lunedì 25 febbraio 2013

MASADA n° 1440 3/2/2013 L’INTELLIGENZA COLLETTIVA




Alessio Santi
Non ci compreranno mai
perché mentre il corpo si sazia con il cibo
e coi soldi compriamo il pane,
la nostra anima si nutre
delle parole di speranza e di futuro
di pulizia e di onestà
di solidarietà e di partecipazione
tutte cose che non hanno prezzo per noi
perché rappresentano i sogni
di ogni uomo o donna liberi di sperare ancora
in altri uomini e donne,
di credere nonostante tutto
che la giustizia alla fine trionferà
o che almeno la nostra vita ha un senso
se si opera per le cose giuste, contro le ingiustizie
e nel Movimento sta lavorando con ognuno di noi
affinché diventiamo una comunità,
una Nazione vera,
non divisa in nord e sud in ricchi e poveri,
ma una comunità vera
di uomini e donne di buona volontà
che si adoperano per un futuro migliore per tutti.
Il corpo per noi non ha valore
è solo un guscio
dell'anima
e chi sente dentro di sé questa forza
che lo porta alla verità e ad operare per la verità
non può temere nessuno
perché volere,
e volere il bene comune,
il bene di se stesso e degli altri,
è un potere immenso
che non può essere né sconfitto né scalfito.
..
L’INTELLIGENZA COLLETTIVA
Viviana Vivarelli
Con internet, i blog e il confronto in tempo reale in rete, si affaccia per la prima volta nella storia dell'uomo, una versione particolare di INTELLIGENZA COLLETTIVA, che ha un forte impatto non solo sullo sviluppo del singolo individuo ma sulla stessa compagine sociale e principalmente sul mondo di percepire la politica e sui diritti di chi vuole fare la politica e non subirla.
Questo nuovo strumento dell’intelligenza collettiva oltrepassa la democrazia come appartenenza a un partito o la politica come suggestione di un leader, o ubbidienza acritica, per realizzare un work in progress di tipo civile, che attiva a un tempo e in modo integrato la creatività e l'innovazione di un numero potenzialmente illimitato di persone, minacciando gli attuali equilibri di potere.
Il fenomeno è diventato talmente rilevante da chiedersi come mai la sociologia continui a restare attaccata ai vecchi paradigmi sui gruppi e non si interessi più profondamente a questo fenomeno di portata storica, che è in grado di trasformare la velocità del progresso umano, soprattutto in discipline sociali come la politica.
L'intelligenza collettiva è un particolare modo di funzionamento dell'intelligenza che supera tanto il pensiero di gruppo (e le relative tendenze all’ubbidienza e al conformismo) quanto il processo di apprendimento individuale, permettendo ad una comunità di cooperare con prestazioni intellettuali critiche e creative crescenti.
Essa è una via efficace e nuova per esprimere la sintonia sociale, non più come consenso succube a un capo o adesione passiva al costume e all’abitudine, ma come intervento partecipativo in cui ognuno con-sente con se stesso, è capo a sé ma allo stesso tempo entra in un accordo interagente ed evolutivo con coloro che gli sono simili.
George Pór ha definito questo fenomeno come "la possibilità di una comunità umana di evolvere verso una capacità superiore nella soluzione di problemi, di pensiero e di integrazione attraverso la collaborazione e l'innovazione".
Pierre Le'vy dice: “...l'intelligenza è distribuita dovunque c'è umanità. Questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche della comunicazione, soprattutto mettendo le varie menti in sinergia.”
Sinergia vuol dire integrazione di più elementi che perseguono un fine comune, allo scopo di ottenere un effetto complessivo migliore di quello che otterrebbero separatamente.
Oggi, se due persone distanti hanno due informazioni complementari, attraverso le nuove tecnologie, possono entrare in comunicazione, scambiare il loro sapere, cooperare, integrarsi, crescere uno grazie all’altro. Il fatto che questo avvenga in tempo reale e oltrepassando lo spazio e le differenze nazionali rende il fenomeno suscettibile di amplificazioni imprevedibili.
La comunità scientifica può essere considerata una sorta di intelligenza collettiva, quando e in quanto mette in comune in tempo reale invenzioni e scoperte evolvendo in una CONCRESCITA, dove l’apporto di ognuno alimenta il progresso di tutti.
Ma è soprattutto internet a mostrare la possibilità di forme e implementazioni di una intelligenza collettiva planetaria, come nuovo strumento di progresso sociale.
