lunedì 2 giugno 2014

La massoneria italiana del Grande Oriente d’Italia esalta il Nuovo Ordine Mondiale

-di Davide Consonni-
[Fonte articolo: Losai.eu]
Qui di seguito riporto per intero un articolo apparso oggi sulla rivista “Erasmo” n° 9-10, anno XV del 31 Maggio 2014. Erasmo è il bollettino d’informazione ufficiale dell’obbedienza massonica italiana del Grande Oriente d’Italia, come potete verificare QUI. L’articolo di Erasmo, (ad opera Giorgio Casoli, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia) contiene, riassunti e sintetizzati, i principi cardine della dottrina mondialista.
“LA MASSONERIA COME VALIDO AUSILIO PER GLI EUROPEISTI  COMUNITARI
I principi che possono servire a chiunque abbia propositi unificanti dell’intera umanità
di Giorgio Casoli (*)(*) Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia
Le persone di seri principi e di buona volontà auspicano che il mondo sia unito, che è poi l’unico obiettivo per garantire la pace e salvaguardare gli squilibri politici ed economici esistenti tra i diversi popoli che abitano nella Terra. Tale risultato richiede, però, tempi biblici per le difficoltà obiettive e soggettive che effettivamente sussistono; nel frattempo – e come soluzione intermedia – occorre pensare alla unificazione dell’Europa. Gli europeisti convinti, pur riconoscendo che i tempi e le difficoltà per realizzare questo obiettivo sono notevoli, si adoperano per rimuovere gli ostacoli di ordine religioso, linguistico, politico, economico, culturale ed organizzativo che si frappongono alla realizzazione di tale obiettivo; sussistono infatti in particolare difficoltà di carattere religioso soprattutto in conseguenza della divisione che esiste in questo settore. E poi: Sussistono difficoltà linguistiche date dalla eterogeneità e
molteplicità delle lingue praticate nel vecchio continente. Sussistono difficoltà politiche rappresentate dal rinascente nazionalismo. Sussistono gravi difficoltà economiche, date soprattutto dallo squilibrio finanziario esistente tra i vari popoli. Sussistono deficienze culturali ed organizzative derivanti dalla cattiva volontà di darsi efficienti centri di organizzazione politica economica e militare. Convinti come siamo della bontà degli sforzi che puntano al superamento degli ostacoli, ma che non sono concretamente attuabili in tempi brevi, siamo invece consapevoli che la Massoneria può dare un valido contributo al raggiungimento degli auspicati obiettivi. Innanzitutto si deve tenere presente che i principi che ispirano la massoneria sono universali e tali da far superare culturalmente ogni ostacolo che si frapponga ad un’iniziativa unificante. Principi che sono: Il principio della tolleranza come primo aiuta a superare ogni divergenza religiosa ed ideale sancendo il rispetto di ogni diversità di religione e di opinioni. Il principio della “ragione” che, come unica fonte di conoscenza, aiuta a rifuggire da ogni forma di dogmatismo e di verità rivelata. Il principio della libertà, che stabilisce un valore primario comune a tutti gli esseri viventi. Il principio di uguaglianza che serve a mitigare ogni divergenza politica ed economica tra i singoli componenti di una qualsiasi comunità. Il principio della fratellanza che serve a correggere le diversità
razziali, religiose ed economiche. Se ne ricava che i principi cui si ispira la Massoneria sono di prezioso ausilio culturale, storico e pratico a chiunque voglia, per tappe, procedere alla unificazione del vecchio continente e successivamente alla unificazione universale del mondo intero. Sono questi i principi che ispirano, da sempre, l’istituzione massonica, ma che possono servire a chiunque abbia propositi unificanti dell’intera umanità
[Fonte articolo: "Erasmo" n° 9-10, anno XV del 31 Maggio 2014, p. 16]
Qui di seguito riporto, a supporto di ciò quanto fin qui sostenuto, le incredibili dichiarazioni di Claudio Bonvecchio in merito all’auspicabile “Nuovo Ordine Mondiale” tanto acclamato e bramato dalle obbedienze massoniche italiane.
Claudio Bonvecchio, Gran Consigliere alla cultura del G.O.I, come potete verificare QUI(*). Il sito dell’obbedienza massonica Menphis  Misraim c’informa che  il signor Claudio Bonvecchi ha conseguito non solo il 33° grado del Grande Oriente d’Italia ma è giunto fino al 66° grado(**) proposto dal rito massonico del Menphis. Per correttezza e completezza riporto il curriculum massonico che il sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia propone a descrizione del Bonvecchio:
Curriculum massonico
Claudio Bonvecchio è stato iniziato presso la R.L. G. Cardano di Pavia nel 1992, dove ha conseguito il grado di Compagno e Maestro. È stato Oratore, Primo Sorvegliante ed in seguito – per un triennio – Maestro Venerabile. È stato insignito della Giordano Bruno d’oro – classe Atena. È membro del Comitato Direttivo della rivista Hiram. È stato Gran Rappresentante del GOI della Gran Loggia di Lettonia e anche della Gran Loggia di California. Nel marzo del 2005 è stato eletto Consigliere dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia per la Circoscrizione Lombarda. Il 10 luglio 2005 è stato eletto Oratore del Consiglio dell’Ordine. Il 5 marzo 2010 è stato nominato Grande Ufficiale di Gran Loggia con l’incarico di Gran Consigliere alla Cultura. Ha partecipato a dibattiti e convegni organizzati dal GOI sia nelle Grandi Logge di Rimini, sia in varie parti d’Italia. Dal 2012 è Presidente della Società Pavese di Studi Massonici. E’ Fratello Onorario delle seguenti Logge: La Perfetta Armonia all’Oriente di Milano; Alfa Beth in Omega all’Oriente di Milano; Umanità e Progresso Krishna n.43 all’Oriente di Milano; Il Dovere all’Oriente di Vigevano” [FONTE]
Ebbene codesto massone è avvezzo al partecipar a decine dei convegni promossi dal Grande Oriente d’Italia, ovviamente nelle vesti di relatore dotto, documentato e preparato. Addirittura la Gran Loggia di Bueno Aires l’ha invitato in Argentina per rivestir di nuovo i panni di relatore ed intrattenere i massoni della Loggia Mitrè n° 325 con le sue argomentazioni, come potete verificare QUI e QUI. Bonvecchio è inoltre autore di diversi libri che trattano di massoneria, esoterismo, occultismo, gnosticismo ed altro. Tal Claudio Bonvecchio, Gran Consigliere alla cultura del G.O.I. ad una prima, seppur superficiale, analisi risulta uno dei massimi rappresentanti della cultura massonica del Grande Oriente e della sua tradizione a livello pubblico, alcune interviste, video, molti libri, moltissime conferenze. Perfettamente in linea con la politica di “trasparenza” attuata dall’ex Gran Maestro Gustavo Raffi e dall’atuale Stefano Bisi. QUI e QUI e QUI potete udire l’intervista rilasciata dal Bonvecchio a Klaus Davi, dove si trattano in maniera banale e superficiale alcuni temi d’attualità massonica con qualche riferimento all’esoterismo e alla tradizione del G.O.I.. Appare invece di tutt’altro spessore e tenore la partecipazione del Bonvecchio a questo documentario, al quale non ci compete di porre giudizio, guardatelo e giudicate da voi; Per usare un eufemismo, il Bonvecchio è certamente un appassionato ed ultra navigato esoterista ed un esperto di discipline occulte quali, per esempio, l’ermetismo, lo gnosticismo e la kabala. Tra le altre vicessitudini, al Bonvecchio è toccata pure quella d’essere Professore ordinario di Filosofia delle Scienze sociali, all’università Insubria. QUI(***) potete leggere l’intero curriculum universitario del Bonvecchio, lungo che non finisce mai, una vita intera, “beato” lui. Per i più appassionati di vicende massoniche italiane riportiamo un articolo proposto dal sito del Grande Oriente d’Italia nel quale  Bonvecchio elargisce generosi complimenti al Gran Maestro del GOI Gustavo Raffi.
