venerdì 4 marzo 2022

Davide Astori

 


“Mammi, ma perché il mio papà è dovuto andare via?”

“Perché aveva una bua grande al cuore e qui non stava più bene.”

“Ma è morto?”

“Sì, un giorno si è addormentato e non si è più svegliato".

"Dal primo giorno della nostra nuova esistenza, ho deciso che non avrei mai mentito a Vittoria, che non l’avrei mai illusa, che le avrei sempre detto la verità. 

Il giorno in cui Davide è morto, mi sono ritrovata in una macchina da Firenze a Udine senza davvero comprendere cosa stesse accadendo. 

È stato un viaggio infinito, surreale. 

Volevo solo tornare a casa e aspettarlo per cena e invece ero in un’automobile in compagnia di persone che non avevo mai visto prima. 


Quando sono entrata nell’obitorio, Davide era disteso su un lettino al centro della stanza. Le pareti erano fredde, le luci erano fredde, l’aria era fredda, l’alluminio del lettino era freddo. Era coperto da un lenzuolo bianco che gli lasciava scoperte appena le spalle e la testa.

Era bellissimo, sembrava semplicemente dormire.

Mi sono tolta la giacca, l’ho appoggiata su un altro lettino e l’ho abbracciato. 

Ho sentito per primo il suo odore, come quello del mattino al risveglio, e poi ho sentito come il suo corpo fosse ghiacciato, gelido e rigido. 

Nella sensazione di quel freddo siderale ho capito nella mente e nelle emozioni che non sarebbe mai più tornato da noi. Ho sciolto l’abbraccio e sono andata a sedermi dall’altra parte del lettino, nella direzione in cui aveva il volto girato. 

L’ho guardato per un tempo senza bordi, un unico lunghissimo momento in cui tutto c’era ancora e non c’era davvero più. 

Le labbra rilassate e i denti più bianchi del solito, gli occhi socchiusi, le sue ciglia così curve che li proteggevano. I suoi capelli di sempre, morbidi e scuri, la linea delle spalle nude. 

Detestavo quel lenzuolo così leggero, avrei voluto stendergli sopra una coperta calda, spostarlo da quel lettino scomodo. 


Era Davide, ma sapevo che non era più lui. Mi domando a volte come avrei fatto a credere alla realtà dei fatti, se non l’avessi visto quel giorno in quella stanza.

Da allora ho smesso di cercare il senso delle cose, ho smesso di interrogarmi sullo scopo del destino, sull’utilità del dolore. 

Io ho deciso di cercare Davide nei sogni con cui arredo il mio futuro e quello di Vittoria.

Se Davide è vivo in ogni cosa che sono e che faccio, allora si merita che io sia e faccia i sogni migliori."


Un racconto da brividi di Francesca Fioretti, compagna dell'indimenticabile Davide Astori.

Oggi, 4 anni senza il nostro capitano... ❤


Fonte: "Io sono più amore", libro di Francesca Fioretti.

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