Alessio Santi
Non ci compreranno mai
perché mentre il corpo si sazia con il cibo
perché mentre il corpo si sazia con il cibo
e coi soldi compriamo il pane,
la nostra anima si nutre
la nostra anima si nutre
delle parole di speranza e di futuro
di pulizia e di onestà
di solidarietà e di partecipazione
tutte cose che non hanno prezzo per noi
perché rappresentano i sogni
di pulizia e di onestà
di solidarietà e di partecipazione
tutte cose che non hanno prezzo per noi
perché rappresentano i sogni
di ogni uomo o donna liberi di sperare ancora
in altri uomini e donne,
di credere nonostante tutto
in altri uomini e donne,
di credere nonostante tutto
che la giustizia alla fine trionferà
o che almeno la nostra vita ha un senso
o che almeno la nostra vita ha un senso
se si opera per le cose giuste, contro le ingiustizie
e nel Movimento sta lavorando con ognuno di noi
e nel Movimento sta lavorando con ognuno di noi
affinché diventiamo una comunità,
una Nazione vera,
non divisa in nord e sud in ricchi e poveri,
ma una comunità vera
di uomini e donne di buona volontà
che si adoperano per un futuro migliore per tutti.
Il corpo per noi non ha valore
è solo un guscio
dell'anima
e chi sente dentro di sé questa forza
Il corpo per noi non ha valore
è solo un guscio
dell'anima
e chi sente dentro di sé questa forza
che lo porta alla verità e ad operare per la
verità
non può temere nessuno
perché volere,
non può temere nessuno
perché volere,
e volere il bene comune,
il bene di se stesso e degli altri,
è un potere immenso
che non può essere né sconfitto né scalfito.
che non può essere né sconfitto né scalfito.
..
L’INTELLIGENZA COLLETTIVA
Viviana Vivarelli
Con internet, i blog e il confronto in tempo reale in
rete, si affaccia per la prima volta nella storia dell'uomo, una versione
particolare di INTELLIGENZA COLLETTIVA, che ha un forte impatto non solo
sullo sviluppo del singolo individuo ma sulla stessa compagine sociale e
principalmente sul mondo di percepire la politica e sui diritti di chi vuole
fare la politica e non subirla.
Questo nuovo strumento dell’intelligenza collettiva
oltrepassa la democrazia come appartenenza a un partito o la politica come
suggestione di un leader, o ubbidienza acritica, per realizzare un work in
progress di tipo civile, che attiva a un tempo e in modo integrato la creatività
e l'innovazione di un numero potenzialmente illimitato di persone, minacciando
gli attuali equilibri di potere.
Il fenomeno è diventato talmente rilevante da
chiedersi come mai la sociologia continui a restare attaccata ai vecchi
paradigmi sui gruppi e non si interessi più profondamente a questo fenomeno di
portata storica, che è in grado di trasformare la velocità del progresso umano,
soprattutto in discipline sociali come la politica.
L'intelligenza collettiva è un particolare modo di
funzionamento dell'intelligenza che supera tanto il pensiero di gruppo (e le
relative tendenze all’ubbidienza e al conformismo) quanto il processo di
apprendimento individuale, permettendo ad una comunità di cooperare con
prestazioni intellettuali critiche e creative crescenti.
Essa è una via efficace e nuova per esprimere la
sintonia sociale, non più come consenso succube a un capo o adesione passiva al
costume e all’abitudine, ma come intervento partecipativo in cui ognuno
con-sente con se stesso, è capo a sé ma allo stesso tempo entra in un accordo
interagente ed evolutivo con coloro che gli sono simili.
George Pór ha definito questo fenomeno come "la
possibilità di una comunità umana di evolvere verso una capacità superiore nella
soluzione di problemi, di pensiero e di integrazione attraverso la
collaborazione e l'innovazione".
Pierre Le'vy dice:
“...l'intelligenza è distribuita dovunque c'è umanità. Questa
intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo
mediante le nuove tecniche della comunicazione, soprattutto mettendo le varie
menti in sinergia.”
Sinergia vuol dire integrazione di più elementi che perseguono un fine
comune, allo scopo di ottenere un effetto complessivo migliore di quello che
otterrebbero separatamente.
Oggi, se due persone distanti hanno due informazioni
complementari, attraverso le nuove tecnologie, possono entrare in comunicazione,
scambiare il loro sapere, cooperare, integrarsi, crescere uno grazie all’altro.
