Un'azienda di medie dimensioni, dedica alla fabbricazione di abbigliamento contraffatto e completamente in nero è stata smantellata nel napoletano. Si erano assicurati i migliori lavoratori, ovviamente in nero, così da battere anche la spietata concorrenza cinese.
-Redazione- Smantellato nel Napoletano dalla Guardia di Finanza di Roma, tra Arzano, Acerra, Melito e Napoli; un vero e proprio "distretto industriale del falso" in odore di camorra: sequestrati 120 mila articoli taroccati oltre a laboratori, sartorie e magazzini.
Undici le persone denunciate a vario titolo con l'accusa di associazione a delinquere, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. 20 i lavoratori in nero trovati dalle Fiamme Gialle.
Partendo da venditori ambulanti irregolari che, nelle spiagge del litorale romano, offrono la loro mercanzia in vendita, i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno ripercorso a ritroso la filiera distributiva individuando i vertici dell'organizzazione.
La banda era organizzata con una gerarchia piramidale che vedeva a capo sei imprenditori e si serviva di laboratori clandestini e di alcune sartorie artigianali dalle quali si erano assicurati i migliori sarti per la produzione di capi taroccati. Investimenti in macchinari ultimo modello: 41 quelli sequestrati, oltre a carrelli e stampi, nelle sette sedi dell'organizzazione. C'erano laboratori per il taglio, piccole sartorie artigianali e luoghi dedicati al confezionamento. Una struttura tanto efficiente e a basso costo, da battere la durissima – e altrettanto clandestina – concorrenza cinese.
Tra i clienti più assidui anche esponenti di clan camorristici, sensibili al fascino delle grandi griffe: Burberry Fendi, Armani, Liu Jo, Luis Vuitton, i marchi più richiesti. I prezzi da mercatino dell'usato: 30 euro un paio di jeans Gucci dell'ultima collezione, 50 per le ultime Hogan Interactive. Camicie, maglioni, pantaloni, calzature: in totale i capi contraffatti sequestrati sono 120 mila, destinati a finire anche sulle bancarelle di mezza Italia.
Un volume d'affari da capogiro; l'organizzazione si avvaleva, poi, dei sistemi in voga nel mondo commerciale per i pagamenti: gli ordini dovevano essere regolati rigorosamente tramite postepay e, ai clienti particolarmente affidabili, venivano concesse facilitazioni di pagamento ed aperture di credito per le temporanee carenze di liquidità.
http://www.articolotre.com/2014/08/napoli-smantellata-rete-di-sartorie-clandestine-vendevano-le-finte-griffe-anche-ai-camorristi/
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