martedì 26 febbraio 2013

India, adesso è vietato uccidere le tigri



Anche quelle che si nutrono di umani.88 esemplari morti nel 2012



NEW DELHI - In India un nuovo regolamento proibisce l'eliminazione delle tigri, ''anche se hanno ucciso degli essere umani''. Lo riferisce oggi The Times of India. L'Autorità nazionale per la tutela delle tigri, ha infatti stabilito che gli animali che sconfinano fuori dalle riserve protette ''devono essere catturati, immobilizzati con sonniferi e riportati nel loro habitat, ma non devono essere uccisi''. La normativa prevede un'unica eccezione, qualora il felino sia antropofago (''man eater''), ovvero ''si nutra abitualmente di umani nonostante la presenza di prede naturali''. In questo caso, per l'uccisione si può chiedere uno speciale permesso alle autorità forestali e usare un'arma 'adeguata'. Il regolamento precisa poi che ''nessuna ricompensa deve essere pagata'' a chi cattura la tigre killer.

Le tigri del Bengala, una specie in via di estinzione in Asia, sono minacciate dal bracconaggio, dalla crescente urbanizzazione che riduce il loro habitat naturale e dall'aumento del turismo nei parchi naturali. Lo scorso anno ha visto un record di 88 esemplari uccisi, di cui 59 per mano dei bracconieri che prelevano la preziosa pelle e altri organi usati come rimedi afrodisiaci. Si tratta di dati forniti oggi al Senato indiano in riposta a una interrogazione sull'allarmante declino di esemplari negli ultimi tre anni (in totale 197). Secondo l'ultimo censimento del 2010, in tutto il territorio indiano c'erano 1.706 tigri nelle 42 riserve gestite nell'ambito del 'Progetto Tigre' governativo su una superficie complessiva di 53.547 chilometri quadrati.

(ANSA)

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