Il fatto che questo avvenga in tempo reale e oltrepassando lo spazio e le
differenze nazionali rende il fenomeno suscettibile di amplificazioni
imprevedibili.
La comunità scientifica può essere considerata una
sorta di intelligenza collettiva, quando e in quanto mette in comune in tempo
reale invenzioni e scoperte evolvendo in una CONCRESCITA, dove l’apporto
di ognuno alimenta il progresso di tutti.
Ma è soprattutto internet a mostrare la possibilità
di forme e implementazioni di una intelligenza collettiva planetaria, come nuovo
strumento di progresso sociale.
Il web permette, come mai era avvenuto prima, di
avere a disposizione uno strumento universale di intercomunicazione con ampie
possibilità di innovazione e arricchimento per una crescita creativa mai
raggiunta prima da nessuno sulla Terra.
Forse non prevedeva questo Jefferson, quando disse:
"La miglior difesa di una nazione è una cittadinanza istruita", ma noi
possiamo dire che meglio ancora è una cittadinanza che interagisce, si confronta
e crea.
Il web ha permesso a tutti i cittadini del mondo di
collegarsi per crescere insieme in una realtà che è sempre più di libertà e
democrazia, dove l’apporto di ognuno può valere più di quanto gli sia stato
permesso finora da chi è istituzionalmente adibito a decidere, e dove ognuno può
aver voce in capitolo più di quanto abbia mai potuto fare dalla sua posizione
individuale, rendendo sempre più fattivo il concetto dell’opinione pubblica come
quinto potere.
Si dice che dopo i tre poteri istituzionali
(legislativo, esecutivo e giudiziario) i mass media siano il quarto potere. Essi
tuttavia non rappresentano l’opinione pubblica ma solo il volere delle classi
dominanti, a maggior ragione in Italia, dove i finanziamenti pubblici e gli
organi direttivi della stampa e delle televisioni dipendono direttamente dai
partiti che manipolano l’informazione.
Internet è il grande campo totalmente nuovo dove
anche la gente comune che non fa parte della classe dominante, può parlare e
farsi sentire, ma non è solo il megafono di coloro che fino adesso erano stati
senza voce, è anche uno strumento formidabile di evoluzione civile e
democratica, il mezzo per una rivoluzione culturale pronta a trasformarsi in
rivoluzione politica, attraverso la maturazione dei concetti di base che guidano
una comunità e la portano ad essere in contrasto con la protervia chiusa della
sua classe dominante.
Lo strapotere dei dominanti si regge sempre e
comunque sull’ignoranza e l’inerzia dei dominati. Acquisire una coscienza di
gruppo e aumentare in saperi condivisi emancipa una parte dei dominati dalla
soggezione al Potere, la scioglie dalle manipolazioni della disinformazione,
crea necessariamente la maturazione per una comunità politica civile più
evoluta.
L’informazione è il primo passo di internet. Un uomo
informato è già mezzo liberato. Sapere dà potenza, permette di valutare meglio i
fatti, arricchisce la mente. Il sapere è produttivo, genera altra curiosità,
produce altro sapere.
E il sapere rende forti. Il mondo cessa di essere un
fenomeno oscuro che non ci riguarda, cominciamo a discernere i suoi intrecci e
questo ci rende più sicuri, perché nulla come l’ignoranza rende
debole e precario l’uomo.
Il potere del sapere rende forte l’uomo e dà sapore
alla sua vita (sapere è vicino a sapore), ma un sapere utilitaristico o
opportunistico non basta. Anche i nazisti avevano il sapere, ma lo hanno usato
contro l’uomo e non per l’uomo. Il potere delle conoscenze naziste portava ai V2
e ai lager. Il potere del sapere degli ultraliberisti moderni porta a un mondo
finanziario fittizio guidato dalla speculazione delle nuove forme del nazismo
bancario e due classi collegate, quella dei burocrati e quella dei finanzieri,
che pensano di stroncare tutte le altre.
Il sapere diventa potere universale quando si coniuga
con l’universalità, si scioglie dall’abbraccio tormentoso con l’egoismo
individuale o di casta o di corporazione, e diventa ricerca del bene comune per
il mondo. Quando cioè il sapere non è solo tecnico o tecnologico
ma si fa umanistico e universale.