Il web permette, come mai era avvenuto prima, di avere a disposizione uno strumento universale di intercomunicazione con ampie possibilità di innovazione e arricchimento per una crescita creativa mai raggiunta prima da nessuno sulla Terra.
Forse non prevedeva questo Jefferson, quando disse: "La miglior difesa di una nazione è una cittadinanza istruita", ma noi possiamo dire che meglio ancora è una cittadinanza che interagisce, si confronta e crea.
Il web ha permesso a tutti i cittadini del mondo di collegarsi per crescere insieme in una realtà che è sempre più di libertà e democrazia, dove l’apporto di ognuno può valere più di quanto gli sia stato permesso finora da chi è istituzionalmente adibito a decidere, e dove ognuno può aver voce in capitolo più di quanto abbia mai potuto fare dalla sua posizione individuale, rendendo sempre più fattivo il concetto dell’opinione pubblica come quinto potere.
Si dice che dopo i tre poteri istituzionali (legislativo, esecutivo e giudiziario) i mass media siano il quarto potere. Essi tuttavia non rappresentano l’opinione pubblica ma solo il volere delle classi dominanti, a maggior ragione in Italia, dove i finanziamenti pubblici e gli organi direttivi della stampa e delle televisioni dipendono direttamente dai partiti che manipolano l’informazione.
Internet è il grande campo totalmente nuovo dove anche la gente comune che non fa parte della classe dominante, può parlare e farsi sentire, ma non è solo il megafono di coloro che fino adesso erano stati senza voce, è anche uno strumento formidabile di evoluzione civile e democratica, il mezzo per una rivoluzione culturale pronta a trasformarsi in rivoluzione politica, attraverso la maturazione dei concetti di base che guidano una comunità e la portano ad essere in contrasto con la protervia chiusa della sua classe dominante.
Lo strapotere dei dominanti si regge sempre e comunque sull’ignoranza e l’inerzia dei dominati. Acquisire una coscienza di gruppo e aumentare in saperi condivisi emancipa una parte dei dominati dalla soggezione al Potere, la scioglie dalle manipolazioni della disinformazione, crea necessariamente la maturazione per una comunità politica civile più evoluta.
L’informazione è il primo passo di internet. Un uomo informato è già mezzo liberato. Sapere dà potenza, permette di valutare meglio i fatti, arricchisce la mente. Il sapere è produttivo, genera altra curiosità, produce altro sapere.
E il sapere rende forti. Il mondo cessa di essere un fenomeno oscuro che non ci riguarda, cominciamo a discernere i suoi intrecci e questo ci rende più sicuri, perché nulla come l’ignoranza rende debole e precario l’uomo.
Il potere del sapere rende forte l’uomo e dà sapore alla sua vita (sapere è vicino a sapore), ma un sapere utilitaristico o opportunistico non basta. Anche i nazisti avevano il sapere, ma lo hanno usato contro l’uomo e non per l’uomo. Il potere delle conoscenze naziste portava ai V2 e ai lager. Il potere del sapere degli ultraliberisti moderni porta a un mondo finanziario fittizio guidato dalla speculazione delle nuove forme del nazismo bancario e due classi collegate, quella dei burocrati e quella dei finanzieri, che pensano di stroncare tutte le altre.
Il sapere diventa potere universale quando si coniuga con l’universalità, si scioglie dall’abbraccio tormentoso con l’egoismo individuale o di casta o di corporazione, e diventa ricerca del bene comune per il mondo. Quando cioè il sapere non è solo tecnico o tecnologico ma si fa umanistico e universale.
Il nostro tempo presenta un massimo di sapere tecnico o tecnologico, accompagnato da un brusco decadere dei valori morali. La crisi che stiamo vivendo non è esclusivamente economica, è innanzitutto etica. Ne è chiaro indizio la degradazione della scuola che, o è scuola di élite per classi dominanti, o cade sempre più in basso. Ma l’educazione non è solo quella diretta della scuola, è, oggi, innanzitutto educazione indiretta impartita dai media, massimamente la televisione, a cui con sempre maggiore densità si sta contrapponendo l’autoeducazione etero diretta di internet. Ma, mentre la televisione accentua la passività dell’utente che viene trattato come un soggetto da ipnotizzare, internet lo sveglia a compiti mentali nuovi, lo vivacizza, lo rende consapevole e responsabile. Ed è su internet o attraverso il web che può iniziare una nuova coscienza.
