Gli alieni sono tra noi? Forse oggi e di sicuro in tempi antichi. Ci hanno creato, lo dice la Bibbia, e hanno istituito la religione per dominarci. Questo in pillole sostiene Mauro Biglino, scrittore di moda tra spiritualisti e anticlericali. I suoi libri sono bestseller da decine di migliaia di copie. Un brand a tutto tondo: tante conferenze, video cliccatissimi, ribalta social, comparsate in televisione, un fumetto e persino un cameo di sé stesso in un film sci-fi con megaproduzione.
Biglino, già ex massone e con trascorsi nel mondo della finanza, non ha una formazione accademica. Solo verso i 50 anni impara l’ebraico con lezioni private. Prosegue da autodidatta e collabora con le edizioni San Paolo su traduzioni interlineari della Bibbia. Ma il rapporto si chiude intorno al 2010 quando escono i libri che ne hanno decretato il successo. Da agnostico dice di rifuggire le certezze tanto dei credenti quanto degli atei. Racconta stranezze, atrocità e contraddizioni della Bibbia, attirandosi strali dall’apologetica. Non si ferma all’analisi critica, approccio accettato persino in ambienti religiosi. Arriva a sostenere che gli esseri umani siano stati creati da extraterrestri dotati di tecnologie avanzate, a partire da ominidi già presenti. Il termine elohim non indicherebbe il dio ebraico ma questi personaggi. Le tracce starebbero nel testo non manipolato dai teologi.
Le conferenze di Biglino attirano un vasto pubblico anche per le indubbie capacità dialettiche dell’autore. Mostra padronanza dell’ebraico e dei testi antichi, ma rifugge l’atteggiamento paludato di molti intellettuali alle prese con l’uditorio. Carismatico e arguto, dall’aspetto asciutto e quasi monacale, coinvolge il pubblico e infarcisce i discorsi di aneddotica e riferimenti altisonanti. I suoi eventi sono un mix tra reading, intrattenimento e (non tanto paradossalmente) prediche in chiesa.
Il “metodo” Biglino fornisce una apparente spiegazione della storia per chi cerca risposte suggestive fuori dalle religioni tradizionali. Lo seguono ambienti spirituali o alternativi; cospirazionisti orfani di perle come il “documentario” Zeitgeist; ufologi, esoteristi e fan della new age (il principale editore di Biglino è specializzato in tali settori). Tra i simpatizzanti anche anticlericali o antiteisti: trovano conferme all’idea di una chiesa che ordisce complotti e giustificano il costrutto biglianiano come un modo per sbugiardare i dogmi. Mentre altrove è il prete a dare l’interpretazione “vera” della Bibbia, qui l’uditorio, in gran parte digiuno di storia e lingue antiche, è implicitamente indirizzato dalle vivide ricostruzioni dello scrittore.
È la riproposizione delle teorie sugli “antichi astronauti” già screditate di scrittori come Peter Kolosimo, Zecharia Sitchin o Erich von Däniken. Per un periodo persino il paladino degli scettici Carl Sagan avallò idee simili nel disperato tentativo di provare l’esistenza degli extraterrestri. Imboccata la strada della pseudostoria è naturale rilanciare. Biglino legge in senso fantascientifico episodi biblici: l’Eden è un «centro di comando» degli elohim, usato come allevamento degli umani da loro creati con «interventi di ingegneria genetica» (Adamo ed Eva compresi); i cherubini non sono angeli ma «macchine» usate da Yahweh e compagni; il kavod non è la “gloria divina” ma un «oggetto volante»; l’Arca dell’Alleanza è un devastante pezzo di artiglieria. E via di questo passo. Estende ad altre civiltà il coinvolgimento di alieni ipertecnologici: in India ad esempio avrebbero usato come astronavi i vimāna citati nei Veda. Non mancano allusioni a politica e sistema economico attuali, dominati da poteri forti più o meno terrestri. Biglino polemizza spesso contro il presunto dogmatismo della scienza accademica. Intanto presenta le proprie idee come basate sulla semplice lettura del testo, con refrain “facciamo finta che”. Mentre esalta il “libero pensiero”, accompagna l’uditorio a conclusioni preconfezionate: i buchi di storia e scienza sono riempiti non più con dio ma con questi “alien of the gap”.
