lunedì 10 marzo 2014

Perché odio l’America

di Mickey Z.*
E’ una domanda particolarmente facile da provocare. Si potrebbe, per esempio, parlare della brutale politica estera di questa nazione. Fate un’’unica domanda di approfondimento su, per esempio, la complicità degli Stati uniti nel rovesciare i governi in Guatemala, Iran o in Cile e si materializzeranno patrioti permalosi a difendere l’’onore del loro paese accusandovi di essere “antiamericani”.
Naturalmente, questa affermazione potrebbe condurmi a soppesare fino a che punto debba essere totalitaria una cultura anche solo per il fatto di accogliere un simile concetto, ma preferisco utilizzare la decantata Difesa di Arundhati Roy.
Come chiede la signora Roy: ““Cosa significa il termine antiamericano? Significa che si è anti-jazz o che ci si oppone alla libertà di parola? Che non adoriamo Toni Morrison o John Updike? Che siamo in conflitto con le sequoie giganti?””.
Quando vengo pressato sul mio “odio” per il “mio” paese, qualche volta rispondo: “Non odio l’’America. In effetti, penso sia uno dei migliori paesi che siano mai stati rubati”.
Battute a parte, devo fare una confessione: se per “America” intendete i rappresentanti eletti/nominati e le imprese che li foraggiano/possiedono, bene, è vero, io odio l’’America, con passione e molte giustificazioni.
Per cominciare, odio l’’America per il quasi completo sterminio e la persistente oppressione della popolazione indigena di questo paese. La odio per il suo ruolo nel commercio degli schiavi africani e per aver colpito civili con bombe atomiche.
Potrei andare avanti per pagine e pagine, ma riassumerò in questo modo: odio l’’America perché è un’’ipocrisia bianca specista, classista, transfobica, omofobica, che discrimina gli anziani, razzista, sessista, discriminatoria nei confronti dei disabili, patriarcale, capitalista, supermacista.
Dopo una dichiarazione come questa, potete immaginare cosa segue: Se odi così tanto merica, perché non te ne vai?
Lasciare l’’America? Mi metterebbe potenzialmente all’’altro estremo della politica estera degli Stati uniti. No grazie.
Per esempio mi piace il modo in cui Paul Robeson ha risposto a una domanda molto simile di fronte al House Un-American Activities Committee nel 1956: “”Mio padre era uno schiavo e la mia gente è morta per costruire questo paese e intendo restare qui e averne una parte, proprio come voi. E nessuna testa fascista come la vostra mi caccerà, chiaro?””.
Comunque, dato che nessuno dei miei è morto per costruire qualcosa, potrei invece prendere in prestito dallo storico William Blum che afferma: “”Sono impegnato a combattere la politica estera degli Stati uniti, la più grande minaccia alla pace e alla felicità nel mondo, e stare negli Stati uniti significa stare nel posto migliore per portare avanti la battaglia. Questa è la pancia della bestia, e provo ad essere un’’ulcera al suo interno””.
Inutile dire che nessuno di loro placa minimamente la folla di nastri gialli – cioè la gente che ti dice di essere orgogliosa di essere americana …come se avessero qualcosa a che fare con questo.
Ciò che offende di più questi “sbandieratori” è quando qualcuno come me fa uso della libertà che loro proclamano di adorare.
Secondo la loro logica contorta, sono ingrato della mia libertà se ho l’’audacia di esercitarla. Per esempio, se scelgo di fare il saluto alla bandiera, in qualche modo non sono degno di avere la libertà di scegliere di non farlo.
Questi cosiddetti patrioti, non solo proclamano di celebrare la libertà mentre rifiutano il mio diritto di goderne, ma ignorano anche convenientemente i movimenti sociali che hanno combattuto e ottenuto tali libertà.
Di sicuro io odio la loro America e, qualche volta, avere il coraggio di ammettere ciò che odiamo è il primo passo verso la creazione di ciò che amiamo.

#shifthappens

Traduzione Elisabetta Mincato
970359_10201359965854003_1658543147_n(1)*Mickey Z, ovvero Michael Zezima, è scrittore ma anche giornalista e fotografo, e vive a New York. Autore di oltre dieci libri, il più recente è il romanzo Darker Shade of Green(tra quelli tradotti in Italia «Salvate Il Soldato Potere: I falsi miti della Seconda Guerra Mondiale», Il Saggiatore). Fino a quando la legge non cambierà o finirà l’’energia elettrica, potete trovarlo in un paio di oscuri siti web chiamati Facebook e Twitter. Chiunque desideri sostenere i suoi sforzi da pensatore critico, da sempre nei movimenti sociali, può farlo con una donazione qui.Comune è il sito in Italia al quale invia periodicamente i suoi articoli. Questo articolo è stato pubblicato anche su worldnewstrust.com. Traduzione di Elisabetta Mincato per Comune-info.

http://comune-info.net/2014/01/perche-odio-lamerica/

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