venerdì 16 luglio 2021

«La sicurezza e lo sviluppo dell’Asia centrale dipendono dalla stabilizzazione dell’Afghanistan»

 


di Farian Sabahi

Intervista al ministro degli Esteri uzbeko Abdulaziz Kamilov alla vigilia della conferenza per l’Asia centrale e meridionale

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afgane e con il sostegno della comunità internazionale», osserva Abdulaziz Kamilov, il ministro degli Esteri dell’Uzbekistan, un paese che condivide 137 chilometri di frontiera con l’Afghanistan.

In questi anni il terrorismo ha colpito anche l’Uzbekistan?
«Come in Europa, anche in Uzbekistan vi sono cittadini partiti per unirsi a gruppi terroristici nelle zone di guerra. Al pari degli europei, abbiamo la necessità di assicurare il loro rimpatrio. È un processo complicato, ci muoviamo nel rispetto della sicurezza nazionale e dei diritti umani, fornendo assistenza medica e psicologica. Dal 2019 abbiamo dato avvio a quattro operazioni Mehr (Pietà) per il rimpatrio e oltre 300 donne e bambini sono rientrati dalla Siria e dalla Iraq. Nell’ultima operazione, 24 donne e bambini sono tornati dall’Afghanistan».

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La conferenza internazionale di Tashkent Central and South Asia: Regional Connectivity, Challenges and Opportunities si terrà il 15 e 16 luglio. In quale misura i paesi dell’Asia centrale collaborano?
«In questi quattro anni il Presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev ha risolto i problemi con i paesi vicini, inclusi la demarcazione dei confini e lo sfruttamento delle fonti idriche. Si è così venuta a creata un’atmosfera di fiducia, indispensabile a promuovere il commercio e la collaborazione economica, nei trasporti e nelle comunicazioni. Nei summit di Astana nel marzo 2018 e di Tashkent nel novembre 2019 abbiamo valutato la possibilità di eliminare le barriere commerciali, rafforzare la collaborazione industriale e accrescere le interazioni per la sicurezza e la stabilità. Grazie a queste iniziative, il giro d’affari con gli altri paesi dell’Asia centrale è quasi raddoppiato, passando da 2,7 a 5,2 miliardi di dollari. Il commercio con il Turkmenistan è triplicato, con il Kirghizistan è cresciuto di 2,3 volte, con il Tagikistan è raddoppiato, e con il Kazakistan è aumentato di 1,6 volte. Con il Kazakhstan il nostro obiettivo è arrivare a uno scambio bilaterale di 10 miliardi di dollari, con il Kirghizistan di 2 miliardi, con il Tagikistan e con il Turkmenistan di un miliardo».

In che modo la conferenza presterà attenzione all’Asia meridionale?
«Fin dalla sua indipendenza, l’Uzbekistan ha stretto rapporti con l’India e il Pakistan. Lo scorso 11 dicembre la riunione virtuale del Presidente dell’Uzbekistan con il Premier indiano aveva portato alla firma di un accordo importante. E il 14 aprile 2021 un altro summit virtuale con il premier del Pakistan ha posto le basi per una collaborazione futura, in attesa di una sua visita a Tashkent. Con questi paesi non abbiamo però un confine e quindi non è facile collaborare dal punto di vista commerciale ed economico. Per superare questo ostacolo, stiamo lavorando alla costruzione di linee ferroviarie dai porti pachistani di Karachi e Gwadar fino a Termez (Uzbekistan) attraverso l’Afghanistan».

L’Uzbekistan è al centro dell’Asia centrale e i trasporti sono uno dei temi della conferenza. Quali sono i corridoi nella regione?
«Fino a poco tempo fa i corridoi del trasporto erano soltanto tre, recentemente portati a nove grazie alla costruzione di linee ferroviarie e ponti. Tra questi, vi è il corridoio Russia-Kazakhstan-Uzbekistan-Turkmenistan-Iran-Oman-India. Abbiamo poi nuove linee su rotaia con il Kirghizistan e il corridoio per trasporto su gomma Tashkent-Andijan-Osh-Irkeshtam-Kashgar che arriva in Cina. Su rotaia, le merci viaggiano da Hairaton a Mazar-e-Sharif. Nell’ambito del progetto Nord-Sud, un nuovo corridoio dà accesso alle linee ferroviarie dell’Iran, del Pakistan e dell’India, e quindi ai porti Chabahar (Iran) e Gwadar (Pakistan). Detto questo, continuiamo a espandere vie alternative: il corridoio che dall’Oman arriva in Iran e da qui in Turkmenistan fino in Uzbekistan; la nuova linea ferroviaria Uzbekistan-Kirghizistan-Cina per trasportare merci dalla regione dell’Asia-Pacifico e dalla Cina in Kirghizistan e attraverso l’Uzbekistan ai paesi europei. Questa Nuova Via della Seta è molto importante, perché è la via più breve dalla Cina all’Europa, così come per il Vicino e Medio Oriente. C’è poi il corridoio lungo la strada Mazar-e-Sharif - Kabul–Peshawar che non solo rappresenta il percorso più breve ma può contribuire alla pace e allo sviluppo dell’Afghanistan».

Quali personalità partecipano alla conferenza di Tashkent?
«La partecipazione sarà ampia, a dimostrare la rilevanza dell’Asia centrale per gli equilibri mondiali. Ci saranno il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani, il premier del Pakistan Imran Khan, i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Asia centrale e dell’Asia meridionale, della Russia e della Cina, nonché di paesi importanti del mondo musulmano tra cui Turchia, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar. Ci saranno rappresentanti di alto livello degli Stati Uniti, dell’Unione europea e del Regno Unito, della Corea del Sud e del Giappone. Le diverse agenzie dell’Onu hanno mostrato interesse. Crediamo che gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e l’Unione europea possano giocare un ruolo importante partecipando e sostenendo i progetti economici in Asia centrale e meridionale».

A rappresentare l’Italia sarà il sottosegretario agli Esteri e alla Cooperazione internazionale Manlio di Stefano. Che cosa vi aspettate dal nostro paese?
«L’Italia è uno dei nostri partner più importanti e ha un potenziale significativo dal punto di vista economico, scientifico, tecnologico e intellettuale. Siamo interessati a rafforzare le relazioni bilaterali, in particolare nell’ambito dei progetti economici, di trasporto e comunicazione, energia e innovazione. Al tempo stesso, l’Italia ha un enorme potenziale industriale e tecnologico ed è quindi in grado di dare un contributo significativo a questi progetti a livello regionale. Di conseguenza, nel dicembre 2019 abbiamo sostenuto l’iniziativa italiana per costituire un nuovo formato 1+5 di dialogo e cooperazione con l’Asia centrale e siamo pronti a organizzare un secondo incontro ministeriale a Tashkent, in linea con la conferenza di questi giorni. Contiamo inoltre sull’Italia per rafforzare i nostri rapporti con le istituzioni dell’Unione europea e con gli altri paesi membri».

 

https://www.corriere.it/esteri/21_luglio_14/sicurezza-sviluppo-dell-asia-centrale-dipendono-stabilizzazione-dell-afghanistan-635c729a-e484-11eb-9ca3-9397dc78a855.shtml

 

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