Il nostro tempo presenta un massimo di sapere tecnico
o tecnologico, accompagnato da un brusco decadere dei valori morali. La crisi
che stiamo vivendo non è esclusivamente economica, è innanzitutto etica. Ne è
chiaro indizio la degradazione della scuola che, o è scuola di élite per classi
dominanti, o cade sempre più in basso. Ma l’educazione non è solo quella diretta
della scuola, è, oggi, innanzitutto educazione indiretta impartita dai media,
massimamente la televisione, a cui con sempre maggiore densità si sta
contrapponendo l’autoeducazione etero diretta di internet. Ma, mentre la
televisione accentua la passività dell’utente che viene trattato come un
soggetto da ipnotizzare, internet lo sveglia a compiti mentali nuovi, lo
vivacizza, lo rende consapevole e responsabile. Ed è su internet o attraverso il
web che può iniziare una nuova coscienza.
Ma assimilare nuove conoscenze tramite internet e
avere una coscienza morale non bastano ancora. Affinché questo strumento divenga
fattivo, occorre che si crei una comunità che lavora per scopi comuni. Ed ecco
che comincia qui un ulteriore passo avanti nella storia del mondo: la COSCIENZA
COLLETTIVA COME LIBERAZIONE DI UNA INTELLIGENZA COLETTIVA.
Entrare in un confronto costante in vista di un
lavoro comune di ricostruzione dello Stato, può affrancare le energie migliori
dei cittadini, liberare la creatività, smuovere la progettualità, portare avanti
il processo di individuazione personale per cui ognuno riesce ad essere il
meglio che è, e insieme, nella collaborazione costante con forze similari,
produrre mondo nuovo.
Si crea così una nuova realtà sociale che con
internet ottiene la sua visibilità e sul web manifesta la propria forza, e in
cui le comunità virtuali riescono a maturare insieme producendo comunità reali.
La discussione, l’apporto, il confronto e la progettazione insieme diventano un
nuovo modo di fare politica dal basso, una rivoluzione rispetto alla piramide
verticistica dei partiti, un sovvertimento del concetto standard della politica
per delega. Il Movimento 5stelle, primo esempio di democrazia popolare diretta
in un Paese grande in Europa, è un esempio di questo processo rivoluzionario di
tutti i luoghi comuni. Il Movimento 5stelle, sia nella sua fase di propulsione
che in quella di crescita ed evoluzione, è un chiaro esempio applicativo di una
INTELLIGENZA COLLETTIVA.
Finora sono stati presi come esempi di intelligenza
collettiva GOOGLE e WIKIPEDIA, mancano ancora le implicazioni
estremamente attuali e interessanti della democrazia praticata sul web.
Ovviamente il potere non ha nessun interesse ad analizzarle o a farle conoscere,
proprio perché da esse può nascere la maggiore opposizione al suo
dispotismo.
Anche in alcune specie animali esiste una
intelligenza comunitaria (le api, le formiche, la mandria, lo stormo…), ma essa
si muove a livello inconscio e sarebbe meglio chiamarla INTELLIGENZA DI
GRUPPO, proprio per la scarsa consapevolezza di ogni membro, mentre resta
assente la creatività, per cui il gruppo ripete le sue modalità standard senza
variazioni o progresso.
Anche nei gruppi umani primitivi troviamo una
intelligenza di gruppo, in quanto essi risentono ancora di quell’intelligenza
inconscia che sarebbe meglio chiamare ancora ‘di orda’ o ‘tribale’, una
INTELLIGENZA COMUNITARIA, che resta inalterata nel tempo, come
adattamento all’ambiente, se non viene contaminata da influenze esterne, e in
cui c’è una massa abbastanza succube e inconscia e alcuni che comandano. In un
grado di evoluzione successiva si possono avere cambiamenti dipendenti da pochi
che dirigono, scelgono, fanno scoperte e invenzioni, gestiscono il potere del
sapere, decidono se cristallizzare usi e tradizioni o concedere piccole
variazioni, mentre tutti gli altri non possono che obbedire. Accade così che
gruppi umani restino fissi per tempi lunghissimi senza evoluzioni
successive.
Altri gruppi, invece, imprimono alla propria storia
vicissitudini e cambiamenti che li fanno essere diversi da com’erano.