Ma assimilare nuove conoscenze tramite internet e avere una coscienza morale non bastano ancora. Affinché questo strumento divenga fattivo, occorre che si crei una comunità che lavora per scopi comuni. Ed ecco che comincia qui un ulteriore passo avanti nella storia del mondo: la COSCIENZA COLLETTIVA COME LIBERAZIONE DI UNA INTELLIGENZA COLETTIVA.
Entrare in un confronto costante in vista di un lavoro comune di ricostruzione dello Stato, può affrancare le energie migliori dei cittadini, liberare la creatività, smuovere la progettualità, portare avanti il processo di individuazione personale per cui ognuno riesce ad essere il meglio che è, e insieme, nella collaborazione costante con forze similari, produrre mondo nuovo.
Si crea così una nuova realtà sociale che con internet ottiene la sua visibilità e sul web manifesta la propria forza, e in cui le comunità virtuali riescono a maturare insieme producendo comunità reali. La discussione, l’apporto, il confronto e la progettazione insieme diventano un nuovo modo di fare politica dal basso, una rivoluzione rispetto alla piramide verticistica dei partiti, un sovvertimento del concetto standard della politica per delega. Il Movimento 5stelle, primo esempio di democrazia popolare diretta in un Paese grande in Europa, è un esempio di questo processo rivoluzionario di tutti i luoghi comuni. Il Movimento 5stelle, sia nella sua fase di propulsione che in quella di crescita ed evoluzione, è un chiaro esempio applicativo di una INTELLIGENZA COLLETTIVA.
Finora sono stati presi come esempi di intelligenza collettiva GOOGLE e WIKIPEDIA, mancano ancora le implicazioni estremamente attuali e interessanti della democrazia praticata sul web. Ovviamente il potere non ha nessun interesse ad analizzarle o a farle conoscere, proprio perché da esse può nascere la maggiore opposizione al suo dispotismo.
Anche in alcune specie animali esiste una intelligenza comunitaria (le api, le formiche, la mandria, lo stormo…), ma essa si muove a livello inconscio e sarebbe meglio chiamarla INTELLIGENZA DI GRUPPO, proprio per la scarsa consapevolezza di ogni membro, mentre resta assente la creatività, per cui il gruppo ripete le sue modalità standard senza variazioni o progresso.
Anche nei gruppi umani primitivi troviamo una intelligenza di gruppo, in quanto essi risentono ancora di quell’intelligenza inconscia che sarebbe meglio chiamare ancora ‘di orda’ o ‘tribale’, una INTELLIGENZA COMUNITARIA, che resta inalterata nel tempo, come adattamento all’ambiente, se non viene contaminata da influenze esterne, e in cui c’è una massa abbastanza succube e inconscia e alcuni che comandano. In un grado di evoluzione successiva si possono avere cambiamenti dipendenti da pochi che dirigono, scelgono, fanno scoperte e invenzioni, gestiscono il potere del sapere, decidono se cristallizzare usi e tradizioni o concedere piccole variazioni, mentre tutti gli altri non possono che obbedire. Accade così che gruppi umani restino fissi per tempi lunghissimi senza evoluzioni successive.
Altri gruppi, invece, imprimono alla propria storia vicissitudini e cambiamenti che li fanno essere diversi da com’erano.
La storia del progresso umano altro non è che l’emersione graduale di una intelligenza autonoma, critica e creativa, in un numero sempre più vasto di soggetti, e si lega indissolubilmente ad una trasformazione politica, perché l’uomo che pensa in maniera autonoma diventa un problema per il potere e finisce inevitabilmente nello sconto tra il nuovo concetto di libertà e gli abusi del governo.
Lento è il passaggio dall’inconscia intelligenza di gruppo, per forza di cose imprigionata in un sistema verticistico e gerarchico, dove pochi comandano e tutti gli altri ubbidiscono, e dove i diritti sono spartiti di conseguenza, alla liberazione crescente di una intelligenza collettiva, sempre più diffusa, che si scolla dall’adesione incondizionata o dalla cattività succube, per produrre un numero crescente di individui liberi, che intendono la partecipazione secondo una sintonia di intenti in cui ognuno è liberamente creatore di se stesso e promotore originale.