Ebbene dopo le dovute presentazioni tra il profano nostro lettore e tal Bonvecchio eccoci a dove si voleva giungere.
A giugno 2013 è apparsa un’intervista di codesto Gran Maestro Bonvecchio per Kyklos Edizioni. Quest’intervista è per diversi aspetti importante ed interessante perché quantomeno riflette il recente pensiero di  una delle massime eminenze massoniche italiane. Il Bonvecchio auspica dichiaratamente un Nuovo Ordine Mondiale.
Qui potete leggere l’intervista completa(****), invece qui di seguito riporto solo il pezzo di maggior interesse per noi che scriviamo:
“In un’altra intervista ha dichiarato che l’unica soluzione al divario tra ricchezza e povertà, che affligge il nostro pianeta, è quella di costituire un Governo mondiale. È ancora di questo avviso?
Un Governo Mondiale è auspicabile quanto la volontà dei singoli di fare un sacrificio rispetto alle proprie condizioni di vita. L’80 % della popolazione è in condizioni disagiate, il restante è benestante perciò, per raggiungere questo sogno, è necessario che tutti abbiano il coraggio di sacrificarsi. Ci vorrà del tempo ma questo può far diminuire il divario. Se questo non avverrà, in futuro io vedo solo guerre.
In che modo un Governo mondiale può fare questo, me lo spiega?
Per cominciare un Governo di tale entità potrebbe essere un regolatore di conflitti, laddove ci fossero dei contendenti potrebbe dire “Mettetevi in pace altrimenti intervengo io contro tutti e due”. Lo stesso per ciò che riguarda l’aspetto economico. Questo non è ancora avvenuto perché prevale l’ipocrisia, la retorica e le formule vuote.
Questo è il suo punto di vista, c’è invece moltissima gente che guarda con terrore all’ipotesi di un Governo mondiale, il famoso Nuovo Ordine Mondiale.
Le persone che pensano questo in realtà non capiscono cosa voglia dire e lo collegano ai sogni di imperialismo che spesso ne hanno accompagnato l’immagine, ma non è a questo che dobbiamo guardare. Io penso piuttosto ad un Governo Mondiale che sia democraticamente costituito, e che possa tener conto delle esigenze di tutti i popoli, realizzando, per quanto sia possibile, gli ideali importanti e fondamentali. Quelli che si scandalizzano quindi, sono dei sepolcri imbiancati, tanto per essere chiari.
Magari si scandalizzano semplicemente perché ci sono precedenti esperienze a cui attingere, come l’Unione Europea, che ha creato problematiche legate all’economia e ha tolto agli Stati anche il minimo di autonomia illusoria che detenevano. Essendo l’UE l’esempio di Governo Mondiale in piccolo, risulta alquanto difficile entusiasmarsi del “grande”…
È vero che non ha risolto problemi, e che in alcuni casi ne ha pure creati, ma non per questo dobbiamo scoraggiarci a pensare in grande. Se tutti ci mettessero la buona volontà, le cose potrebbero andare meglio. La Comunità Europea è andata male perché è stata fondata unicamente sulle problematiche del denaro; una comunità che abbia una valenza politica, deve partire da una unione politica e non economica, ma noi abbiamo a che fare con una classe politica di imbecilli equamente suddivisa, che ha preferito quella formula perché riteneva fosse la più indolore.
Risulta difficile scindere politica ed economia finché gli Stati sono dipendenti dalle banche centrali. Non sarebbe più corretto che il cambiamento avvenisse proprio da questo nodo e che gli Stati si stampassero da soli la moneta anziché ricorrere a debiti con le banche centrali?
Perché c’è una comunità economica con una banca centrale ed evidentemente ci sono degli obblighi che sono stati accettati.
Guardi che in realtà abbiamo esempi di statisti che hanno cercato di fare questo.
Certo ma bisognava farlo prima e comunque, bisognava prima puntare ad un’unità politica più forte, così da poter controllore il quadro economico. Se si mette l’economia al primo posto e non la politica ci sarà sempre un divario.
Le ricordo che gli statisti che hanno tentato di fare questo balzo, in un modo o nell’altro, hanno subito una brutta fine e questo è un dato di fatto.
Vuol dire che in qualche modo prevale l’economia sulla politica.
Con le maniere forti a quanto pare…
L’economia fra prevalere la sua forza ma questo non accadrebbe se ci fosse una polita di un certo tipo. Oramai le cose si sono mescolate e non è semplice riportarle nel giusto quadro.
Quindi secondo lei la politica avrebbe il potere di prevalere se volesse?
Secondo me ha questo potere, dobbiamo però chiederci il perché si fa politica. È una cosa molto complessa poiché nell’epoca moderna non ci sono più idee, perfino le grandi ideologie filosofiche sono scomparse, come la cultura borghese e le grandi religioni battono la fiacca. In questo contesto la politica è diventata semplicemente una struttura sistemica, una specie di amministratore di condominio che cerca di accontentare uno e l’altro per stare a galla. Questo è il dramma.”
[Intervista di Anna Biason per Kyklos Edizioni, FONTE]
Insomma, ricapitolando, il Gran Consigliere alla Cultura del Gran Oriente d’Italia è un mondialista dichiarato, auspica un’unione politica globale sostenendosi con diverse argomentazioni tipiche, inoltre  aderisce e sostiene la politica Raffiana (GM G.O.I.) della “totale trasparenza” del Grande Oriente rispetto alla società profana, diffonde esoterismo in ogni via e forma. Ci riserviamo dal porre giudizio e ci ritiriamo sperando che affermazioni simili vi spronino per lo meno a documentarvi seriamente circa gli scopi e gli obbiettivi delle massonerie nazionali e internazionali. 
Per concludere ci auguriamo che il Bonvecchio et i suoi sodali non disperino per codesto articolo, anche chi scrive aderisce alla politica del Gran Maestro Raffi della totale trasparenza, ma totale per davvero.  Codesto articolo voleva certificare, appunto, che questa politica della trasparenza, per uno sguardo attento, documentato  ed allenato, funziona.
CONCLUDO DEFINITIVAMENTE RIPORTANDO LA CONDANNA CHE PAPA CLEMENTE XII POSE ALLA SETTA DEI MASSONI NELL’ENCICLICA “IN EMINENTI” NEL 1738:
“…decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate…”

