diventavano sempre più frequenti. Le violenze a danno di omosessuali aumentavano e le denunce erano praticamente inutili. In questo clima di tensione si organizzò. sempre a Manchester, una marcia di protesta contro la legge. E fu un successo clamoroso: più di 20 mila persone si recarono in città per supportare la lotta contro la sezione 28. La comunità LGBT non fu lasciata sola e diede una risposta forte al governo della Thatcher. Nonostante tutto, la sezione 28 rimase in vigore fino al 2001 in Scozia e al 2003 nel resto del Regno Unito. Alcuni anni dopo, nel 2009, il primo ministro David Cameron si scusò pubblicamente, a nome del partito conservatore, per la promulgazione della sezione 28.
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