A differenza dell’inconscia intelligenza di gruppo, e della passiva intelligenza comunitaria, l'intelligenza collettiva è una forma di intelligenza CONSAPEVOLE, storicamente nuova, che emerge dalla collaborazione e dalla concorrenza di molti soggetti che si impegnano nel valutare e risolvere problemi comuni, secondo una partecipazione per scopi e non un’adesione a programmi imposti, scopi che impegnano la creatività, con una nuova concezione del proprio ruolo. L’intelligenza consapevole e produttiva è dunque lo strumento perfetto per innovare dal basso la democrazia parlamentare e partitica, verticistica ed élitaria, che si è degradata lentamente nel tempo, allontanandosi dalle aspettative generali, con una riduzione progressiva della sovranità popolare, che ha trasformato il sistema da democrazia delegata e responsabile a oligarchia o plutocrazia assoluta, autoreferente e irresponsabile.
Nel caso europeo attuale dovremmo parlare di bancocrazia dissennata, capitalismo a senso unico, guerre finanziarie, riduzione in schiavitù di Nazioni, scomparsa della sovranità popolare ecc. fino a rovesciare il significato stesso del termine democrazia in plutocrazia, governo dei più ricchi e per i più ricchi con schiacciamento totale dei più poveri.
Come osservava un politico, che destra e sinistra oggi siano solo delle finzioni, lo prova l’osservazione che la DC italiana si presentava come un partito di destra, eppure ha fatto le leggi sulle pensioni, una delle scuole migliori d’Europa, l’obbligo scolastico fino a 18 anni, una sanità indirizzata verso l’eccellenza, il maggior tracciato autostradale del Paese, una struttura sindacale rispettata, una certa protezione delle classi più povere, una garanzia di lavoro per tutti, la rinascita e ricostruzione dell’Italia, un Paese che era la settima potenza industriale, una immagine stimata all’estero, un welfare non perfetto ma accettabile, un sistema di case popolari, una fitta rete di grandi imprese e anche piccole e medie che erano stimate nel mondo, il mantenimento della pace… Viceversa questo centrosinistra si è legato a scandali bancari, si è venduto al grande capitalismo finanziario, appoggia la destra più retriva, ha votato per la privatizzazione dell’acqua, lo scudo fiscale, il precariato, la distruzione della scuola e la sanità, le guerre, dichiara di voler appoggiare il bancorate Monti che vuole la distruzione del welfare, la privatizzazione di tutti i servizi pubblici e l’età pensionabile a 75 anni…
Chiaramente i termini destra e sinistra non hanno più senso, come sono diventate assurde le distinzioni tra fascismo e antifascismo, ove per fascismo si continui a far passare quello storico mussoliniano, ormai obsoleto, e coloro che si vantano di essere antifascisti, sostengono però il neo fascismo del potere capitalista e finanziario che vuole mandare in rovina, oggi, le democrazie.
Contro questo procedere inarrestabile del sopruso politico e della corruzione partitica, che ormai hanno svuotato di senso la parola democrazia, è nato però il nuovo strumento critico che porterà al rovesciamento del cattivo potere: LA DEMOCRAZIA DI MASSA.
A tale fine, l’uso del web dentro un progetto comune sarà un’arma potente contro cui si sfracellerà l’intento dei tiranni e il loro piano di azzerare ogni strumento democratico.
Abbiamo detto che l’intelligenza di gruppo, inconscia e indifferenziata, è presente in molti insiemi di animali e che c’è anche una intelligenza organica che tiene insieme in modo funzionale le parti componenti un organismo.
Ma accanto all’intelligenza organica e a quella di gruppo, quello che il web ha perfezionato è l’intelligenza collettiva delle comunità formate da individui consapevoli, che si pone in modo completamente diverso dalle precedenti, rivoluzionando il rapporto tra il singolo e l’insieme, non più inconscio, non più solo funzionale, ma autonomo e creativo.
Sappiamo che è sempre esistita una intelligenza collettiva nelle comunità, che è poi quella che ne permette o la sopravvivenza ambientale o lo sviluppo, anche se dipendono pur sempre dalle scoperte o dalle decisioni o dal potere di individui isolati. E’ dunque questa caratteristica che fa evolvere le comunità a livelli di ordine superiore, integrandone i membri con tecniche di collaborazione, integrazione, potere, subordinazione, selezione..ma, se osserviamo le linee di sviluppo dei gruppi umani, possiamo vedere che la loro storia dipende spesso da individui isolati, scopritori, despoti, eroi, sacerdoti, generali, capi…mentre il resto del gruppo segue in modo più o meno succube le loro decisioni.
