giovedì 14 agosto 2014

Simone Camilli morto a Gaza, reporter italiano ucciso da una granata

Ha perso la vita durante il disinnesco di un ordigno israeliano

Simone Camilli - dal collega sami al ajrami da Gaza - DA RED. INTERNAZ. (foto: ANSA)
Simone Camilli - dal collega sami al ajrami da Gaza - DA RED. INTERNAZ

La guerra di Gaza ha provocato la prima vittima italiana.

Simone Camilli, videoreporter romano di 35 anni, con una lunga esperienza nei teatri di guerra, è rimasto ucciso con altre quattro persone per l'esplosione di una granata israeliana. "Una tragedia per il nostro Paese" e un monito per la fine del conflitto in Medio Oriente, ha sottolineato il ministro degli Esteri Federica Mogherini.

La tragica fatalità - proprio nei giorni in cui la tregua tra israeliani e Hamas aveva interrotto il lancio dei razzi e i raid di risposta - si è verificata a Beit Lahya, nel Nord della Striscia. Camilli, insieme con un collega di un'agenzia di stampa palestinese ed un fotografo che gli faceva da interprete, aveva raggiunto un gruppo di artificieri palestinesi in un campo di calcio per filmare il disinnesco di un ordigno lanciato da un carro armato israeliano e rimasto inesploso sul terreno. Le operazioni sono però fallite e l'italiano è stato travolto dalla deflagrazione insieme con il collega palestinese e tre artificieri. Il fotografo è rimasto ferito in modo gravissimo.

Figlio del sindaco di Pitigliano (Grosseto) ed ex giornalista Rai, Pier Luigi Camilli, Simone era da sempre in prima linea nelle zone calde del mondo, lavorando come producer e videoreporter per diverse agenzie internazionali, tra cui l'Associated Press
Il signor Camilli, già partito per Gaza per riportare la salma a casa, ha detto di essere "fiero di suo figlio", che "aveva questo lavoro nel sangue" e un curriculum che annoverava reportage nei teatri di guerra di Libano, Gerusalemme, Kosovo e Georgia. I vicini di casa, a Roma, hanno confermato che Simone "parlava sempre del suo lavoro, amava quello che faceva ed era coraggioso".

(ANSA)

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