venerdì 1 agosto 2014

Cassazione, il caso Shalabayeva fu un abuso di potere. Perché Alfano resta al Viminale?

Di Claudio Forleo 
La notizia è di ieri, ma è passata come acqua fresca. La Corte di Cassazione ha stabilito che il caso Shalabayeva, moglie del controverso dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, prelevata nel maggio 2013 assieme alla figlia dalla sua casa nella periferia romana, condotta nel CIE di Ponte Galeria ed espulsa dal paese con destinazione Kazakistan, è un gigantesco abuso di potere. Il Viminale, dove siede Angelino Alfano, è stato condannato a pagare alla Shalabayeva il "risarcimento del danno per la materiale privazione della libertà personale, non giustificata dalla sussistenza delle condizioni di legge".


Renzi

(Foto: Reuters / )
Matteo Renzi e Angelino Alfano al Senato

La sentenza evidenzia dunque che sarebbe stato facile evitare l'abuso (e una figuraccia internazionale all'Italia), ma le cose andarono diversamente. Chi paga o ha pagato per questo? Fin qui solo il capo di gabinetto di Angelino Alfano, dimissionario e capro espiatorio. Un anno fa la mozione di sfiducia presentata dai Cinque Stelle contro il ministro venne respinta.
"Posso solo sperare che alla fine di questa vicenda non paghino solo le forze dell'ordine. Le forze dell'ordine in questo Paese sono composte da persone perbene. Eppure quando ci sono queste vicende pagano spesso solo i pesci piccoli". Lo diceva Matteo Renzi, allora 'semplice' sindaco di Firenze. All'epoca ilFinancial Times chiedeva la testa di Alfano, sottolineando come il governo Letta ne sarebbe uscito indebolito qualora nessuno nell'esecutivo si fosse preso la responsabilità del "pasticcio kazako". Arrivato a Palazzo Chigi il premier Renzi ha confermato Alfano al Viminale. Lo farà anche dopo questa sentenza?
Secondo quanto riferito da Alfano in Aula, lui "non sapeva", l'ennesimo ministro a sua insaputa. Pur credendo alla versione del numero 1 del Viminale, molto debole perchè lo stesso capo di gabinetto Procaccini ha dichiarato di aver incontrato l'ambasciatore kazako il giorno prima del blitz di Casal Palocco "non di sua iniziativa"questo non alleggerisce la sua posizione. Significa, come minimo, che Alfano non controlla il suo Ministero. Motivazione sufficiente per rassegnare le dimissioni o che sia il capo del governo a chiedergli di farlo. C'è solo un problema: in Italia i pregiudicati riformano la Costituzione con il capo del governo...


http://it.ibtimes.com/articles/69037/20140731/shalabayeva-cassazione-alfano-renzi-dimissioni-viminale.htm#ixzz396iPN1G0

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