La storia del progresso umano altro non è che
l’emersione graduale di una intelligenza autonoma, critica e creativa, in un
numero sempre più vasto di soggetti, e si lega indissolubilmente ad una
trasformazione politica, perché l’uomo che pensa in maniera autonoma diventa un
problema per il potere e finisce inevitabilmente nello sconto tra il nuovo
concetto di libertà e gli abusi del governo.
Lento è il passaggio dall’inconscia intelligenza di
gruppo, per forza di cose imprigionata in un sistema verticistico e gerarchico,
dove pochi comandano e tutti gli altri ubbidiscono, e dove i diritti sono
spartiti di conseguenza, alla liberazione crescente di una intelligenza
collettiva, sempre più diffusa, che si scolla dall’adesione incondizionata o
dalla cattività succube, per produrre un numero crescente di individui liberi,
che intendono la partecipazione secondo una sintonia di intenti in cui ognuno è
liberamente creatore di se stesso e promotore originale.
A differenza dell’inconscia intelligenza di gruppo, e
della passiva intelligenza comunitaria, l'intelligenza collettiva è una forma di
intelligenza CONSAPEVOLE, storicamente nuova, che emerge dalla
collaborazione e dalla concorrenza di molti soggetti che si impegnano nel
valutare e risolvere problemi comuni, secondo una partecipazione per scopi e non
un’adesione a programmi imposti, scopi che impegnano la creatività, con una
nuova concezione del proprio ruolo. L’intelligenza consapevole e produttiva è
dunque lo strumento perfetto per innovare dal basso la democrazia parlamentare e
partitica, verticistica ed élitaria, che si è degradata lentamente nel tempo,
allontanandosi dalle aspettative generali, con una riduzione progressiva della
sovranità popolare, che ha trasformato il sistema da democrazia delegata e
responsabile a oligarchia o plutocrazia assoluta, autoreferente e
irresponsabile.
Nel caso europeo attuale dovremmo parlare di
bancocrazia dissennata, capitalismo a senso unico, guerre finanziarie, riduzione
in schiavitù di Nazioni, scomparsa della sovranità popolare ecc. fino a
rovesciare il significato stesso del termine democrazia in plutocrazia, governo
dei più ricchi e per i più ricchi con schiacciamento totale dei più
poveri.
Come osservava un politico, che destra e sinistra
oggi siano solo delle finzioni, lo prova l’osservazione che la DC italiana si
presentava come un partito di destra, eppure ha fatto le leggi sulle pensioni,
una delle scuole migliori d’Europa, l’obbligo scolastico fino a 18 anni, una
sanità indirizzata verso l’eccellenza, il maggior tracciato autostradale del
Paese, una struttura sindacale rispettata, una certa protezione delle classi più
povere, una garanzia di lavoro per tutti, la rinascita e ricostruzione
dell’Italia, un Paese che era la settima potenza industriale, una immagine
stimata all’estero, un welfare non perfetto ma accettabile, un sistema di case
popolari, una fitta rete di grandi imprese e anche piccole e medie che erano
stimate nel mondo, il mantenimento della pace… Viceversa questo centrosinistra
si è legato a scandali bancari, si è venduto al grande capitalismo finanziario,
appoggia la destra più retriva, ha votato per la privatizzazione dell’acqua, lo
scudo fiscale, il precariato, la distruzione della scuola e la sanità, le
guerre, dichiara di voler appoggiare il bancorate Monti che vuole la distruzione
del welfare, la privatizzazione di tutti i servizi pubblici e l’età pensionabile
a 75 anni…
Chiaramente i termini destra e sinistra non hanno più
senso, come sono diventate assurde le distinzioni tra fascismo e antifascismo,
ove per fascismo si continui a far passare quello storico mussoliniano, ormai
obsoleto, e coloro che si vantano di essere antifascisti, sostengono però il neo
fascismo del potere capitalista e finanziario che vuole mandare in rovina, oggi,
le democrazie.
Contro questo procedere inarrestabile del sopruso
politico e della corruzione partitica, che ormai hanno svuotato di senso la
parola democrazia, è nato però il nuovo strumento critico che porterà al
rovesciamento del cattivo potere: LA DEMOCRAZIA DI MASSA.
A tale fine, l’uso del web dentro un progetto comune
sarà un’arma potente contro cui si sfracellerà l’intento dei tiranni e il loro
piano di azzerare ogni strumento democratico.