Il costrutto di Biglino ricorre a frequenti cherry picking, traduzioni creative e mantra antievoluzionisti – come le perplessità sull’ominazione di Alfred Russell Wallace, collega di Charles Darwin. Si appoggia a studi e analisi di esperti per dare una parvenza più scientifica alle sue ricostruzioni. Come la citazione spericolata di un articolo su Le Scienze del chimico e divulgatore Dario Bressanini per sostenere che la mutazione del frumento fosse artificiale perché evento genetico raro. Ma Bressanini lo scoprì e replicò. Anche l’ipotesi di un intervento “esterno” sul Dna umano si fonda sul sospetto di una evoluzione cerebrale troppo repentina: ma si inquadra nella variopinta storia degli ominidi.
Esiste da molto tempo uno studio demitizzante sulla Bibbia di autori laici (come Bart Ehrman) consolidato in ambito specialistico. È ammesso dai più, tolti i più integralisti, che l’Antico Testamento mescoli mito e storia per propaganda, che la teologia ebraica abbia visto una contraddittoria elaborazione da radici enoteiste se non politeiste (si vedano parole come elohim) e che il testo sacro abbia subìto una secolare opera di riscrittura. Non è vero che il suo studio sia monopolio dei teologi e serva un outsider per svelare verità nascoste. Per chi non è credente è chiaro che la Bibbia non parli di dio. Ma ciò non significa che all’epoca gli autori non ci credessero o che la loro concezione del divino sia sovrapponibile a quella cristiana in voga. Pure gli dèi, creature di culture umane, si sono evoluti.
Gli accademici si guardano bene dall’entrare in diatribe ufistiche, a parte pochi coraggiosi come l’ebraista Giuseppe M. Cùscito. Un confronto degno di nota Biglino lo ha imbastito nel 2016 con alcuni rappresentanti religiosi, dove ha sfoderato le sue armi dialettiche. Anche il matematico Piergiorgio Odifreddi si è confrontato con lui al Salone del libro di Torino nel 2019. Intanto certe tesi pseudoscientifiche solo all’apparenza “laiche” diventano virali in contesti pop, tra tv, radio e social. Alcuni youtuber con approccio razionalista si sono cimentati, con toni diversi, nella controanalisi delle idee bigliane.
La vulgata di Biglino somiglia a una versione postmoderna del creazionismo: sostituisce gli alieni a dio e legge pedissequamente la Bibbia come i fondamentalisti cristiani. Mentre desacralizza, fa rientrare la sacralità con speculazioni fantascientifiche sugli elohim in una narrazione misteriosa e provvidenziale. La ricerca sul fenomeno ne delinea i caratteri di “quasi religione”. Al contrario di Räel o Ron Hubbard, che hanno fondato dei culti, Biglino nega di essere un profeta e contesta le religioni organizzate. Ma certi suoi sostenitori leggono il tutto sulla base di aspettative quasi palingenetiche.
Il fervore con cui ci si accapiglia intorno allo scrittore delinea una falsa dicotomia, tra lettura ossequiosa del testo biblico avallata dalle chiese e interpretazione paleoastronautica che distinguerebbe personalità eclettiche e indipendenti. Qualcuno lascia a Biglino il beneficio d’inventario di aver destato dal torpore tanti mettendo in discussione le religioni. Certo, può servire una prima infatuazione per suscitare sete laica di conoscenza, come solo tanta letteratura, musica e altre forme d’arte che ci parlano nell’intimo sanno fare. Molti scettici adorano la fantascienza e i misteri. Ma se vogliono sentire di complotti sugli alieni e risvolti religiosi possono vedere la serie cult X-Files.
Valentino Salvatore
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