http://www.informarexresistere.fr/2014/05/31/la-massoneria-italiana-del-grande-oriente-ditalia-esalta-il-nuovo-ordine-mondiale/
(*)
Bonvecchio: “Il Gran Maestro Raffi – ha proseguito ha condotto la Libera Muratoria del Grande Oriente ad essere accettata da una società che ci respingeva. È stato un evento epocale. Dobbiamo continuare su questa strada”. Busolini: “Siamo Uomini fra gli altri uomini, cittadini in prima persona”
Il 6 luglio a Bolzano, nello splendido maniero di Castel Mareccio, si è tenuta la prima Tornata Rituale a Collegi Riuniti del Triveneto. Per l’occasione il maglietto è stato retto dal presidente del Collegio del Trentino Alto Adige, Roberto Cirimbelli, mentre la carica di Primo Sorvegliante è stata ricoperta dal presidente del Collegio del Friuli Venezia Giulia, Umberto Busolini e quella di Secondo Sorvegliante dal presidente del Collegio del Veneto Euganeo, Paolo Valvo.
Le Colonne sono state illuminate dalla presenza di oltre 180 Fratelli provenienti non solo dai tre Collegi del Triveneto ma anche dalla Toscana, dall’Emilia Romagna, dall’Abruzzo e dalla Sardegna. L’apertura dei Lavori Rituali si è tenuta alla presenza del Grande Oratore del Grande Oriente, Lorenzo Morris Ghezzi, di Claudio Bonvecchio, Gran Consigliere alla Cultura del Grande Oriente d’Italia, del presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana, Stefano Bisi, del Consigliere dell’Ordine del Collegio Friuli, Bruno Gambardella, del consigliere dell’Ordine del Collegio del Trentino, Danilo De Tassis, del Gran Rappresentante per la Germania, Edgardo Campane, del Grande Economo del Grande Oriente, Luciano Bergamaschi, del Fratello Luigi Trudu, Venerabile della Loggia Risorgimento all’Oriente di Cagliari oltre che da numerosi Maestri Venerabili dei tre Collegi del Triveneto.
La Tornata è iniziata con la lettura da parte dei tre presidenti del Triveneto di tre brevi “Tavole Prefatorie”.
La prima, “Massoneria e sogno di una società diversa”, è stata tracciata dal fratello Busolini, che ha ricordato come la Massoneria negli ultimi tre secoli di vita abbia attraversato “epoche mai simili a se stesse, cercando sempre di sperimentare il nuovo, di allargare il respiro alle generazioni future, attualizzando la propria identità di tempo in tempo,senza però smarrire neppure per un istante le proprie tradizioni e la propria memoria”. Busolini ha proseguito ricordando che “dobbiamo essere Uomini fra gli altri uomini, cittadini in prima persona. Perché l’influenza della Massoneria sulla società si attua attraverso i sentimenti e l’operare dei suoi appartenenti e non come Istituzione fine a se stessa. I Liberi Muratori grazie alla loro spiritualità e alla visione etica delle cose, possono essere un esempio per tutti. Se sapremo ripensare noi stessi, offrendo i frutti delle nostre riflessioni, potremo contribuire a cambiare l’umana società in modo degno della nostra storia”.
A seguire la seconda Tavola “Massoneria come via esoterica” è stata tracciata dal presidente del Trentino Alto Adige, Roberto Cirimbelli che ha rilevato che la “Massoneria, per definizione, nasce grande, non conosce cedimenti, poiché dà il senso delle possibilità e il desiderio di desiderare incarnando nel suo Dna l’esoterismo, inteso come trasmissione graduale e progressiva di una conoscenza spirituale, attraverso l’iniziazione, che si rivolge al singolo e che sottintende a una profonda indagine interiore”. Dall’Iniziazione, ha aggiunto, “può e deve aver luogo la fase che ci impegnerà per tutta la Vita. Non vi è requie per chi brama di diventare un vero Iniziato: occorre che tutto nasca dal desiderio e dalla volontà senza dimenticare che non è possibile un’introspezione senza volgere lo sguardo verso l’esterno, al Tutto che ci circonda e ci unisce, poiché ci si trova davanti a una forma magistrale di creazione del Grande Architetto dell’universo”.
Il presidente del Veneto, Paolo Valvo ha poi dato lettura della Tavola “Massoneria e formazione dell’uomo” in cui ha ammonito che “Il lavoro della Loggia non può solo essere esclusivamente rivolto all’apprendimento, quasi mnemonico del Rituale ed all’elaborazione di dotte tavole iniziatiche, non smettiamo mai, Fratelli, di avere presenti quei valori su cui i Massoni si ritrovano, quel mistero che tiene insieme, in una secolare catena d’unione, cosi tante persone, che, altrimenti, mai si sarebbero incontrati nella vita”. Ha proseguito ricordando che il segreto dell’Unione dei Liberi Muratori risiede nel fatto che “Nella tradizione iniziatica il massone cerca la trasmutazione della sua identità più vera e intima, per liberarla e sanarla dalle incrostazioni e dalle contaminazioni profane”, concludendo che “Essere Fratelli significa, allora, essere aperti al mondo, vivere la contemporaneità con il cuore in sofferta sintonia con i drammi del nostro secolo, con le ansie della nostra società, ma senza aristocratica estraneità e superiorità.”
A conclusione della Trilogia Prefatoria, il Fratello Claudio Bonvecchio, che ha tracciato la Tavola “Il futuro della Massoneria” in cui ha inserito tre importantissime riflessioni: La prima era inerente allo stare insieme. “Essa si fonda – ha sottolineato Bonvecchio – sulla frase vetero-testamentaria (Salmo 132, 1) “O quam bonum et quam iucundum est habitare fratres in unum” ossia “È fonte di gioia e felicità, Fratelli, trovarsi insieme”. Significa che lo stare insieme in una Tornata di Loggia equivale a vivere la straordinaria esperienza di una comunità che si raccoglie intorno ai valori della Libera Muratoria. Li fa propri, li rende parte del proprio essere: in una condivisione totale in cui i Fratelli sono un unico corpo, un’unica testa, un unico cuore. In questa profonda unione non esiste stacco temporale tra passato, presente e futuro. In questo senso, i Fratelli passati all’Oriente Eterno sono vicini a noi in un Eggregoro che comprende anche quelli futuri. Questo ci consente di ricordare il carissimo Michele Raffi ,che siede tra noi e che gioisce della nostra felicità, del nostro commosso ricordo, della nostra vicinanza. Questa comunanza non deve essere mai dimenticata.”.
La seconda riflessione è stata dedicata al tempo presente che – ha ricordato ancora Bonvecchio – “è un tempo in cui assistiamo non a una crisi contingente, ma a una crisi di sistema. Significa che sarà una crisi di lunga durata, difficile forse drammatica, da cui il mondo uscirà cambiato: come tante volte nel passato. Ma a differenza del passato, gli uomini non dispongono più delle certezze di un tempo: religiose, politiche, ideologiche, culturali. La crisi non risparmierà neppure la Libera Muratoria che può ridursi ad una Onlus, a uno “strano” club service o scomparire. Noi eviteremo questo destino se ci aggrapperemo come uno scoglio alla nostra Tradizione, al nostro Rituale, alla nostra gerarchia sapienziale: e alla nostra vita iniziatica. Solo tutto ciò ci permetterà non solo di resistere, ma di portare agli altri la Luce che brilla nelle tenebre e si alimenta nel nostro cuore. E di cui dobbiamo essere sempre degni”. La Terza Riflessione ha riguardato la società: “Il Gran Maestro Gustavo Raffi – ha proseguito Bonvecchio – ha condotto la Libera Muratoria del Grande Oriente ad essere accettata da una società che ci respingeva. È stato un evento epocale.
Dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo, ora, sfidare la società non solo difendendoci – con fermezza, coraggio, decisione, durezza – se ingiustamente attaccati, ma anche proponendo. Anche affrontando i grandi temi (economici, morali, sociali) da cui la società sembra incapace a districarsi. Non per offrire soluzioni unitarie e miracolistiche che non ci appartengono, ma per proporre ipotesi, instillare dubbi, indicare percorsi, confrontare esperienze. Per questo, bisogna formarsi in Loggia e lavorare in Terzo Grado, la nostra “palestra” ideale. Oggi, è di moda citare la speranza. È giusto farlo, ma per non cadere nella semplice retorica, bisogna che la speranza si fondi sull’impegno e sulla forza. L’impegno è quello di realizzare, nella libertà, la Fratellanza universale che coincide con la realizzazione della vera uguaglianza. La forza è il senso di responsabilità che deve animare tutti noi se siamo convinti che una reale Iniziazione non è un egoistico tenere per sé ma un generoso donare agli altri.”.
Dopo la Lettura della Tavola del Fratello Bonvecchio, Il presidente del Trentino Alto Adige ha conferito la “Medaglia di Veterano” al Fr. Antonino Paparcura della Loggia “La Nuova Vedetta” all’Oriente di Udine per i suoi 53 anni di appartenenza alla Libera Muratoria del GOI. Infine il Presidente Cirimbelli ha invitato il Gran Oratore Fr. Lorenzo Morris Ghezzi ad effettuare delle proprie riflessioni. Successivamente non avendo nessuno del Fratelli presenti all’Oriente chiesto di prendere la parola, il Maestro Venerabile ha deciso una toccante Catena d’Unione rivolta al Gran Maestro e a Filippo Raffi ricordando il difficile momento che ha segnato la sfera più intima del nostro Gran Maestro. A tal fine tutti i Fratelli in piedi e con la mano sul cuore si sono uniti in tale Catena Sprituale ascoltando un antico auspicio invocato dal fratello Busolini che così recita “Non vi è che un solo amore, quello dei vivi e quello dei morti, quello del Lavoro e quello della bellezza, quello degli uomini e quello delle donne, quello della natura e quello del Grande Architetto dell’Universo”. La II Tornata a Collegi Riuniti del Triveneto si terrà il prossimo anno a Trieste.

