IL MONDO DEL JAZZ ITALIANO PIANGE ADRIANO MAZZOLETTI – MOLENDINI: “SE NE È ANDATO A 88 ANNI APPENA SFIORATI, E QUASI TUTTA LA VITA L’HA DEDICATA ALLA MISSIONE DEL JAZZ. FUNZIONARIO RAI. RICERCATORE CERTOSINO, QUASI MANIACALE. FORMIDABILE ARCHIVISTA. FONDAMENTALE CRONISTA. DIVULGATORE ANTIRETORICO. PRODUTTORE DISCOGRAFICO. HA TENUTO INSIEME IL JAZZ ITALIANO PER SETTANT’ANNI...” –VIDEO
https://youtu.be/PqhjZQw0A1A
Marco Molendini per Dagospia
Adriano Mazzoletti se ne è andato a 88 anni appena sfiorati, li avrebbe compiuti domani, e quasi tutta la vita, da quando era poco più di un ragazzo e già organizzava un Jazz club a Perugia facendo suonare Louis Armostrong, l’ha dedicata alla missione del jazz. Funzionario Rai (dove ha fatto carriera realizzando programmi di intrattenimento). Ricercatore certosino, quasi maniacale. Soprattutto formidabile archivista. Fondamentale cronista. Divulgatore antiretorico. Produttore discografico. Ha tenuto insieme il jazz italiano per settant’anni e lo ha raccontato in modo quasi notarile in un manuale storico di migliaia di pagine (Il jazz in Italia) e che da anni stava ansiosamente completando.
adriano mazzoletti e louis armstrong
Mazzoletti, al di là delle formalità di circostanza, è stato davvero una colonna del jazz in Italia da quando, quel mondo incerto e provinciale, doveva ancora diventare adulto, fino ad oggi. Musicisti, giornalisti, appassionati: non c'è nessuno che non lo abbia incrociato con le sue imprese.
C'era un tempo in cui la Rai faceva servizio pubblico e lui infilava la musica dei suoi eroi dovunque poteva, organizzava trasmissioni, ospitate, vere e proprie stagioni concertistiche. Parlo degli anni Sessanta con gli appuntamenti di via Asiago per la favolosa serie Jazz Concerto, che ricordo come fosse oggi, tanta era l'emozione di quei pomeriggi passati nella sede della radio, aspettando dal portiere il passi per entrare.
Nel deserto musicale di quei tempi quegli appuntamenti erano un improvviso e imperdibile squarcio sul gran jazz, sfilata di giganti da Earl Hines a Phil Woods, da Dexter Gordon a Johnny Griffin, da Hampton Hawes a Ornette Coleman, da Kenny Clarke a Tony Scott. Sono stati una palestra per chi suonava, e il jazz italiano ha avuto largo spazio, e per chi ascoltava, allora un circolo ristretto composto sempre dalle stesse persone che portavano nella Rai di quei tempi una fresca ventata di novità.
adriano mazzoletti foto di bacco
Nella mia formazione sono stati un passaggio fondamentale, come professionalmente è stato emotivamente trascinante lavorare per lui in quei programmi serali da Radio Uno in cui si poteva discutere e ascoltare il jazz liberamente e mandarlo anche in onda.
adriano mazzoletti 2 adriano mazzoletti 3 ADRIANO MAZZOLETTI - IL JAZZ IN ITALIA adriano mazzoletti dario salvatori foto di bacco
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Castiglione71
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