Abbiamo detto che l’intelligenza di gruppo, inconscia
e indifferenziata, è presente in molti insiemi di animali e che c’è anche una
intelligenza organica che tiene insieme in modo funzionale le parti componenti
un organismo.
Ma accanto all’intelligenza organica e a quella di
gruppo, quello che il web ha perfezionato è l’intelligenza collettiva delle
comunità formate da individui consapevoli, che si pone in modo completamente
diverso dalle precedenti, rivoluzionando il rapporto tra il singolo e l’insieme,
non più inconscio, non più solo funzionale, ma autonomo e creativo.
Sappiamo che è sempre esistita una intelligenza
collettiva nelle comunità, che è poi quella che ne permette o la sopravvivenza
ambientale o lo sviluppo, anche se dipendono pur sempre dalle scoperte o dalle
decisioni o dal potere di individui isolati. E’ dunque questa caratteristica che
fa evolvere le comunità a livelli di ordine superiore, integrandone i membri con
tecniche di collaborazione, integrazione, potere, subordinazione, selezione..ma,
se osserviamo le linee di sviluppo dei gruppi umani, possiamo vedere che la loro
storia dipende spesso da individui isolati, scopritori, despoti, eroi,
sacerdoti, generali, capi…mentre il resto del gruppo segue in modo più o meno
succube le loro decisioni.
Oggi per la prima volta il fortissimo stimolo mentale
e emozionale costituito da internet sollecita un importante numero di menti e
tendenzialmente porterà tutti i cervelli del pianeta a lavorare insieme in modo
nuovo.
Chi impara a viaggiare sul web e soprattutto chi
entra, attraverso il web, nel progetto sociale di un mondo nuovo, entra in una
comunità virtuale avveniristica dove si trasforma completamente, non solo si
autostimola così da esercitare sempre più la propria mente (logica, senso
critico e creatività) in una palestra continua, aumentando il suo Quoziente
Mentale e le sue capacità cognitive, ma si apre a concezioni di partecipazione
politica ben diverse dalla solita soggezione.
Il web agisce in due sensi, a livello informativo, in
quanto permette in tempo reale a costi minimi di contattare tutte le
informazioni contenute sul web e in senso formativo o cognitivo in quanto
sollecita vivacemente le capacità personali.
Riguardo all’informazione, vengono fatti due esempi
di pensiero collettivo, google e wikipedia. Google serve a trovare in modo
indifferenziato qualsiasi cosa sia sul web e inerisca a una data ricerca.
Wikipedia è uno strumento enciclopedico formato da apporti e integrazioni
provenienti da qualunque operatore del web.
Certamente ogni quoziente intellettivo individuale
aumenta in un lavoro collettivo integrato. La regola aurea è accettare e
sviluppare qualsiasi input potenzialmente utile che provenga da qualsiasi membro
del gruppo, in una massimizzazione dei risultati.
Avendo impiegato metà del mio lavoro in
organizzazione di gruppi, ho potuto studiare per una trentina di anni
l’intelligenza collettiva come si sviluppa in gruppi abbastanza piccoli da poter
interagire con la presenza fisica e che potrebbero essere paragonati ai meetup
attuali del Movimento. Sono rimasta sorpresa dai risultati di evoluzione dei
singoli componenti (ovviamente non tutti), che crescevano in proporzione alla
sintonia circa scopi e risultati. L’impressione era che si creasse non solo una
ottimizzazione delle energie in campo che minimizzava gli sprechi delle energie,
ma che avvenisse una inconscia maturazione dei membri che aumentava la loro
responsabilità portandoli ben oltre i loro limiti iniziali in una progressiva
fusione di intenti, per cui il gruppo diventava sempre più affiatato, creativo e
funzionale e si muoveva come per vita propria, passando dal caos iniziale a un
progressivo e crescente disegno di ordine.
Passando all’esame dei blog, ma in particolare di
quello del Movimento 5 stelle, che ha creato una comunità virtuale ormai da sei
anni, ho cercato di applicare le osservazioni fatte in precedenza, con tutti i
gap, le interruzioni e i sabotaggi costituiti da chi è nemico del gruppo stesso,
rendendomi conto che il fenomeno del blog “per intenti sociali” può essere una
fattispecie del tutto nuova di lavoro politico rispetto ai partiti tradizionali
che rispondono ancora a canoni verticistici di obbedienza al leader. Sembra
abbastanza chiaro che oggi i partiti non sono più esempi di intelligenza
collettiva, dal momento che le segreterie sono svincolate dalla base, non ne
ricevono input e usano la base solo in senso di appoggio passivo o per
fanatizzarla in modo viscerale e non partecipativo.
