Ciucciopolitana nel Cilento
Mettere in rete spazi di biodiversità colturale e culturale del Parco del Cilento, sperimentare il viaggiare lento, dove l’asino non è uno strumento ma prima di tutto un compagno di strada, recuperare vecchi percorsi, per una fruizione del territorio a misura d’uomo. Insomma ribellarsi facendo ai domini dell’auto e del turismo consumista
Il germe della Ciucciopolitana si annida nella progettualita’ partecipata che si inizio’ a sperimentare a Pruno di Laurino (Salerno) nell’ambito di un intervento di sistema integrato che riguardava l’omonima valle. L’Associazione Losap Ludo-Labo Osservatorio socio ambientale Pruno in partenariato con l’Ente Parco nazionale del Cilento, nello specifico con il professor Pasquale Persico, allora redattore del piano di sviluppo socio-economico del territorio, ed in collaborazione con le istituzioni locali, fu animatrice e promotrice di una serie di interventi che riguardavano la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale ed architettonico della Valle di Pruno.
Fu quindi da quel momento, agli albori del nuovo millennio che si iniziò a parlare di Valle degli asini. Si penso’, a sostegno di questa azione, di liberare nella valle un determinato numero di asini e garantire loro una esistenza contemporanea svincolata dagli stereotipi che accompagnano i nostri amati ciucciarielli. Questa scommessa artistico-concettuale partorita dalla collaborazione tra l’economista illuminato, l’eclettico artista contemporaneo Ugo Marano, e gli “attori locali nuovi monaci del terzo millennio”, voleva sperimentare che tipo di interesse ed inevitabile ricaduta avesse avuto la forza di innescare una tale provocazione “liberatoria”…
“ATTACCA LU PATRONE ADDO VOLE/A LU CIUCCIO fu la naturale evoluzione della vicenda e la genesi del Progetto Ciucciopolitana che vedeva luce e voleva essere una occasione per coniugare la tradizione contadina e pastorale con i temi della ruralita’ contemporanea che gia’ da tempo venivano portati avanti dall’associazione e dalla pratica quotidiana di decrescita lenta e felice esperita in TEMPA DEL FICO.
La Ciucciopolitana fu immaginata da Angelo Avagliano come una infrastruttura fondamentale che servisse a mettere in rete e connessione i nodi di biodiversità colturale e culturale che innervano il territorio del Cilento.
Ciucci, ingegneri naturalistici della scuola fondamentale, dovevano diventare facilitatori e mediatori di comunicazione all’interno di una dialettica di solidarieta’ tra le situazioni di biodiversita’ antropologiche, naturalistiche e colturali presenti e disseminate nel territorio del Parco del Cilento.
Un viaggio lento che permettesse di incontrate lo spirito del posto, le acque sonanti la cultura musicale popolare e le tante eccellenze alimentari sopravvissute grazie alla lungimirante e caparbia r-esistenza dei contadini e pastori la cui sapienza comportamentale rappresenta e aspira a rappresentare, un baluardo alla deriva dei rapporti umani che caratterizzano l’attuale momento storico.
Si propone cosi’ una interazione con l’asino alla pari, senza cioè considerarlo come uno strumento di lavoro su cui montare per farci portare ma come un compagno di viaggio che può anche aiutarci ad alleggerirci pesi ma che soprattutto ci regala e ci suggerisce un punto di vista di interpretazione e di fruizione della realtà più umile e allo stesso tempo più integrata e sostenibile, punto di vista che nella corsa al progresso abbiamo da tempo smarrito.
Nello specifico, il tratto distintivo che anima il progetto della Ciucciopolitana consiste nel desiderio di generare e porre in essere una infrastruttura sociale che consente pratiche e colture di sane relazioni tra le persone piuttosto che non una sterile via di transito fine a se stessa; è in questo senso che il progetto è rivolto ad un Cilento ‘interiore’, nella doppia accezione di ‘interno geografico’ (privilegiando un punto di vista non consumistico e spesso soltanto balneare del territorio salernitano) e di ‘interno intimo’, dove i percorsi in compagnia degli asini sono percorsi dell’animo e della condivisione di valori semplici e di amicizia tra le genti e le terre attraversate.
Riscoprire le vecchie strade, tratte anche abbandonate, attraverso il percorso con l’asino inoltre consente di manutenerle e di reimpostare una fruizione del territorio a misura d’uomo, valorizzativa e non consumistica, privilegiando il punto di vista lento del procedere a piedi a passo d’asino e non in vetture e treni che spesso tagliano i territori attraversandoli velocemente ovvero mortificandoli e non consentendo al viaggiatore di viverli come essi meritano.
E’ sempre possibile percorre l’intero tratto della ciucciopolitana della Citta’ del PARCO ed anche le singole tratte di Ciucciovie concordando date e periodi contattandoci. Il numero minimo di partecipanti è di 5 persone.
Fonte: ciucciopolitana.org
Le attività dell’associazione “Tempo del Fico”
http://comune-info.net/2014/01/una-ciucciopolitana-nel-cilento/
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