http://newsletter.grandeoriente.it/?p=538

(**)Si è svolto a Rimini nei giorni 9-10 Dicembre 2005 il


V Convento Nazionale
dell'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm

Si è tenuto presso la sala Convegni dell'Hotel Continental di Rimini il V Convento Nazionale dell'A:.P:.R:.M:.M:., che ha visto una folta partecipazione di Fratelli da tutta Italia nonchè un nutrito gruppo di Fratelli proveniente dall'Oriente di Bucarest (Romania).
I Lavori Rituali in IV Grado sono stati intensi e corroborati, nella giornata di domenica 10, da tre interventi di istruzione nei simboli e nel grado da parte di eminenti studiosi quali:
Giustino Languasco 33:., Morris Ghezzi 33:.66:. e Claudio Bonvecchio 33:.66:.

Alleghiamo, di seguito, la relazione del Sovrano Gran Commendatore del
Supremo Consiglio dei SS:.GG:.II:.GG:. Ill.mo Fr:. Antonio Calderisi 33:.90:.95:.


RELAZIONE DEL SOVRANO GRAN COMMENDATORE
del SUPREMO CONSIGLIO
DEI SOVRANI GRANDI ISPETTORI GENERALI

          La volontà è la facoltà direttrice dell'intelligenza,
 che concilia la libertà della persona con la necessità delle cose
       (E.Levi)

     Carissimi fratelli,
è trascorso un anno dalla precedente Assemblea Generale del Rito.  Il Sovrano Gran Maestro mi incarica di porgere a Voi tutti il saluto del Rito e di presentarvi la relazione introduttiva della odierna assemblea, perché costituisca ulteriore motivo di riflessione del nostro lavoro.  
     Un breve preambolo, una riflessione metodologica, che attiene alle modalità decisionali di un iniziato -e questa è un'Assemblea di Iniziati- .  “Per un esoterista non esiste una soluzione eterna ed immutabile ad ogni problema, bensì quella che la saggezza suggerisce, a seconda delle condizioni di tempo, luogo e spazio nelle quali ci si trova ad operare”.
Orbene, poiché il Gran Maestro ha delegato al Sovrano Gran Commendatore il governo delle Camere dal 4° al 33° grado, vogliate accettare con amore, con spirito fraterno e con benevolenza le decisioni che volta a volta si assumono.   

Lo stato di salute del Rito
     Dopo trenta anni di vita l'A:P:R:M:M:, in rapporto alla situazione quantitativa e qualitativa del Grande Oriente d'Italia, all'interno del quale il Rito opera ed attinge i fratelli maestri, è divenuto abbastanza numeroso e sufficientemente maturo. E soprattutto “lavora” bene.
     Attualmente, in base ai “rapporti” che ho tenuto con i Membri del Supremo Consiglio, con i Gran Delegati Magistrali, con i Presidenti delle Camere e con numerosi altri fratelli, debbo prendere atto, da un lato del discreto stato di soddisfazione della maggior parte dei Presidenti di Camera, dall'altro di un certo disagio.
Sulle motivazioni del perché ci si deve ritenere soddisfatti dirò in prosieguo.
Ora mi preme sgomberare subito il campo dal non condivisibile stato di “disagio” che avverto in capo ad alcuni fratelli. Lo farò in maniera rapida e concisa, perché non voglio indulgere in sterili lamentazioni.  
     Due i motivi di “disagio”:
1) Il primo. Non è più pensabile che si possa prendere in considerazione il fatto che qualche fratello ancora lamenti di non “avere materiale per lavorare”.  Tali lagnanze sono veri e propri alibi;  tutti, infatti, se supportati da desiderio e volontà, hanno materiale sufficiente per lavorare:
-   ci sono anzitutto i rituali, che, ove li si voglia attentamente leggere, studiare e dinamicizzare, da
     soli basterebbero a riempire di contenuti il lavoro personale e collettivo;
-   ove si abbia desiderio di indagare, esiste una sufficiente bibliografia alla quale il Rito rimanda;
-   sono disponibili i rituali dei primi tre gradi;
-   il Sito offre ulteriori indicazioni di lavoro;
- numerose altre indicazioni sono state suggerite nel corso di alcuni Seminari e Convegni  
  organizzati dal Rito (a dire il vero la partecipazione dei fratelli è sempre stata piuttosto scarsa!);
all'Assemblea Nazionale annuale del Rito, tenutasi a Rimini nell'Ottobre del 2004, ove ho presentato un Programma triennale di lavoro, concepito per Progetti distinti e separati, con l'indicazione sia dei Referenti dei singoli progetti che dei possibili tempi e modi di realizzazione degli stessi, è stato proposto un metodo di lavoro che consente a chiunque ne abbia desiderio e voglia, di impegnarsi in settori di attività che gli siano più congeniali (pochi mi hanno cercato offrendo la loro disponibilità!);
- lo stesso nuovo Opuscolo di presentazione del Rito (poco richiesto!) suggerisce, ove lo si voglia
  attentamente penetrare, una discreta mole di indicazioni;
- ci sono poi, ove si voglia fare esercizio di una certa cultura da elargire a se stessi ed all'esterno, le possibili attività dei costituiti Circoli Culturali (Imperia, Rimini, Lecce, ecc) e di quelli che possono ancora essere costituiti (rimando allo Statuto dell'Accademia dei Filaleti, a disposizione presso la Gran Segreteria);
- la Gran Segreteria, infine, funziona (fin troppo rigorosamente!); credo che ora non si possa più dire, come alcune volte ho sentito affermare in passato, che “da Perugia non arriva niente”.  
     2) Il secondo motivo di “disagio”
Molti fratelli sostanzialmente segnalano il pericolo che il Rito possa non aver chiara la propria missione e quindi perdere la propria identità edabdicare alle sue peculiarità per seguire politiche che, allo stato, non dovrebbero riguardarlo o che si reputa dovrebbero essere gestite in maniera diversadal o dai vertici del Rito.  

