Febbre del Pianeta, Europa sarà il 'grande malato'
Termometro salirà di oltre 2 gradi portando alluvioni e siccità
di Laura Giannoni
L'Europa contrarrà per prima la 'febbre del Pianeta' e sarà il paziente più grave, con sintomi che vanno dalle alluvioni alla siccità fino a un incremento degli eventi estremi, per i quali "è necessario già da ora pensare a una cura in grado di contenere i danni". A lanciare l'allarme è un team internazionale di esperti climatici secondo cui, quando le temperature mondiali aumenteranno di 2 gradi, l'asticella di mercurio europea segnerà un incremento ben maggiore.
Il riscaldamento globale è già in atto e sta mostrando le sue conseguenze, dallo scioglimento dei ghiacci allo spostamento verso i Poli di animali e piante in cerca di temperature più fredde. A livello internazionale è stato fissato in un aumento di 2 gradi, rispetto ai livelli preindustriali, il limite da non superare per contenere i rischi del cambiamento climatico. Questa soglia, se non si interviene in modo massiccio per ridurre le emissioni di CO2, si dovrebbe raggiungere al massimo entro il 2050. In Europa però ci si arriverà prima, visto che a metà di questo secolo il termometro del Vecchio Continente segnerà quasi ovunque un aumento superiore ai 2 gradi.
Stando allo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, un incremento delle temperature oltre i 2 gradi interesserebbe in inverno il Nord e l'Ovest dell'Europa, con l'unica eccezione del Regno Unito, e in estate il Sud. In Russa e in Scandinavia gli inverni sarebbero più caldi di 5-8 gradi, mentre nella regione mediterranea e nella penisola iberica le estati segnerebbero 3 gradi in più, con temperature ben al di sopra dei 40 gradi in diverse aree.
Sempre in base all'indagine, ci sarà un forte aumento delle precipitazioni in Europa centro-settentrionale durante l'inverno, e nel solo Nord Europa in estate. Nel Sud Europa, invece, in estate si registrerà un declino generale delle piogge che andrà ad accrescere i problemi di scarsità idrica. Nella maggior parte del continente, poi, aumenteranno i casi di precipitazioni estreme, facendo salire il rischio di alluvioni che stanno già avendo conseguenze importanti anche a livello economico. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, infatti, nel primo decennio del XXI secolo le alluvioni in Europa hanno comportato una perdita di 50 miliardi di euro.
''Anche con un target ambizioso come il contenimento entro i 2 gradi, i cambiamenti del clima europeo sarebbero notevoli'', spiega il francese Robert Vautard del Centro nazionale di ricerca scientifica, autore principale dello studio finanziato dall'Ue nell'ambito del progetto Impact2C, volto a valutare le conseguenze del riscaldamento globale su settori chiave come l'energia, l'agricoltura, la salute e la gestione delle acque. ''L'Europa subirebbe impatti significativi, che andrebbero a esacerbare l'attuale vulnerabilità climatica. Per questo è necessario - conclude - pianificare in anticipo una strategia di adattamento''.
L'Europa contrarrà per prima la 'febbre del Pianeta' e sarà il paziente più grave, con sintomi che vanno dalle alluvioni alla siccità fino a un incremento degli eventi estremi, per i quali "è necessario già da ora pensare a una cura in grado di contenere i danni". A lanciare l'allarme è un team internazionale di esperti climatici secondo cui, quando le temperature mondiali aumenteranno di 2 gradi, l'asticella di mercurio europea segnerà un incremento ben maggiore.
Il riscaldamento globale è già in atto e sta mostrando le sue conseguenze, dallo scioglimento dei ghiacci allo spostamento verso i Poli di animali e piante in cerca di temperature più fredde. A livello internazionale è stato fissato in un aumento di 2 gradi, rispetto ai livelli preindustriali, il limite da non superare per contenere i rischi del cambiamento climatico. Questa soglia, se non si interviene in modo massiccio per ridurre le emissioni di CO2, si dovrebbe raggiungere al massimo entro il 2050. In Europa però ci si arriverà prima, visto che a metà di questo secolo il termometro del Vecchio Continente segnerà quasi ovunque un aumento superiore ai 2 gradi.
Stando allo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, un incremento delle temperature oltre i 2 gradi interesserebbe in inverno il Nord e l'Ovest dell'Europa, con l'unica eccezione del Regno Unito, e in estate il Sud. In Russa e in Scandinavia gli inverni sarebbero più caldi di 5-8 gradi, mentre nella regione mediterranea e nella penisola iberica le estati segnerebbero 3 gradi in più, con temperature ben al di sopra dei 40 gradi in diverse aree.
Sempre in base all'indagine, ci sarà un forte aumento delle precipitazioni in Europa centro-settentrionale durante l'inverno, e nel solo Nord Europa in estate. Nel Sud Europa, invece, in estate si registrerà un declino generale delle piogge che andrà ad accrescere i problemi di scarsità idrica. Nella maggior parte del continente, poi, aumenteranno i casi di precipitazioni estreme, facendo salire il rischio di alluvioni che stanno già avendo conseguenze importanti anche a livello economico. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, infatti, nel primo decennio del XXI secolo le alluvioni in Europa hanno comportato una perdita di 50 miliardi di euro.
''Anche con un target ambizioso come il contenimento entro i 2 gradi, i cambiamenti del clima europeo sarebbero notevoli'', spiega il francese Robert Vautard del Centro nazionale di ricerca scientifica, autore principale dello studio finanziato dall'Ue nell'ambito del progetto Impact2C, volto a valutare le conseguenze del riscaldamento globale su settori chiave come l'energia, l'agricoltura, la salute e la gestione delle acque. ''L'Europa subirebbe impatti significativi, che andrebbero a esacerbare l'attuale vulnerabilità climatica. Per questo è necessario - conclude - pianificare in anticipo una strategia di adattamento''.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento