lunedì 12 luglio 2021

E' morto Nicola Arigliano una vita di jazz e spettacolo

 


Il cantante aveva 87 anni, viveva in un centro per anziani a Lecce. Fra i suoi successi, "Un giorno ti dirò", "Amorevole", "I sing ammore". E il celebre spot del digestivo Antonetto

ROMA - Era uno di quei grandi signori della canzone che col passo felpato del buon gusto e l'ironia stralunata di un meridionale viveur, porgeva le sue canzoni come un piatto prelibato da consumare con particolare godimento. Nicola Arigliano era fondamentalmente un cantante jazz prestato alla canzone, quindi un crooner, e pochi in Italia sono stati bravi come lui, quando uscì dal nebbioso mondo dei locali notturni (fine anni Cinquanta) e approdò in televisione sull'onda di uno swing lieve ed elegante, con canzoni tipo I sing ammore, o I love you forestiera, in quel tipico vezzo dell'epoca che amava i titoli in doppia lingua.

Tra queste infilò subito Amorevole, un gioiello assoluto, dove meglio poteva esprimere quella carezza dei sensi da provetto crooner (da noi si definivano "cantanti confidenziali") e un timbro straordinario, e quella rimane forse il suo capolavoro assoluto. Ma nel frattempo era anche diventato un popolare beniamino televisivo, a fianco di Mina, Luttazzi e degli altri eroi della tv de primi anni Sessanta, grazie anche al fatto che era un personaggio, ironico e surreale, decisamente simpatico, con una parlata tutta sua, ai limiti dello slang jazzistico e del dialetto pugliese. 

Poi arrivò una imprevista popolarità quando partecipò al festival di Sanremo (1964) con Venti chilometri al giorno, che gli è rimasta a lungo addosso come una specie di sigla immancabile. Il pezzo era davvero bizzarro. Raccontava le fatiche di un povero innamorato costretto a camminare ogni giorno per venti chilometri ("dieci all'andata e dieci al ritorno, per poi sentirmi dire che... non hai voglia di uscire"), costruità però sulla falsariga dei canti afroamericani, ispirata in particolare a una worksong intitolata "Sixteen tons".

Ma ancora di più arrivò al grande pubblico, in un'Italia che viveva di magnifici Caroselli pubblicitari concepiti come veri e propri numeri di varietà, quando fu chiamato a fare da testimone al digestivo Antonetto ("ed è tanto comodo che lo potete prendere anche in tram") con un gesto di mano indirizzato allo stomaco che diventò famoso. Con gli anni finì per passare di moda, come tutto un mondo di swing e ironie canore, ma è sempre rimasto come un piccolo grande culto.

Fu riscoperto dal jazz d'avanguardia (Mario Schiano in testa) che gli tributò omaggi sperticati, e anzi era piuttosto divertente ritrovarselo a festival sperimentali dove la consonanza era rigorosamente proibita e se uno metteva in fila più di qualche nota dotata di senso melodico veniva espulso senza rimedio. Da lui si accettava tutto. Cantava I sing ammore e Amorevole, oltre ovviamente ai suoi amati standard jazz e la gente si spellava in applausi. E' morto esattamente dov'era nato, 87 anni fa, nella terra del Salento che ribolle di musicalità e che gli aveva lasciato nel sangue la gioia del canto.

Nicola Arigliano da quattro anni viveva a Calimera, in provincia di Lecce, nell'istituto 'Gino Cucurachi', un centro per anziani. Era originario di Squinzano (Lecce), dove era nato il 6 dicembre 1923. E ha cantato fino alla fine. Sempre cercando di essere in pari col tempo e con il futuro. Nel 2007, insieme al suo staff di collaboratori, aveva inaugurato il suo myspace (www.myspace.com/nicolaarigliano). L'ultima apparizione era stata a Sanremo, nel 2005, dove aveva presentato il brano Colpevole, con i suoi ottantuno anni di età, era il più anziano ad aver partecipato a un festival e quell'anno si aggiudicò il premio della critica.

La scorsa estate doveva iniziare un tour con la sua band ma i medici glielo avevano sconsigliato. Teneva però piccoli concerti, quasi in forma privata, nel Salento. I funerali si terranno domani alle ore 16 presso la Chiesa SS. Maria Annunziata di Squinzano, in provincia di Lecce, dove l'artista è nato. La camera ardente è stata aperta a Calimera, nel centro per anziani dove viveva. Secondo quanto riferito dalla famiglia non aveva malattie: ieri pomeriggio ha avuto una crisi respiratoria e poi prima della mezzanotte è morto per un infarto.
 
https://www.repubblica.it/persone/2010/03/31/news/nicola_arigliano-3037214/ 
 
Berlusconi71

 

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