(✏️ Carlo Macrì) Isolata da tutti. Minacciata, aggredita e frustata perché ha denunciato i suoi stupratori, giovani bulli di paese vicini a famiglie di ‘ndrangheta. «Una scelta vergognosa per i suoi familiari», è scritto nei verbali. Da quel momento la ragazzina ha vissuto l’inferno in terra. La trama di questa storia contiene tracce del Medioevo più oscuro e sanguinoso. La vittima è una minorenne, che continua a vivere a Oppido Mamertina, nel cuore dell’Aspromonte, nonostante la sua famiglia (eccetto la madre) i parenti e gli amici, le abbiano fatto terra bruciata attorno.
Nelle deposizioni rese al pubblico ministero di Palmi che indaga sulle violenze di gruppo subite da due minorenni nel 2023 e nel 2024 (l’altro caso è avvenuto a Seminara), la ragazzina racconta i drammi vissuti. Accusa il fratello e una zia, sorella del padre, che addirittura l’ha frustata perché non ha voluto ritirare le denunce.
Verbale dell’8 gennaio 2025. «Mentre percorrevo la strada per recarmi presso un’anziana signora, al 2° piano della palazzina dove abita anche mia zia, venivo chiamata da quest’ultima che, attraverso il gesto delle braccia, mi faceva entrare nella sua abitazione, dove si trovava anche il figlio. Una volta dentro» racconta la giovane «ho notato che mia zia aveva tra le mani una corda e senza un motivo specifico ha iniziato a colpirmi alle gambe e alla schiena. Ho cercato di divincolarmi, ma non mi è stato possibile poiché suo figlio me lo impediva trattenendomi per le braccia. Non sono riuscita a gridare perché mi hanno tappato la bocca. Mentre mi frustava mi apostrofava: “Devi morire, p...”. Nei giorni scorsi la zia è stata arrestata e messa ai domiciliari con le accuse di violenza aggravata e lesioni. La fustigazione non è la sola aggressione subita. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere

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