Oggi per la prima volta il fortissimo stimolo mentale e emozionale costituito da internet sollecita un importante numero di menti e tendenzialmente porterà tutti i cervelli del pianeta a lavorare insieme in modo nuovo.
Chi impara a viaggiare sul web e soprattutto chi entra, attraverso il web, nel progetto sociale di un mondo nuovo, entra in una comunità virtuale avveniristica dove si trasforma completamente, non solo si autostimola così da esercitare sempre più la propria mente (logica, senso critico e creatività) in una palestra continua, aumentando il suo Quoziente Mentale e le sue capacità cognitive, ma si apre a concezioni di partecipazione politica ben diverse dalla solita soggezione.
Il web agisce in due sensi, a livello informativo, in quanto permette in tempo reale a costi minimi di contattare tutte le informazioni contenute sul web e in senso formativo o cognitivo in quanto sollecita vivacemente le capacità personali.
Riguardo all’informazione, vengono fatti due esempi di pensiero collettivo, google e wikipedia. Google serve a trovare in modo indifferenziato qualsiasi cosa sia sul web e inerisca a una data ricerca. Wikipedia è uno strumento enciclopedico formato da apporti e integrazioni provenienti da qualunque operatore del web.
Certamente ogni quoziente intellettivo individuale aumenta in un lavoro collettivo integrato. La regola aurea è accettare e sviluppare qualsiasi input potenzialmente utile che provenga da qualsiasi membro del gruppo, in una massimizzazione dei risultati.
Avendo impiegato metà del mio lavoro in organizzazione di gruppi, ho potuto studiare per una trentina di anni l’intelligenza collettiva come si sviluppa in gruppi abbastanza piccoli da poter interagire con la presenza fisica e che potrebbero essere paragonati ai meetup attuali del Movimento. Sono rimasta sorpresa dai risultati di evoluzione dei singoli componenti (ovviamente non tutti), che crescevano in proporzione alla sintonia circa scopi e risultati. L’impressione era che si creasse non solo una ottimizzazione delle energie in campo che minimizzava gli sprechi delle energie, ma che avvenisse una inconscia maturazione dei membri che aumentava la loro responsabilità portandoli ben oltre i loro limiti iniziali in una progressiva fusione di intenti, per cui il gruppo diventava sempre più affiatato, creativo e funzionale e si muoveva come per vita propria, passando dal caos iniziale a un progressivo e crescente disegno di ordine.
Passando all’esame dei blog, ma in particolare di quello del Movimento 5 stelle, che ha creato una comunità virtuale ormai da sei anni, ho cercato di applicare le osservazioni fatte in precedenza, con tutti i gap, le interruzioni e i sabotaggi costituiti da chi è nemico del gruppo stesso, rendendomi conto che il fenomeno del blog “per intenti sociali” può essere una fattispecie del tutto nuova di lavoro politico rispetto ai partiti tradizionali che rispondono ancora a canoni verticistici di obbedienza al leader. Sembra abbastanza chiaro che oggi i partiti non sono più esempi di intelligenza collettiva, dal momento che le segreterie sono svincolate dalla base, non ne ricevono input e usano la base solo in senso di appoggio passivo o per fanatizzarla in modo viscerale e non partecipativo.
In un mondo dove i poteri forti sono organizzati in reti similari, analoghe per interessi e scopi, e dove i partiti sono ormai omologati ad essi, perdendo tutte le loro peculiarità storiche o sociali, solo una intelligenza collettiva può costituire un valido avversario al Potere, estendendosi in una lotta comune. Proprio per questo la vecchia funzione del leader politico deve essere sostituita sempre più dal coordinatore di rete, punto focale capace di riassumere e catalizzare il meglio delle energie prodotte in forma partecipativa, dando loro forma unitaria e slancio emozionale. Ed è quello che fa Beppe Grillo per il suo movimento.
Il cibergroup è, oggi, il sostituto del vecchio partito gerarchico, con una produzione aperta capace di rinnovamento continuo dal basso, molto diversa dal rigido programma politico dettato dall’alto, e con un rovesciamento notevole della piramide del potere, in cui alla forza data dalla permanenza nelle istituzioni si contrappone la creatività risorgente dalle idee native.