     Le possibili risposte
     Una sola: il Rito deve conservare e conserverà la sua vocazione e specificità esoterica e coerenti e conseguenti sono e saranno le sue risposte, specie in capo ai vertici del medesimo.
Senza minimamente porre in discussione il principio della gerarchia spirituale sulla quale si fonda un Ordine Iniziatico, va da se che i responsabili del Rito (Presidenti, Gran Delegati Magistrali, Membri del Supremo Consiglio), tenuto comunque conto dei lamentati disagi o pericoli,  debbono dare risposte consonanti con un Ordine Iniziatico, pena lo svuotamento dei suoi contenuti e lo svilimento del medesimo in quel tipo di “obbedienza” che spesso imputiamo ad altri!
     Voglio dire che le risposte che dobbiamo ai fratelli debbono essere di natura e di contenuto iniziatico.  Cerco di spiegarmi meglio.     
     Se i segni distintivi del Rito, i suoi scopi, le sue finalità, i suoi obiettivi sono quelli tante volte enunciati, primo fra tutti la conservazione della Tradizione, non possiamo non essere coerenti con tali enunciati e non tentare di attuarne i contenuti.
     Se in molti ci siamo ritrovati nel Rito, se in molti abbiamo auspicato ed ancora speriamo, malgrado dubbi sempre più ricorrenti, che i contenuti inziatici di una tradizione più fedele a se stessa, possa essere conservata grazie al nostro lavoro, individuale e collettivo, non possiamo abdicare al compito di essere “luciferi” di tali intenti.
     Se l'esserci trovati in tanti (o per lo meno in numero qualitativamente sufficiente a dare gambe a programmi e a strutture quali Presidenze, Delegazioni, Supremo Consiglio), se l'esserci trovati in tanti ha esaltato e motivato tutti noi, speranzosi di compiere un cammino personale e collettivo così come da tanto tempo auspicato, sentito, desiderato, sognato e prefigurato, non possiamo ora vanificare tutto ciò.
     Abbiamo individuato, tutti insieme, i tempi di attuazione di tale percorso, nel senso che abbiamo atteso le nostre rispettive maturazioni e che su tutto il territorio nazionale crescessimo in numero qualitativamente congruo, e ciò anche grazie ai contenuti sempre più graditi che in tutti gli Orienti siamo stati capaci di partecipare ai fratelli maestri, a mezzo iniziative e comportamenti adottati nelle logge od attraverso iniziative culturali locali e/o nazionali.
     La nostra “cultura esoterica” è stata sempre più veicolata da convegni, riunioni, manifestazioni e supporti di “marca Memphis”, sempre più pregnante e presente in seno alla politica culturale del GOI (ove “peschiamo” i fratelli maestri), mossi anche da quel sogno-desiderio-utopia, di inclinare una società iniziatica nel senso voluto dalla tradizione autentica.  Anche questa, del resto, è una funzione che deve essere esplicitata da coloro che si definiscono “conservatori” della Tradizione.
     In buona sostanza, preso atto che la Libera Muratoria è quanto di meglio (o meno peggio) sia rimasto in Occidente di ciò che si intende per Ordine Iniziatico Tradizionale, abbiamo sempre affermato che il Rito è un autorevole depositario in ambito massonico di tale tradizione, che si propone, a motivo della sua natura intimamente deista e spiritualista, di dare vita ad un vero e proprio lavoro esoterico che si accordi con gli scopi della Libera Muratoria.
     Abbiamo detto e ridetto che scopo primario del Rito è di fornire ai fratelli maestri gli strumenti tradizionali per la loro crescita spirituale, indicando le fonti alle quali attingere per elevarsi in tal senso.
     Nell'auspicare che i fratelli maestri, intraviste le opportunità iniziatiche del Rito, vi confluissero per arricchirne il Progetto e completare l'iniziazione, abbiamo sempre detto che in ambito GOI dobbiamo costituire un'area che in quanto composta da fratelli mediamente più preparati, sia di stimolo ad operare in senso esoterico e spirituale; abbiamo sempre ripetuto che dobbiamo alimentare l'originaria vocazione esoterica degli antichi Liberi Muratori e che dobbiamo costituire la base culturale da essere additata a mo di esempio per serietà, competenza, capacità di apporto e di immagine per tutta la Famiglia; presenza e tradizione non imposta né cercata ma richiesta. In buona sostanza esempi viventi dell'esistenza di una reale possibilità iniziatica.  
Fattori fondamentali per la stessa sopravvivenza del Rito.
     Orbene, se fino ad ora abbiamo avuto sempre presente tutto ciò e quindi siamo stati in grado di offrire risposte “in linea” con i suddetti contenuti, sia per non snaturare il Rito che per essere coerenti con noi stessi e con la funzione al cui esercizio siamo chiamati, non possiamo ora gettare alle ortiche tutto questo. Non sarebbe comportamento “iniziatico, esoterico”.   
     Pertanto, hic et nunc, (altrimenti disegneremmo utopie anzichè tentare di tracciare segni nel libro della storia), nell'ambito del nostro triplice “impegno iniziatico” -quelloin seno al GOI, quello in seno al Rito e quello più importante di tutti, il lavoro individuale- si impongono delle determinazioni che tengano conto dei contenuti e delle condizioni di tempo, spazio e luogo, alle quali poc'anzi ho fatto riferimento.

     Determinazioni.
     Lavoro, lavoro, lavoro. Presenza e partecipazione.
Soprattutto Tornate Rituali delle Camere, Relazioni annuali sul lavoro compiuto, Seminari nazionali e/o regionali sui Rituali del Rito e dei primi tre gradi, Convegni a tema, costituzioni delle Accademie dei Filaleti, implimentazione del Sito, funzionamento sia amministrativo che esoterico del Supremo Consiglio e della Giunta, incontri regionali con i Delegati Magistrali ed i Presidenti, costituzione di una task force che tenga i predetti seminari anche presso i vari Zenith (in buona sostanza: vedasi il Programma 2004-05-06, presentato a Rimini lo scorso anno).
     Quanto più i fratelli si caleranno nei peculiari contenuti del Rito, tanto più diventeranno fratelli preparati per dare contenuto al lavoro individuale, a quello nelle Camere ed a quello nei primi tre gradi.  E' un fatto che in tale ultimo ambito (il GOI al quale abbiamo delegato la gestione dei primi tre gradi), in rapporto al nostro numero ed a fronte di una certa “non eccessiva cura” dell'Ordine degli aspetti esoterici del lavoro della Libera Muratoria, siamo in tali ambiti naturali   “primari” punti di riferimento.   
     La “cura” è stata lunga ma ha dato i suoi frutti: la quantità e la qualità dei fratelli è molto cresciuta, nel Rito, nel GOI, all'esterno.  Ambiti tutti nei quali non potremo che essere sempre più chiamati a rivestire ruoli, alla condizione di sapere come interpretare il ruolo del Rito ed i ruoli dei suoi singoli appartenenti.  E questo deve essere visto come un arricchimento del Rito e non come una contraddizione.
     La nostra “politica” con il GOI non può essere che quella di lasciare al Grande Oriente il compito di fare il suo “mestiere” ed al Rito, a motivo delle peculiarità dei suoi scopi, di fare il suo.
     Nella misura in cui sapremo farlo e quanto più riusciremo ad assumere nelle Officine l'autorevolezza che distingue quasi sempre l'operato dei nostri fratelli, a motivo della qualità del loro apporto durante i lavori in Loggia e nelle mille altre occasioni d'incontro fuori della Loggia (incontri, convegni, vita sociale), tanto più diventeremo quegli opinion leader ai quali inevitabilmente si farà riferimento.
     Allora e solo allora, naturalmente, inevitabilmente, necessariamente, si sarà chiamati -e decideremo se farlo o no-, con profonda soddisfazione di chi chiama e di chi è chiamato, ad assumere incarichi.  
     Allora e solo allora sarà stata gratificata la forma divenuta sostanza e la sostanza divenuta tutt'uno con la forma.
     Allora e solo allora si sarà divenuti indispensabili a se stessi ed agli altri e con profonda soddisfazione, nell'interesse della crescita personale e collettiva, nell'interesse di un Ordine Iniziatico Tradizionale, saremo stati in grado di determinare o di inclinare gli eventi, saremo stati la causa causante e causata del processo di cambiamento.
     Se non aspiriamo a questo, se ragioniamo come si fa nei partiti od in altre associazioni profane, cosa ci facciamo in un Ordine Iniziatico?  Si dirà: “si però ........”  Lasciamo perdere discorsi di questo tipo, non ci appartengono!   La scommessa eroica in questa vita terrena è un'altra.
     Dunque politica elitaria, “opinion leader” di tale “cultura” d'elite, intesa nel senso etimologico del termine, e poi camminare verso mete di alto spessore senza preoccuparsi degli orpelli.
     Solo occupandoci della nostra “Mission”, del nostro “Progetto”,  potremo far emergere tale nostra “cultura”, l'apprezzamento sempre più sincero dei fratelli, assieme ai quali avremo compreso il senso di una vera esperienza iniziatica, della quale ci dichiariamo paladini.

     Circa i rapporti con gli altri Riti
     Credo che il problema non ci debba occupare più di tanto. La misura e la qualità del nostro lavoro non può essere parametrata o impostata come risposta a quanto fanno gli altri: ogni qual volta l'abbiamo fatto ci siamo distratti, abbiamo avuto a che fare con logiche che non ci appartengono, non siamo stati noi stessi.
     Laddove “attaccati”, come è successo, valuteremo di volta in volta quale atteggiamento conseguente assumere, attuando una strategia comune, posta in essere da tutti e con comportamenti uniformi.  Una condotta uguale adottata da tutti, infatti, sarà molto più efficace della somma delle singole condotte, specie se diverse una dall'altra.
     Dovremmo prendere maggiori iniziative di dialogo con gli altri Riti.
     Circa i rapporti internazionali
     Sappiamo che deve vigere il principio della territorialità e della reciprocità, per cui il nostro Rito deve avere rapporti solo con fratelli maestri il cui Grande Oriente o Gran Loggia abbia rapporti con il Grande Oriente d'Italia (reciproci riconoscimenti). Accertato questo i fratelli Maestri stranieri che intendono far parte del nostro Rito debbono farsi iniziare al Rito previa stipula di un Protocollo d'Intesa con il loro Grande Oriente o Gran Loggia, del tipo di quello esistente fra il nostro Rito ed il GOI.
     Per il resto prudenza ed attenzione alle qualificazioni dei bussanti ed alle loro “oneste e buone intenzioni”.
     Dovremmo prendere contatti con gli altri Riti Memphis fratelli a livello internazionale (se regolarmente riconosciuti).
     Attenzione e cura, infine, ai rapporti con i Riti che gemmano dal nostro.

     Carissimi fratelli, ho detto.
Antonio Calderisi  33..90..95..





Alleghiamo, di seguito, la relazione Morale del Ministro di Stato Fr:. Claudio Bonvecchio


RELAZIONE MORALE DEL GRANDE ORATORE DEL SUPREMO CONSIGLIO DEI SS: .  GG: .  II:. GG:.
DELL'ANTICO E PRIMITIVO RITO DI MEMPHIS E MISRAIM

Ven.bilissimo Gran Hyerophante, Venerabili Fratelli del Sovrano Santuario, Potentissimo Sovrano Gran Commendatore, Potentissimi Fratelli del Supremo Consiglio, Eccellentissimi Fratelli Presidenti delle Camere Rituali, Cari Fratelli tutti,
l'attuale, felice, occasione , la V Assemblea Nazionale Italiana dell'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim , comporta la tradizionale e dovuta Relazione sulle attività e sull'organizzazione amministrativa del nostro Venerabile Rito, da parte del Grande Oratore del Supremo Consiglio. Vorrei tuttavia che questo mio breve intervento non fosse , né ci tiene ad esserlo , un mero elenco di quanto è stato fatto. Piuttosto vuole porsi come un momento di riflessione morale sull'anno trascorso. Un anno che è stato impegnativo , come per altro quelli passati , per il Cammino Esoterico di ciascuno di noi. Un anno, ancora, in cui tutti i Fratelli hanno dato il meglio di se stessi: nell'organizzazione delle Camere Rituali, nei momenti di incontro, nelle occasioni di gioia fraterna e di sollecito, profondo, impegno personale.
Hanno dato il meglio anche quando hanno avanzato problemi e dubbi e hanno manifestato insoddisfazione. D'altronde, è carattere perspicuo di un Rito Iniziatico come il Nostro - ce lo ha insegnato il Nostro Ven.bilissimo Gran Hyerophante - avanzare problemi, porsi dubbi e manifestare insoddisfazione: con chiarezza, schiettezza e lealtà. Se così non fosse non saremmo Adepti della Luce e il Nostro Venerabile Rito si adagerebbe nel compiacimento, narcisistico, dei suoi risultati, della sua potenza morale e della sua autorità spirituale. Autorità, per altro, che molti ci invidiano, anche quando ci attaccano: con pretestuosi motivi. Ma di loro, parce Domine, abbi pietà Signore.  
Proprio in virtù di questa nostra innata inquietudine continuiamo a crescere. È una crescita lenta: qualitatitiva oltre che quantitativa. A noi, infatti, non si addice la fretta. Non interessano i grandi numeri e neppure stanno a cuore cariche ed onori: da altri sbandierati, da altri desiderati, da altri perseguiti. La consuetudine della riflessione ed il rapporto con le Potenze Interiori ed Esteriori sono ciò che ci preme. Entrambe ci hanno insegnato a porci dinnanzi alle cose del mondo - anche a quelle per noi più accattivanti - con quell'olimpica tranquillità che è il sigillo sia degli Illuminati che di coloro che si avviano, con fatica, a diventarlo.
In questo spirito e con profonda convinzione - e lo affermo con soddisfazione ed orgoglio - nessuno è venuto meno a quel principio di obbedienza e coesione che ci vincola in un Corpus Esoterico e che ci ha fatto rimanere tutti, senza distinzione, in profonda e sincera Comunione con il Nostro Ven.bilissimo Gran Hyerophante e con il Nostro Venerabile Rito. Senza questa Comunione Iniziatica e Gerarchica non c'è - sia ben chiaro - alcuna regolare Catena Iniziatica ed alcuna Trasmissione Sapienziale. Non esisterebbe, perciò, il Nostro Venerabile Rito o sarebbe niente più che una scimmia - come si diceva nel Medioevo - dell'Esoterismo, una “brutta copia” della profanità. Cosa che nessuno di noi né desidera né si augura.
Il nostro, infatti, è un Rito intrinsecamente Esoterico: giova ricordarlo e ricordarcelo. Ciò gli conferisce una forza immensa che, non sempre, la Libera Muratoria del Grande Oriente possiede, di cui non sempre la Libera Muratoria del Grande Oriente si rende conto. Tuttavia, tale indiscutibile realtà lo vincola, anche, a alte e maggiori responsabilità: responsabilità individuali e collettive. Esse appaiono tanto più rilevanti in quanto si collocano in un momento storico come quello presente. Un momento in cui sembra essere venuto meno il rapporto che lega l'uomo, l'Iniziato, a quei Piani Sottili e Spirituali da cui traiamo la linfa per la Vera Vita. Quella Vita che si oppone alla profanità. Quella Vita che guarda al Sole Splendente della Verità e della Giustizia. Quella Vita che si rivolge al Supremo Artefice dei Mondi, al Deus Absconditus ma Praesens, cui si rivolge la nostra riverente, umile, piena, totale preghiera.
Non possiamo, pertanto, nasconderci che , in piena sintonia con l'Impegno Iniziatico dei gloriosi Maestri che ci hanno preceduto , ci compete un Impegno Iniziatici più radicale ed una Presenza Esoterica più incisiva nei Regni dello Spirito. Lo richiede la difficile ora presente.
Oggi, infatti, sembra che ovunque , e talora anche nella Libera Muratoria , abbia seguito quel relativismo nichilista che, in nome del caos, vuole azzerare qualsiasi valore. Valore che, per noi, si declina nella Fratellanza, nell'Uguaglianza interiore, nella Libertà dello Spirito e nel contatto con la Fonte dell'Unico, Vero, Potere. Di fronte a questa decadenza , che assume l'aspetto di un tramonto dell'uomo , l'Adepto non può, non deve, ritirarsi in se stesso. Non può opporre uno sdegnoso silenzio o il narcisistico compiacimento della propria condizione: una condizione per altro sempre precaria. L'Adepto deve combattere , nel mondo profano e nella Libera Muratoria , perché trionfi il bene e il giusto. Ossia perché, effettivamente, si realizzi la trasmutazione alchemica che conduca alla pienezza e alla compiuta armonia della complexio oppositorum. Contemporaneamente deve però farsi Katechon: ossia colui che frena, che blocca il decadere del mondo, secondo l'assunto sapienziale di San Paolo.
Ma questo significa , rinnovando i Voti Iniziatici , operare interiormente quella metabasis Esoterica cui deve far seguito un analogo mutamento nell'esteriorità. A questo scopo non si possono , seppur brevemente , dimenticare alcuni punti nodali. Essi tracciano il perimetro stesso dell'essere Esoteristi e dell'appartenenza al Nostro Venerabile Ordine
Il primo è l'attitudine meditativa. Essa si sostanzia nell'abitudine quotidiana alla meditazione, secondo la tradizione del Nostro venerabile Rito e gli insegnamenti del nostro Venerabilissimo Gran Hyerophante. Rappresenta l'armatura simbolica ed ideale di chi vuol combattere in nome del Silenzio Iniziatico contro il rumore profano e controiniziatico.
Il secondo è la disciplina della lettura (e della riflessione) dei testi sapienziali della Tradizione. Rappresentano, simbolicamente, l'elmo che ci ripara dai colpi provenienti dall'esteriorità.
Il terzo è la pratica operativa. Essa prende corpo sia nella precisa e convinta adesione alle norme della Ritualità (in tutti i suoi aspetti) sia in quella altrettanto, precisa, attenta e convinta Operatività che compete a ciascun Grado del Nostro Venerabile Rito: per il perfezionamento nostro e di chi ci circonda. Rappresentano, simbolicamente, le armi con cui possiamo difenderci e combattere: in nome dei nostri ideali, delle nostre scelte e del Nostro Venerabile Rito.
Il quarto è il rispetto , già ricordato , per le regole del Nostro Venerabile Rito e per la Catena Gerarchica che lo informa e lo regola. Catena che è ispirata al servizio. Catena che si radica nella Continuità Iniziatica ed Esoterica impersonata dal Nostro Venerabilissimo Gran Hyerophante. Catena che non può essere concepita come vantaggio o notorietà personale ma solo ed esclusivamente a gloria del Supremo Artefice dei Mondi, secondo l'antica divisa templare che recita: non nobis, Domine. Rappresenta, simbolicamente, lo stendardo che ci qualifica come combattenti: come i Novi Milites di questa età.
Il quinto ed ultimo (e sicuramente il più arduo) è cercare, il più possibile, di realizzare la piena e sintonica Comunione con i piani Sottili: per averne fondamento, consolazione, gioia e forza. Rappresenta la cavalcatura simbolica che ci porterà lontano: al di là delle pianure verso le Montagne Sacre dove si respira l'aria delle vette o nella battaglia che , come insegna il Bagavadghita , impegna da sempre gli uomini e gli dei.
Non sono facili incombenze. Sono più simili ai precetti di monaci guerrieri, ed infatti abbiamo molte caratteristiche simili a quelle dei monaci e molte simili a quelle dei guerrieri. Ma in più possediamo una ironia ed una gioia di vivere che non sempre, entrambi, possedevano. Per questo la nostra forza è quanto meno pari, se non superiore alla loro. E, come loro, siamo chiamati ad un impegno totale. E questo impegno, solenne, convinto e totale è quello che ci fa essere qui: oggi. È quello che ci rende partecipi al Nostro Venerabile Rito.
In questo spirito e in conclusione, credo di interpretare il sentire comune di tutti Fratelli nel ringraziare il Nostro Gran Hyerophante , il carissimo Fratello Giancarlo Seri , che, in continuità con il Ven.bilissimo Fratello Francesco Brunelli, con tutti i Grandi Hyerofanti che l'hanno preceduto e con il Sovrano Santuario,  regge, saldamente, questo Venerabile Rito. Analogo ringraziamento va, anche, al Nostro Sovrano Gran Commendatore: strumento propulsore ma anche Confessore e Penitenziere del Rito, la cui pazienza e disponibilità è proverbiale. Ne si può omettere un sentito ringraziamento per il lavoro, tanto silenzioso quanto indispensabile, del Potentissimo Fratello Alfredo Marocchino, Gran Segretario del Supremo Consiglio e per quello di tutti coloro che servono con umiltà e dedizione, in questo Rito, il Supremo Artefice dei Mondi.
A Lui va il nostro precipuo, sentito ringraziamento, la nostra dedizione ed il nostro sempiterno impegno.

http://www.memphismisraim.it/id69.htm

(***) Claudio  Bonvecchio

Informazioni di base


(****)Claudio Bonvecchio, Grande Oriente d’Italia: Governo Mondiale? Auspicabile


Claudio Bonvecchio, Grande Oriente d’Italia: Governo Mondiale? Auspicabile - Kyklos Edizioni
di Anna Biason 
Quando si parla di Nuovo Ordine Mondiale il discorso è delicato e molta gente pensa siano solo farneticazioni da parte di pochi complottisti. 
Di seguito vi propongo un’intervista che ho fatto a Claudio Bonvecchio, docente universitario di filosofia, scrittore dedito allo studio della simbologia e della mitologia politica, esponente del Grande Oriente d'Italia. 
Lei è un massone, mi parla della sua loggia?
La libera muratoria, nella fattispecie il Grande Oriente d’Italia, è l’obbedienza più importante italiana a cui hanno aderito importanti personaggi storici della tradizione risorgimentale e non solo. Ha come scopo il perfezionamento individuale secondo la tradizione esoterica. Possono farne parte tutti, previo essere accettati con tutta una serie di procedure, di seguito si inizia un percorso che procede per gradi: apprendista, compagno e maestro. Il tutto si svolge all’interno delle logge e secondo modalità rituali.
Qual è lo scopo ultimo di un individuo che decide di entrare in questa loggia?
Il perfezionamento individuale che avviene prevalentemente attraverso l’utilizzo dei simboli, l’approfondimento di determinati aspetti della tradizione esoterica e rituali che noi utilizziamo nelle nostre giornate di loggia. Tutto quello che avviene è perfettamente congruo con le leggi dello Stato a cui promettiamo di obbedire e ogni componente deve avere il certificato penale in regola, inoltre, per entrare nella massoneria bisogna credere nell’Essere Supremo.
Durante le nostre giornate di loggia non possiamo parlare di politica o religione poiché sono degli argomenti che possono creare dei coinvolgimenti personali e non collettivi del Grande Oriente. Ammettiamo dunque tutte le persone di buona volontà, liberi e di buon costume.
Tranne le donne ovviamente.
Le donne no. Non perché crediamo che le donne non siano portate ad una via esoterica, ma perché crediamo esista una specificità che la nostra società ha dimenticato, pensando che basti mettere assieme tutti, per far si che ognuno sia migliore. Ciascuno di noi deve coltivare la propria specificità, poi magari ci sono convegni o cene a cui si può partecipare assieme, ma la specificità esoterica è del proprio sesso, questo mi sembra ovvio, io non ho le mestruazioni lei si.
Questa mi sembra una banalità.
Eppure esistono specificità non solo fisiologiche ma anche psicologiche. Per perfezionare l’individuo non è necessario fare tutte le cose assieme per essere mature o per avere un rapporto corretto tra i sessi.
Sulla massoneria vengono dette molte cose. Il suo pensiero?
In Italia di massonerie ce ne sono 300, e siccome non esiste un copyright, è sufficiente l’unione di sette persone per formarne una. Alcune di esse sorgono come i funghi anche per scopi poco corretti. Il Grande Oriente di’Italia, come la Gran Loggia Regolare d’Italia, sono quelle storiche, che hanno il maggior numero di iscritti. Noi non siamo segreti bensì riservati, ci atteniamo alle leggi e tutte le altre che non hanno vincoli storici come noi possono nascondere di tutto. Fortunatamente anche i giornalisti hanno imparato a definirle massonerie deviate perché non sono controllabili.
Qual è il suo punto di vista nei confronti dell’informazione?
L’informazione è fondamentale, l’importante è che si parli di un’informazione corretta che dia conto di ciò che accade con la giusta interpretazione così che le persone possano farsi una propria idea in merito. Noi siamo spesso traviati da voi che fate informazione con false notizie distraenti, scegliendo notizie più appariscenti piuttosto che altre magari più utili.
In che rapporti è il Grande Oriente d’Italia con la Chiesa?
Il Grande Oriente accetta persone di tutte le religioni purché credano in un essere supremo che noi chiamiamo il Grande Architetto.
Riguardo alla Chiesta come istituzione non abbiamo rapporti. Storicamente ci sono state delle ostilità, i tempi sono cambiati, formalmente la Chiesa ha mantenuto un atteggiamento di rifiuto nei confronti della massoneria anche se non si parla più di scomunica in senso specifico. Sicuramente sia la Chiesa che la massoneria, ciascuno nella propria specificità, hanno un ruolo specifico nella società che è quello di aiutare l’uomo a superare la grande sfida nei confronti di questa post modernità, che induce a relativizzare e ridurre tutto al consumo. In un futuro, sarà quindi necessario che tutte le grandi istituzioni corrano su binari paralleli per combattere la lotta contro il consumismo, il relativismo e la mancanza di valori fondanti quali la tolleranza, il sacro, la fratellanza, eccetera.
In un’altra intervista ha dichiarato che l’unica soluzione al divario tra ricchezza e povertà, che affligge il nostro pianeta, è quella di costituire un Governo mondiale. È ancora di questo avviso?
Un Governo Mondiale è auspicabile quanto la volontà dei singoli di fare un sacrificio rispetto alle proprie condizioni di vita. L’80 % della popolazione è in condizioni disagiate, il restante è benestante perciò, per raggiungere questo sogno, è necessario che tutti abbiano il coraggio di sacrificarsi. Ci vorrà del tempo ma questo può far diminuire il divario. Se questo non avverrà, in futuro io vedo solo guerre.
In che modo un Governo mondiale può fare questo, me lo spiega?
Per cominciare un Governo di tale entità potrebbe essere un regolatore di conflitti, laddove ci fossero dei contendenti potrebbe dire “Mettetevi in pace altrimenti intervengo io contro tutti e due”. Lo stesso per ciò che riguarda l’aspetto economico. Questo non è ancora avvenuto perché prevale l’ipocrisia, la retorica e le formule vuote.
Questo è il suo punto di vista, c’è invece moltissima gente che guarda con terrore all’ipotesi di un Governo mondiale, il famoso Nuovo Ordine Mondiale.
Le persone che pensano questo in realtà non capiscono cosa voglia dire e lo collegano ai sogni di imperialismo che spesso ne hanno accompagnato l’immagine, ma non è a questo che dobbiamo guardare. Io penso piuttosto ad un Governo Mondiale che sia democraticamente costituito, e che possa tener conto delle esigenze di tutti i popoli, realizzando, per quanto sia possibile, gli ideali importanti e fondamentali. Quelli che si scandalizzano quindi, sono dei sepolcri imbiancati, tanto per essere chiari.
