“Poche persone contribuirono tanto al benessere generale dell’umanità e al progresso della scienza quanto la donna modesta e schiva che il mondo conosceva come Madame Curie. Le sue epocali scoperte del polonio e del radio, i successivi onori che le furono conferiti e le fortune che avrebbero potuto essere sue se solo l’avesse volute, non cambiarono il loro modo di vivere. Rimase impegnata nella causa della scienza, preferendo il suo laboratorio a una posizione sociale di rilievo. La strada che avevano scelto lei e il marito la seguì per tutta la vita, disdegnando ogni sfarzo. E così ha conquistato non solo i grandi segreti della scienza, ma anche i cuori delle persone di tutto il mondo.”
Questo è un estratto del lungo necrologio che il New York Times dedicò a Marie Curie, l’unica persona ad aver vinto il premio Nobel in due scienze diverse (fisica 1903, chimica 1911). In una vecchia intervista ha riassunto la sua biografia in sedici parole:
“Sono nata in Polonia. Ho sposato Pierre Curie e ho due figlie. Ho lavorato in Francia.”
Mentre non risparmiò parole per descrivere il suo amore verso la scienza:
“Sono tra coloro che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico, è anche un bambino posto di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come una fiaba. Non dobbiamo permettere che si creda che tutto il progresso scientifico si possa ridurre a meccanismi, macchine, ingranaggi benché anche tali macchinari abbiano una loro bellezza. Né credo che lo spirito di avventura corra il rischio di scomparire nel nostro mondo. Se vedo qualcosa di vitale intorno a me, è proprio quello spirito di avventura, che sembra indistruttibile e affine alla curiosità.”
In foto Marie Curie con un cronometro in mano mentre misura la radioattività nel laboratorio di Rue Cuvier, 1904. Credits Association Curie Joliot-Curie
Storie Scientifiche
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