DI LEONARDO FACCO*
La campagna elettorale è iniziata da tempo. Da un lato, c’è Silvio Berlusconi VI, che ha già saturato l’etere con la sua ingombrante – e per molti aspetti ridicola – presenza. Dall’altro, c’è Pierluigi Bersani, uomo dell’apparato post-comunista, che ha riempito per settimane le cronache grazie alle “Primarie” di partito, che lo hanno consacrato “primo ministro” in pectore. A latere, ma non troppo, c’è Beppe Grillo, pirotecnico outsider e gran musa di un movimento in cerca di gloria, che acchiapperà una montagna di voti. Nel bel mezzo del cammin delle elezioni, però, c’è anche Fantomas, alias Mario Monti, il premier uscente che il partito lo fa, ma anche no, che si candida a governare, ma anche no, che ha un’agenda politica, ma anche no perchè pare gliela abbia scritta Pietro Ichino. Spietato, dotato di intelligenza diabolica, abilissimo nei travestimenti e megalomane, il professore – con la consulenza di un esperto in materia, Pierparassita Casini – organizza intrighi delittuosi complessi, ma con fini ambiziosi.
Con l’avvio del marchingegno elettorale, la stampa partigiana ha dato subito fuoco alle polveri. Il trend mediatico futuro sarà questo: quelli a libro paga del tycoon di Arcore torneranno ad applicare il “metodo Boffo” contro gli avversari; quelli stipendiati dello Stato – direttamente o indirettamente – faranno la pelle a Grillo, Berlusconi e frattaglie; quelli del gruppo Repubblica-l’Espresso riproporranno al loro nemico di sempre le solite dieci domande.
Fare domande è, per chi fa di mestiere il giornalista, una cosa lecita e doverosa, ma state pur certi che se per quasi tutti i contendenti lo scranno di Palazzo Chigi sarà usato lo scudiscio, per Mario Monti – che a naso temo sarà il prossimo presidente del Consiglio – verranno usati i pannicelli caldi: qualche appunto non troppo molesto al suo operato, fingendo indipendenza e rigore professionale, ma a seguire molti ossequi, complimenti, pacche sulla spalla e, di tanto in tanto, qualche critica inzuccherata. Nelle sacrestie di redazione sanno bene che “l’uomo del Monti” è permaloso ed arrogante.
Dalle pagine di questo giornale, libero da soggezioni e padronanze, mi permetto di rivolgere due interrogativi brevi – non senza dettagliata premessa – al cattedratico milanese, che dopo aver spergiurato di lasciare la politica al termine della sua esperienza “tecnica”, ce lo ritroviamo nuovamente tra le palle. Eccole.
1- Signor Monti, i dati Istat ci dicono che il Pil nel 2012, è precipitato ad un -2,3%, contro il +0,4% del 2011. L’Italia non era in recessione nel 2011, con lei il 2012 è stato l’anno primo della recessione peninsulare. I consumi sono precipitati da -0,9% nel 2011 ad un -3,2% nel 2012, ma secondo alcune associazioni di consumatori arriveranno ad un -5% già ad inizio 2013. L’inflazione nel 2012 ha toccato il 3,3%, era al 2,8% nel 2011. La produzione industriale è crollata, grazie alle ricette del suo governo, a -4,8% rispetto al mese di settembre del 2011. Le aziende serie lasciano questo paese per trasferirsi all’estero. Con loro anche i capitali. La disoccupazione è, ufficialmente al 10,6% (2.800.000 persone, con un aumento di 609.500 unità), esclusi i cassintegrati, che non entrano a far parte delle statistiche dei senza lavoro. Era all’8,4% nel 2011. Per la Bce – notoriamente vicina a lei – è pari al 12%. I giovani senza occupazione sono il 35%. Nel 2011 erano il 27,9%. Le imprese a rischio chiusura nel 2012, per Bankitalia, erano 1 su 3, per Confcommercio 150 mila. Lei è stato nominato per porre rimedio al debito pubblico insostenibile di questo malconcio stivale. Un anno a Palazzo Chigi ha fatto superare il record di 2000 miliardi di euro, 80 miliardi in più rispetto al suo insediamento, facendolo schizzare al 126,5% del Pil. Un aumento del 6,5% rispetto al 120% del 2011. Ancora: la fiducia dei consumatori è scesa ai minimi storici. Nell’ultimo anno, in Italia, gli stranieri hanno investito un decimo di quanto han fatto in Macedonia. L’utilizzo dei prodotti petroliferi è tornato indietro di mezzo secolo, agli anni precedenti il boom economico italiano. Con lei sono in picchiata le accensioni di mutui per l’acquisto di case: -40% nel dicembre 2012 rispetto al dicembre del 2011. Infine, a ridosso del Natale del 2012, il 29% della popolazione italiana risultava statisticamente inserita tra coloro che “vivono ai limiti della soglia di povertà”. Tutto questo ben di Dio, grazie anche all’ennesima, inutile riforma delle pensioni (che ha lasciato decine di migliaia di persone senza lavoro e senza soldi, i cosiddetti “esodati”) e ad una pressione fiscale che è aumentata di diversi punti percentuali in un solo anno. Nonostante questa sequela di “successi” da spavento, lei ha insistito con la stralunata litania secondo la quale avrebbe “salvato l’Italia”.
Vengo alla domanda: ma non si vergogna?
2- Signor Monti, dopo aver attentamente ascoltato le sue uscite pubbliche, soprattutto da settembre in poi, sono andato a sbirciare Wikipedia. Secondo la celebre e democraticissima enciclopedia online, “la psicopatia è un disturbo mentale caratterizzato principalmente da un deficit di empatia e di rimorso, di emozioni nascoste, di egocentrismo ed inganno. Gli psicopatici sono fortemente propensi ad assumere comportamenti devianti e a compiere atti aggressivi nei confronti degli altri. Spesso gli psicopatici sembrano persone normali: simulano emozioni che in realtà non provano, o mentono sulla propria identità”.
Vengo, dunque, alla seconda domanda: lei si ritrova in questa definizione scientifica?
La ringrazio per l’attenzione sua maestà, attendo le risposte.
*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/domande-mario-monti-facco/
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