A differenza della sezione di partito, rigida e poco pronta a diversificarsi, retta dalla fedeltà e dall’ubbidienza a un capo o una programma, il cibergroup appare come un organismo fluido, dotato di risorgenza continua, incapace di cristallizzarsi, dotato di autocritica e innovazione permanente. In esso i vari pensieri dei partecipanti si integrano in un divenire di grande freschezza e interesse dove ognuno è promotore e innovatore e tende ad auto perfezionarsi in vista del meglio dell’insieme. L’intelligenza collettiva è quanto di più diverso possiamo immaginare di una sommatoria di intelligenze, proprio perché produce non solo l’affinamento delle risorse di ognuno ma qualcosa di superiore che travalica tutti ed è, appunto, l’intelligenza del gruppo.
Per 30 anni ho seguito il lavoro di gruppi di discussione su tematiche psicologiche o filosofiche, e ho scritto i diari di questi lavori, diari che i membri dei gruppi leggevano con un effetto a specchio, per cui l’osservare diveniva il soggetto osservato e l’io doveva per forza liberarsi dai suoi dati di autorefenzialità, oggettivandosi nello sguardo dell’altro. Tutti coloro che hanno partecipato intensamente a questi lavoro di gruppo protratti nel tempo, ne hanno conservato il ricordo di un tempo estremamente produttivo in cui si è compiuta una straordinaria evoluzione sia personale che dell’insieme, il quale, a un certo punto, funzionava come avviene in un’orchestra bene affiatata che oltrepassa la propria ottimizzazione sperata per avvicinarsi alla perfezione di risultato.
La cosa più sconcertante era qualcosa che dopo un po’ emergeva, l’apparire di quello che chiamo ‘lo spirito del gruppo’, una specie di regista superiore, che non ero io e non era nessuno di loro, ma era il risultato di una integrazione al meglio e produceva, dal caos iniziale, l’indirizzamento verso uno scopo ben preciso, verso un disegno di ordine che oltrepassava il gruppo stesso, come fosse stato programmato da un regista più intelligente e preveggente.
Io non possiede al momento nessuna scienza della psicologia o della sociologia che sia in grado di spiegarmi tecnicamente come questo avvenisse, ma è un risultato ben noto a chiunque abbia operato in un lavoro di gruppo buono e abbastanza protratto nel tempo, e non dubito che le scienze attuali saranno capaci un giorno di integrarsi tra loro per spiegare e utilizzare quanto accade. In larga misura quello che ho vissuto è stato per me imprevedibile e sconcertante, per cui, quando sono passata a riflettere sui lavori dei blog finalizzati a un lavoro politico comune, ho cercato di capire se si ripetesse questo fenomeno, per cui dalla partecipazione casuale, individualistica e disordinata iniziale si passava gradatamente ad un lavoro di integrazione e potenziamento delle facoltà umane fino a produrre qualcosa di armonico e superiore che nemmeno stava nelle premesse iniziali. Diciamo che avevo dinanzi un evento non lineare e non prevedibile in cui ero parte in causa e che potevo descrivere non con la matematica o la statistica ma con ‘metafore’, coi disegni della poesia, allo stesso modo con cui nella teoria del caos eventi non riconducibili a equazioni o ad algoritmi sono spiegati da grafici, frattali.
Finora le scienze si sono date a studiare eventi prevedibili o ripetibili. Ma questo ha lasciato fuori gran parte del reale. Già la teoria del caos ci ha introdotti a nuove nozioni dell’universo, in cui i sistemi non lineari e non prevedibili, mostrano tuttavia la riconduzione a modelli di insieme. Per es., non possiamo prevedere il comportamento di uno schizofrenico, ma tutti i cervelli schizofrenici possono rientrare in un disegno (modello grafico) comune. Sono assolutamente casuali gli anfratti di una costa, ma la stessa costa, vista dall’alto, mostra il ripetersi di un profilo comune, come l’organizzazione superiore di ciò che appariva disorganizzato. I sistemi dinamici non lineari che un tempo eccedevano dalla rigidità delle teorie (come la casualità con cui le gocce d’acqua escono da un rubinetto che sgocciola, o la formazione delle nubi nel cielo, o la posizione dei vari uccelli in uno stormo, o i movimenti apparentemente imprevedibili della Borsa) trovano nei sistemi frattali esplicazioni che sembrano prodotte dall’emisfero irrazionale, secondo forme ‘artistiche’, che sono esse stesse una nuova scienza.
