BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI – DRAGHI METTE IN RIGA IL RENZI: “RIFORME STRUTTURALI CONDOTTE SENZA SUFFICIENTE IMPEGNO” ¬ – MA QUALE SENATO ED ITALICUM! “MERCATO DEL LAVORO, GIUSTIZIA CIVILE, CONCORRENZA E LOTTA ALLA BUROCRAZIA”
Il giorno dopo la doccia fredda del Pil, il presidente della Bce dice che gli Stati devono “cedere sovranità” all’Europa per fare le riforme strutturali. Poi spiega perché l’Italia non cresce: “Gli investimenti privati sono deboli per l’incertezza e la mancanza di riforme strutturali”. Padoan giocherella con i tagli…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Il “Day after” del Pil in ribasso è lo spread che sale ancora e tocca quota 180 punti, ma soprattutto Mario Draghi che indica la strada al governo di Roma con una precisione imbarazzante.
Matteo Renzie fa buon viso a cattivo gioco ed è lestissimo a far uscire sulle agenzie che ha molto apprezzato le parole del governatore della Bce sull’importanza e sull’urgenza delle riforme, ma la “messa in riga” arrivata da Francoforte è di quelle che non possono passare inosservate.
Draghi, parlando non solo dell’Italia, dice che è arrivato il momento per gli Stati di “cedere sovranità” all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”, dicendo che per esse bisogna fare lo stesso cammino che è stato fatto a livello di bilancio. Poi arriva all’Italia e sono dolori per il governo di Pittibimbo: “Una delle componenti del basso Pil italiano è il significativo debole livello degli investimenti privati”, causato dalla “incertezza e dalla mancanza di riforme strutturali che non sono condotte con sufficiente impegno”.
Ma la parte più imbarazzante, per Palazzo Chigi, è quella in cui Draghi fissa l’agenda di governo con straordinaria puntualità: “Mercato del lavoro, giustizia civile, concorrenza e lotta alla burocrazia”. Riforma del Senato e Italicum, per dire, restano fiuori.
In mattinata, il ministro dell’Economia Padoan era andato alla Camera a spiegare che “è prematuro abbandonarsi a valutazioni sugli 80 euro a soli 3 mesi dalla loro introduzione” e ha confermato che verranno resi stabili anche per il 2015. Dopo di che, sempre negando l’esigenza di una manovra correttiva, il ministro dell’Economia ha detto che la revisione delle spese è parte integrante della strategia di crescita del governo, e che in alternativa andrà tagliata tutta una serie di agevolazioni e detrazioni fiscali. Un taglio che però Padoan dice di voler scongiurare.
Il resto della giornata politica registra l’approvazione alla Camera, previa consueta fiducia, della riforma della Pubblica amministrazione preparata da Marianna Madia e passi avanti al Senato sull’approvazione della riforma costituzionale. Tra le novità, figurano il referendum propositivo, finora escluso, il cambiamento della procedura di approvazione delle leggi e la decisione di lasciare sempre alla Camera l’ultima parola sui provvedimenti di bilancio. Spunta anche la possibilità di commissariare per deficit gli enti locali – Regioni e comuni – per i quali sia accertato un grave stato di dissesto economico. Il rischio, con l’aria che tira dalla Bce e da Bruxelles, e che lo faccia direttamente l’Europa.
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