LA REGINA DI FRANCIA MARIA ANTONIETTA VIENE GHIGLIOTTINATA A PARIGI
Il 14 ottobre 1793 nonostante non avesse ancora 38 anni, Maria Antonietta apparve in tribunale notevolmente magra e malata, perché da settimane rifiutava di mangiare. Portata davanti al Tribunale rivoluzionario, venne paragonata alle malvagie regine dell'antichità e del Medioevo: l'accusa la volle presentare come la responsabile di tutti i mali della Francia, sin dal suo arrivo nel paese. Le vennero mosse fondamentalmente tre accuse: “esaurimento del tesoro nazionale”, “intrattenimento di rapporti e corrispondenza segreti” con il nemico (l'Austria e i filomonarchici) e “cospirazioni contro la sicurezza nazionale ed estera dello Stato”. Alla fine del processo Maria Antonietta sperava di essere estradata nella sua natia Austria, ma la successiva lettura di sentenza di morte infranse ogni sua speranza. Era sicura di non aver commesso i crimini dei quali era stata accusata, poiché aveva solo cercato di salvare la monarchia come l'aveva sempre concepita, ma ciò era considerato alto tradimento per la repubblica francese. Tuttavia, il suo era chiaramente un processo farsa, visto che il verdetto era già stato deciso in precedenza e la giuria la condannò all'unanimità alla pena di morte. Maria Antonietta ascoltò la sentenza senza proferire parola.
La mattina del 16 ottobre, Maria Antonietta, alla quale era stato vietato di vestirsi di nero, indossò un abito bianco, il colore del lutto per le regine di Francia e successivamente il boia, Charles-Henri Sanson, dopo averle tagliato i capelli fino alla nuca, le legò le mani dietro la schiena. La vedova del re di Francia Luigi XVI fu quindi portata fuori dalla prigione e fatta salire su un carro scoperto per le vie di Parigi. Dopo aver sfilato in mezzo alla folla che le gridava ingiurie, venne fatta scendere a Place de la Révolution. Nel salire rapidamente i gradini del patibolo, si racconta che involontariamente pestò un piede del boia, al quale disse: «Pardon, Monsieur. Non l'ho fatto apposta», e questo la perdonò. Alle 12.15 la lama cadeva sul suo collo. Il boia prese la testa sanguinante e la mostrò al popolo parigino, che gridò “Viva la Repubblica!”.
«È a voi, cara sorella, che scrivo per l'ultima volta, sono stata condannata a una morte terribile destinata solo ai criminali, andrò a raggiungere vostro fratello, come lui innocente. La cosa che mi rattrista è quella di lasciare i miei figli, sapevate che vivevo solo per loro, che mio figlio non dimentichi le ultime parole di suo padre e che non cerchi di vendicare la nostra morte. Avevo degli amici; il solo pensiero di separarmi da loro mi spezza il cuore conserverò il vostro ricordo fino all'ultimo. Vi abbraccio con tutto il cuore così come abbraccio i miei cari adorati figli; mio Dio quanto è straziante doverli lasciare per sempre. Addio, addio».
Lettera di Maria Antonietta scritta nella sua cella e rivolta a Madame Elisabetta, ai suoi figli e a tutti coloro che aveva amato.
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