Il programma di ripopolamento
ha avuto successo. Ma scatta
la protesta degli ambientalisti
la protesta degli ambientalisti
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Il governo degli Stati Uniti si appresta a rimuovere i lupi grigi dall’elenco delle specie protette in 48 Stati su 50 ovvero ovunque tranne Arizona e New Mexico.
La svolta nasce da uno studio del “U.S. Fish and Wildlife Service”, l’ente federale responsabile della fauna, secondo il quale a 18 anni di distanza dalla reitroduzione dei predatori del West attraverso un “programma protetto” si può affermare che il tentativo è stato coronato dal successo. A testimoniarlo sarebbe la presenza di “migliaia di lupi grigi” in più Stati, con la conseguenza di sollevare le proteste di allevatori di bestiame e proprietari di ranch per via del crescente numero di animali che vengono aggrediti e uccisi, soprattutto di notte. Senza contare i danni alle proprietà.
Se la proposta diventerà legge, spetterà ai singoli Stati decidere come comportarsi, potendo dare luce verde alla ripresa della caccia oppure porvi alcune limitazioni come California e Oregon sembrano intenzionati a fare. Le aree dove si registra la popolazione più numerosa di lupi grigi solo le Montagne Rocciose e i Grandi Laghi. Far cadere la definizione di “specie protetta” solleva tuttavia le obiezioni di 14 organizzazioni ambientaliste e anche di membri del Congresso di Washington come Peter DeFazio e Edward Markey, secondo cui “il successo delle reintroduzione è merito della protezione nei parchi nazionali come Yellowstone” e dunque si tratta di un successo facilmente reversibile.
http://www.lastampa.it/2013/04/26/societa/lazampa/negli-stati-uniti-i-lupi-grigi-non-sono-piu-specie-protetta-ipotesi-riapertura-della-caccia-Df4p4t5WWN9DTjfR8vCCcJ/pagina.html
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