Magari si scandalizzano semplicemente perché ci sono precedenti esperienze a cui attingere, come l’Unione Europea, che ha creato problematiche legate all’economia e ha tolto agli Stati anche il minimo di autonomia illusoria che detenevano. Essendo l’UE l’esempio di Governo Mondiale in piccolo, risulta alquanto difficile entusiasmarsi del “grande”...
È vero che non ha risolto problemi, e che in alcuni casi ne ha pure creati, ma non per questo dobbiamo scoraggiarci a pensare in grande. Se tutti ci mettessero la buona volontà, le cose potrebbero andare meglio. La Comunità Europea è andata male perché è stata fondata unicamente sulle problematiche del denaro; una comunità che abbia una valenza politica, deve partire da una unione politica e non economica, ma noi abbiamo a che fare con una classe politica di imbecilli equamente suddivisa, che ha preferito quella formula perché riteneva fosse la più indolore.
Risulta difficile scindere politica ed economia finché gli Stati sono dipendenti dalle banche centrali. Non sarebbe più corretto che il cambiamento avvenisse proprio da questo nodo e che gli Stati si stampassero da soli la moneta anziché ricorrere a debiti con le banche centrali?
Perché c’è una comunità economica con una banca centrale ed evidentemente ci sono degli obblighi che sono stati accettati.
Guardi che in realtà abbiamo esempi di statisti che hanno cercato di fare questo.
Certo ma bisognava farlo prima e comunque, bisognava prima puntare ad un’unità politica più forte, così da poter controllore il quadro economico. Se si mette l’economia al primo posto e non la politica ci sarà sempre un divario.
Le ricordo che gli statisti che hanno tentato di fare questo balzo, in un modo o nell’altro, hanno subito una brutta fine e questo è un dato di fatto.
Vuol dire che in qualche modo prevale l’economia sulla politica.
Con le maniere forti a quanto pare...
L’economia fra prevalere la sua forza ma questo non accadrebbe se ci fosse una polita di un certo tipo. Oramai le cose si sono mescolate e non è semplice riportarle nel giusto quadro.
Quindi secondo lei la politica avrebbe il potere di prevalere se volesse?
Secondo me ha questo potere, dobbiamo però chiederci il perché si fa politica. È una cosa molto complessa poiché nell’epoca moderna non ci sono più idee, perfino le grandi ideologie filosofiche sono scomparse, come la cultura borghese e le grandi religioni battono la fiacca. In questo contesto la politica è diventata semplicemente una struttura sistemica, una specie di amministratore di condominio che cerca di accontentare uno e l’altro per stare a galla. Questo è il dramma.
Mi scusi ma io sono dell’avviso che la politica non abbia nessun potere attualmente. Vedo più che altro dei burattini, con la funzione di distrarre le masse, manovrati dalle grandi banche, e se esse continuano ad avere la meglio, è proprio perché i nostri rappresentanti non possiedono nessun reale potere.
Il potere deriva da ciò che si vuole portare avanti. Le faccio io una domanda allora: perché questi rappresentati dovrebbero far politica?
Direi che è abbastanza evidente il teatrino che si sta perpetuando. L’abbiamo vissuto recentemente: mentre gli italiani erano impegnati, grazie alla manipolazione mediatica, a decidere tra il Governo Berlusconi travolto dagli scandali e la sinistra spenta, ci hanno messo al Governo un Monti fresco di banca e ora ci troviamo nella medesima situazione.
Quale sarebbe allora l’alternativa? Quali sono le parole d’ordine che non siano pura retorica?
Chiarezza, verità.
Nel passato le parole liberalismo e comunismo, per esempio, erano molto chiare e i loro rappresentanti, con tutti i limiti, combattevano; oggi non ci sono più e sono liberali tutti e allora contro cosa combattiamo? Oggi un politico è una scatola vuota.
Del M5S cosa pensa?
È un movimento di protesta e come tale ha degli aspetti positivi e non. Bisogna tener conto che viene gestito da un comico e, come diceva Platone, ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere, perciò non ci si può aspettare che un comico, o un industriale, abbiano una forma mentis o una capacità idonea a fare politica. 
In quest’ottica lei vede un’uscita da questa crisi?
Gli uomini sono come gli scarafaggi che sopravvivono sempre, certo, ci sono dei rischi oggettivi e delle piccole apocalissi che possono capitare, ma bisogna essere ottimisti e comprendere che sta ad ogni singolo individuo essere diverso, fare maggiore chiarezza, cercare di correggere le discrasie del sistema che ci hanno portato in questa direzione e, nello specifico dell’Italia, bisogna cercare di Governare in modo diverso, non è facile ma è possibile.
In ultima battuta cosa pensa del passaggio tra Benedetto VI e Papa Francesco?
Prima di tutto Ratzinger ha avuto molto coraggio, perché quando si è al vertice non è semplice dimettersi e lui si è sottratto con numerose difficoltà, sia per l’età che per le condizioni di salute, ma soprattutto per le posizioni di un intellettuale come lui. Questo è servito a fare prendere coscienza agli altri di ciò che stava avvenendo e penso che abbia influenzato anche un po’ quello che sarebbe stato poi il suo successore. Francesco è una persona tanto umile quanto dura, soprattutto nella dottrina, tra i due, il più “morbido” è Ratzinger. Tutti i grandi personaggi che si inspirano al pauperismo nella storia della Chiesa, da San Francesco di cui ha preso il nome, fino ai grandi Santi operai popolari, sono rigorosissimi e c’è da aggiungere che questo è un Papa che sa perfettamente com’è il mondo.
Porterà quindi dei cambiamenti?
 Porterà dei cambiamenti ma sempre nell’alveo della sua dottrina.

Non me ne voglia il mio ospite, sarà perché in quanto donna ho le mestruazioni, ma trovo triste possano esserci sostenitori di un nuovo ordine mondiale e credo ci sia un’enorme differenza tra l’unione globale, intesa come consapevolezza di ciò che rappresentiamo, e un’autorità mondiale totalitarista gestita da pochi, in grado di determinare tutte le regole su ogni fronte. Un Governo Mondiale implicherebbe la totale perdita di libertà e sarebbe una strada difficile da ripercorrere a ritroso. Riflettiamo su questo.

http://www.kyklosedizioni.com/1/claudio_bonvecchio_grande_oriente_da_italia_governo_mondiale_auspicabile_8450069.html

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