La statua Traiano, il Palladio e il destino di Roma, durante l'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Una foto diffusa dall'ufficio stampa il 9 ottobre 2012
mostra il busto di Settimio Severo, proveniente dalla collezione
Boncompagni Ludovisi, e risalente al 200-201 d.C. Roma, conservato a
Palazzo Altemps a Roma
Una foto mostra l'Arpocrate di Pompei, bronzo, I sec. a.C. - I sec. d.C. conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il sacrificio dei prigionieri troiani, una copia delle
pitture parietali della Tomba Franois di Vulci eseguita da Augusto
Guido Gatti nel 1931
Massimino il Trace, proveniente dalla collezione Albani, risalente al 235-238 d.C. conservato ai Musei Capitolini di Roma
Una lastra dipinta con ludi funebri, proveniente da
Paestum, necropoli di Andriuolo - tomba 58A - risalente al 340 a.C.
circa e conservata al Museo Archeologico Nazionale di Paestum
Il ritratto di Caracalla da Roma, trovato in una
villa sulla via Cassia, e risalente al 212-215 d.C. conservato a Palazzo
Massimo alle Terme a Roma
Il mosaico con lotta tra Dioniso e gli indiani, della
prima meta' del IV sec. d.C., conservato al Museo Nazionale Romano,
Palazzo Massimo, Roma
Affresco con l'episodio del ratto del Palladio,
proveniente da Pompei, casa degli Attori (I, 2, 6), 20-37 d.C. e
conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Una statua loricata con ritratto non pertinente di
Traiano, da Minturno, fine del I secolo d.C., conservata al Museo
Archeologico Nazionale di Napoli
Una statua di imperatore seduto, identificato con
l'imperatore Claudio da Ercolano, e risalente al I secolo d.C.
conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
l Senatus consultum de Bacchanalibus, 186 a.C.,
proveniente da Tiriolo (ager Teuranus), nell'odierna Calabria, custodito
al Kunsthistorisches Museum, Vienna
La copertina de 'La Difesa della razza ', anno III, n. 16, 20 giugno 1940
il ritratto di Pitagora, dalla collezione Albani,
gia' Giustiniani, copia romana da un originale greco del II-I secolo
a.C. conservato ai Musei Capitolini di Roma
Un rilievo con corteo bacchico, proveninte da
Ercolano, e risalente all'eta' augustea - tiberiana conservato al Museo
Archeologico Nazionale di Napoli
Il manifesto di Gino Boccasile, Brescia, Fondazione Micheletti
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi', 9 ottobre 2012 al Colosseo e ai Fori Romani
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi', 9 ottobre 2012 al Colosseo e ai Fori Romani
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
Un momento dell'inaugurazione della mostra 'Roma Caput Mundi'
di Nicoletta Castagni
ROMA - Una mostra di grande ricchezza, che racconta la potenza
universale dell'impero di Roma, è quella che si apre nelle tre sedi del
Colosseo, della Curia Iulia e del Tempio del Divo Romolo nel Foro
Romano.
Attraverso un centinaio di opere provenienti dai maggiori musei
archeologici d'Italia, la rassegna illustra l'espansione politica e
culturale della città eterna mettendo in luce, oltre alla volontà di
dominio, anche l'aspetto dell'apertura e dell'integrazione nei confronti
dei popoli conquistati. Presentata oggi alla stampa dalla
soprintendente Maria Rosaria Barbera, 'Roma Caput Mundi. Una citta' tra
dominio e integrazioné è stata curata dallo storico Andrea Giardina
(docente alla Scuola Normale di Pisa) e dall'archeologo (all'università
di Napoli L'Orientale) Fabrizio Pesando, che hanno compiuto insieme una
scelta molto mirata di preziosi reperti per restituire al grande
pubblico il vero carattere e la complessità di Roma.
Scopo della soprintendenza e dei curatori è stato principalmente
quello di ribaltare l'immagine falsata dal cinema. "Dal Gladiatore in
poi, e quindi con le fiction più recenti - ha detto la Barbera - è
arrivato il messaggio di un impero massacratore, ma è solo una delle
facce in cui si manifestò la città eterna".
"Dominatori, marziali, brutali, sadici", così, ha aggiunto Giardina,
sono ormai gli antichi romani nell'immaginario collettivo. "Non è che
questo aspetto non sia stato vero, ma non è l'unico - ha proseguito lo
studioso - ogni impero diventa grande infliggendo sofferenze alle
popolazioni".
Nelle sezioni allestite al Colosseo, alla Curia Iulia e la rassegna
cinematografica del Tempio di Romolo, il percorso espositivo completa la
visione storica, sviluppando il lato di apertura verso i popoli,
perseguita nei secoli alacremente. "Fu una società con fortissime
disparità, ma al tempo stesso straordinariamente aperta", ha spiegato
Giardina, citando il fenomeno della schiavitù, a Roma ai massimi
livelli. Eppure si iniziò a liberarli, approntando procedure
burocratiche molto snelle, e i liberti, in età imperiale raggiunsero un
enorme potere. Come Narciso, il liberto dell'imperatore Claudio (in
mostra una fistula con il suo nome). Per non parlare dell'estensione
della cittadinanza romana a tutte le popolazioni soggiogate. Nel giro di
tre generazioni, dalla provincie arrivarono imperatori come Adriano e
Traiano.
"La mostra ha una narrazione complessa", ha detto Fabrizio Pesando
sottolineando la difficoltà di selezionare opere capaci di evocare
questo processo di integrazione. Ecco quindi i pannelli provenienti da
una tomba sunnita di Nola (IV secolo a.C.) che raffigurano
l'aristocrazia italica o i fregi pompeiani che ricordano come la città
campana da oggetto di conquista si trasformò presto in prezioso alleato.
Il calco della colonna Traiana parla invece di trionfi come la Vittoria
alata rinvenuta negli scavi del Quirinale. Si susseguono i busti
dell'imperatore africano (Settimio Severo), di quello barbaro (Massimino
il Trace), di Adriano e Traiano, mentre le successive sezioni
approfondiscono i temi della schiavitù, della relazione con Atene e i
culti religiosi che imperversarono nella Roma imperiale. (ANSA)
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