Quando, per la prima volta, vidi "Texas Tornado" in Tv, fui subito profondamente colpito. Avevo 10 anni ed Ultimate Warrior era il mio prototipo di wrestler: alto, una montagna di muscoli super definita, carisma da tutti i pori, capelli lunghi ed una energia pazzesca. Quel wrestler, per certi versi, aveva molti tratti in comune (tanto che, nel 1992, quando Warrior tornò sulle scene della WWF, in molti pensarono che sotto il face paint del Guerriero ci fosse proprio lui).
Dan Peterson, che conosceva "l'altra federazione", quella più tecnica, più solida e meno dedita allo spettacolo puro, ovvero la NWA, lo chiamava con quello che sapeva essere il suo vero nome, ovvero Kerry Von Erich, e ci parlava della sua parlata "texana", facendo anche una imitazione pazzesca.
Ricordo, molto ingenuamente, che rimasi un pò dubbioso: come poteva quel lottatore, così fortemente "americano", avere un cognome tedesco? Pensai ad un origine europea, da parte del padre, ma francamente i tratti somatici non è che fossero proprio quelli teutonici... non sapevo nulla dei Von Erich, della tragica storia della loro famiglia, e rimasi all'oscuro per molto tempo di chi - veramente - era Kerry Adkisson, ex-campione NWA, l'unico nella sua famiglia ad aver forse superato in popolarità il patriarca, suo padre Fritz.
Quando lo vedevamo in Tv durante le puntate di "Superstars of Wrestling", mai ci saremmo immaginati che proprio in quel preciso periodo, nonostante avesse vinto il titolo Intercontinentale battendo l'imbattuto Mr.Perfect (Curt Hennig), Kerry stava lottando una battaglia contro un dolore lancinante ed una depressione personale che lo avrebbe portato ad un gesto tragico.
Rispetto agli altri suoi fratelli, Kerry era il prototipo perfetto del wrestler anni 90: alto, muscoloso, amato da tutte le ragazzine che si stappavano i capelli per avere un suo autografo, fu l'unico che colpì Vince McMahon, che lo volle a sé nella WWF, con grande orgoglio del padre, che era stato avversario di Vince in qualità di promoter.
Ma Kerry, mentre aspettava sua figlia Lacey (anche lei, un giorno, futura lottatrice), ebbe un grave incidente con la moto, andando a sbattere contro una macchina della polizia e riportando gravi ferite ad un piede. Ferite che, da wrestler cresciuto con l'idea che "il business va prima di ogni altra cosa", non si curò minimamente di trattare con i dovuti tempi di guarigione, condizione che lo portò ben presto alla tragica amputazione dell'arto.
Kerry decise comunque di non arrendersi: nonostante il dolore fitto e costante, grazie ad una enorme forza di volontà, motivata dal principio base di non deludere un padre che riponeva tutte le aspettative di una carriera in questo mondo spietato praticamente solo su di lui, e grazie anche all'aiuto di antidolorifici in dosi abbondanti, decise di mettersi una protesi dentro uno stivale da wrestling, continuando la sua scalata al successo.
Entrando nel backstage, aveva detto a tutti che non poteva togliersi e mettersi l'attire perché, a seguito dell'incidente, aveva dovuto fare una operazione di "fusione della caviglia", per renderla stabile e permettergli di lottare senza problemi. Una scusa credibile agli occhi dei colleghi, che però nascondeva la drammatica realtà della sua condizione, che peggiorava giorno dopo giorno.
Solo una volta, durante un match contro Colonel De Beers, accidentalmente questi tolse lo scarponcino con la protesi dentro, in una sorta di effetto da film horror anni 80, con conseguente spavento mortale per il Colonello, che pensava di aver menomato per sempre il suo amico sul ring. Ma erano anni in cui internet e social media non esistevano, e fu quindi semplice nascondere la realtà e continuare la propria menzogna.
Purtroppo, l'uso smodato di antidolorifici portò il giovane Kerry a fare uso di tante altre sostanze, portando a peggiorare il suo rendimento nel quadrato. Ben presto, da essere campione e proiettato nel main event, fu messo sempre più in basso nella scaletta dei programmi WWF, fino alla naturale fine del suo contratto.
Un giorno, insieme a Bret "Hitman" Hart, mentre parlottavano tra loro del più e del meno, e della loro pazzesca vita in famiglie che avevano dedicato tutto a questa disciplina, Kerry confidò al canadese di aver voglia di rivedere i suoi fratelli, che lo avevano lasciato a seguito di drammatiche tragedie. Bret si era impaurito, ed aveva fatto leva su di lui parlandogli della famiglia, dei figli, del loro futuro. Un discorso che Kerry approvò in maniera sbrigativa, quasi a voler liquidare il suo interlocutore dopo essersi aperto un pò troppo con lui.
Dopo essere stato beccato ben due volte dalle forze dell'ordine per uso di sostanze illecite, e con l'alta probabilità di passare un periodo in gattabuia, Kerry prese la decisione di non attendere oltre per rivedere quei fratelli a cui era immensamente legato: il 18 Febbraio 1993, nel ranch di famiglia, pose fine alla sua storia su queste tristi terre.
Qualche giorno dopo, la notizia scorse come un brivido freddo lungo la schiena quando arrivò alle orecchie di The Hitman. Bret, insieme al fratello Owen, prese il primo volo per il Texas, per presenziare al funerale di Kerry.
Lì, Fritz e la sua ormai ex-moglie Doris, uniti nel dolore, seppellirono - ancora una volta - uno dei loro amati figli. Fritz fu contento che una parte degli Hart era lì, accanto a loro, nel dolore. Kevin, l'ultimo rimasto in vita dei fratelli, guardava senza parole, con sguardo perso nel vuoto, la bara scendere, mentre il becchino iniziava a buttare terra per coprirne il tumulo: era l'ultimo di loro, l'ultimo sopravvissuto... l'ultimo dei Von Erich.
Bret, vedendo lentamente la bara coprirsi di terra, ripensando a quel pomeriggio in cui l'amico, inavvertitamente, aveva confidato lui il tragico destino che si era riservato, chiuse gli occhi e penso tra sé e sé "arrivederci amico mio... ci vediamo ai cancelli del paradiso".
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