Prendendo un organismo, è possibile osservare che i comportamenti apparentemente solipsistici dei singoli componenti perdono ogni arbitrarietà nell’insieme auto-organizzato. Analogamente l’aggregato umano apparentemente disaggregato e caotico, pieno di forze centripete, assume configurazioni di grande ordine e progresso, quando interviene qualcosa in grado di farne un organismo. A un determinato grado, il disordine o l’apparente casualità del singolo scompaiono nell’armonia dell’integrazione, che non è mai omologazione, come continua a dire chi non è parte in causa o avversa il gruppo, ma è costitutivo di un ordine ‘libero’ nuovo. Inizialmente ogni particella va per sé, ma a un certo livello di lavoro comune, si produce un’aggregazione che, passata una soglia critica, stabilisce armonia.
Copio dal web: “L'intelligenza collettiva può essere interpretata come un aggregato sistematico di intelligenze individuali, le cui relazioni reciproche e la cui collaborazione producono effetti massivi a livello culturale, sociologico, politico e antropologico di tipo emergente e difficili da studiare con i criteri applicati sui singoli individui che ne fanno parte.”
Insomma abbiamo davanti qualcosa che oltrepassa le nozioni della psicologia tradizionale, non si inserisce nelle equazioni o nella statistica della sociologia dei gruppi e richiederebbe una scienza apposita che individua le linee dell’imprevedibilità e della crescita libera.
Occorrerebbe l’integrazione di discipline come la sociologia, la teoria del caos, e la psicologia dei gruppi più un nuovo quid non esplicato, per capire le profonde inferenze che internet produrrà sia sulle comunità che sui sistemi politici, e massimamente su una forma di democrazia che esca nettamente dai paradigmi totalitari dove essa si è arenata negli ultimi decenni, tradendo le aspirazioni iniziali, una nuova democrazia che si ricolleghi idealmente a quella agorà che costituì la palestra delle menti ateniesi 2300 anni fa, in quella nuova agorà del web, che è la nostra palestra di oggi, per una democrazia diretta dal basso, come lavoro comune innovativo e imprevedibile, di fronte a cui ogni partito o neo partito non può che dimostrarsi arcaico e obsoleto .
Ovviamente, quando parlo di lavoro di gruppo non intendo le manifestazioni come i Vday, che sono viscerali e acefale, buone solo a scatenare certe dinamiche di massa, per cui ogni partito è buono, ma un gruppo, un meetup per esempio, presuppone un lavoro comune che si auto-organizza in tempi lunghi in vista di un obiettivo, esplicito o inconscio, ed è questo lavoro insieme protratto nel tempo che produce qualcosa che supera le singole menti e indirizza in senso armonico le singole volontà. Un WORK IN PROGRESS collettivo mirato, dalle potenzialità infinite, che rompe tutti gli schemi piramidali.
Il fattore dell’imprevedibilità e l’aumento di assunzione di responsabilità e consapevolezza sono i caratteri prevalenti di quel che accade, unito a un ordine crescente, come di un puzzle che a poco a poco si perfeziona ma che, potenzialmente, anche se non mostra il suo disegno subito è come se lo implicasse da sempre.
Io sono partita dal lavoro su gruppi di adulti in modo empirico senza una teoria di base, proponendomi solo di registrare quello che avveniva e coordinando i risultati. E mi sono trovata a fare delle scoperte sconvolgenti su una forma di intelligenza superiore che non pensavo di rinvenire e che oltrepassava sia i singoli componenti che la sommatoria delle risorse individuali.
Poi, quando ho cercato dei riscontri su questa specie di miracolo nella scienza ufficiale, non ho trovato nulla che confortasse le mie scoperte, salvo che potevo farle rientrare in una interpretazione dell'inconscio collettivo junghiano.
Cioè quella armonizzazione e quell'indirizzamento che non trovavo nei singoli componenti, sembrava uscire da una sintonia tra le loro parti inconsce.
Posso notare anche che, per chi non apparteneva al gruppo, la comprensione di quanto avveniva al suo interno era totalmente esclusa, e potevano al più additarmi come guru o parlare del gruppo come setta ecc., senza capire le dinamiche in corso, che invece erano perfettamente trasparenti a chi la vita del gruppo la viveva col meglio di sé e in piena libertà.
Poi sul blog ho rivisto situazioni simili, una completa incomprensione a capire quel che avveniva da parte degli elementi ostili o antagonisti, e una crescente sintonia e integrazione da parte di chi svolgeva un lavoro comune.
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