In un mondo dove i poteri forti sono organizzati in
reti similari, analoghe per interessi e scopi, e dove i partiti sono ormai
omologati ad essi, perdendo tutte le loro peculiarità storiche o sociali, solo
una intelligenza collettiva può costituire un valido avversario al Potere,
estendendosi in una lotta comune. Proprio per questo la vecchia funzione del
leader politico deve essere sostituita sempre più dal coordinatore di rete,
punto focale capace di riassumere e catalizzare il meglio delle energie prodotte
in forma partecipativa, dando loro forma unitaria e slancio emozionale. Ed è
quello che fa Beppe Grillo per il suo movimento.
Il cibergroup è, oggi, il sostituto del vecchio
partito gerarchico, con una produzione aperta capace di rinnovamento continuo
dal basso, molto diversa dal rigido programma politico dettato
dall’alto, e con un rovesciamento notevole della piramide del potere, in cui
alla forza data dalla permanenza nelle istituzioni si contrappone la
creatività risorgente dalle idee native.
A differenza della sezione di partito, rigida e poco
pronta a diversificarsi, retta dalla fedeltà e dall’ubbidienza a un capo o una
programma, il cibergroup appare come un organismo fluido, dotato di risorgenza
continua, incapace di cristallizzarsi, dotato di autocritica e innovazione
permanente. In esso i vari pensieri dei partecipanti si integrano in un divenire
di grande freschezza e interesse dove ognuno è promotore e innovatore e tende ad
auto perfezionarsi in vista del meglio dell’insieme. L’intelligenza collettiva è
quanto di più diverso possiamo immaginare di una sommatoria di intelligenze,
proprio perché produce non solo l’affinamento delle risorse di ognuno ma
qualcosa di superiore che travalica tutti ed è, appunto, l’intelligenza del
gruppo.
Per 30 anni ho seguito il lavoro di gruppi di
discussione su tematiche psicologiche o filosofiche, e ho scritto i diari di
questi lavori, diari che i membri dei gruppi leggevano con un effetto a
specchio, per cui l’osservare diveniva il soggetto osservato e l’io doveva per
forza liberarsi dai suoi dati di autorefenzialità, oggettivandosi nello sguardo
dell’altro. Tutti coloro che hanno partecipato intensamente a
questi lavoro di gruppo protratti nel tempo, ne hanno conservato il ricordo di
un tempo estremamente produttivo in cui si è compiuta una straordinaria
evoluzione sia personale che dell’insieme, il quale, a un certo punto,
funzionava come avviene in un’orchestra bene affiatata che oltrepassa la propria
ottimizzazione sperata per avvicinarsi alla perfezione di risultato.
La cosa più sconcertante era qualcosa che dopo un po’
emergeva, l’apparire di quello che chiamo ‘lo spirito del gruppo’, una specie di
regista superiore, che non ero io e non era nessuno di loro, ma era il risultato
di una integrazione al meglio e produceva, dal caos iniziale, l’indirizzamento
verso uno scopo ben preciso, verso un disegno di ordine che oltrepassava il
gruppo stesso, come fosse stato programmato da un regista più intelligente e
preveggente.
Io non possiede al momento nessuna scienza della
psicologia o della sociologia che sia in grado di spiegarmi tecnicamente come
questo avvenisse, ma è un risultato ben noto a chiunque abbia operato in un
lavoro di gruppo buono e abbastanza protratto nel tempo, e non dubito che le
scienze attuali saranno capaci un giorno di integrarsi tra loro
per spiegare e utilizzare quanto accade. In larga misura quello che ho vissuto è
stato per me imprevedibile e sconcertante, per cui, quando sono passata a
riflettere sui lavori dei blog finalizzati a un lavoro politico comune, ho
cercato di capire se si ripetesse questo fenomeno, per cui dalla partecipazione
casuale, individualistica e disordinata iniziale si passava gradatamente
ad un lavoro di integrazione e potenziamento delle facoltà umane
fino a produrre qualcosa di armonico e superiore che nemmeno stava nelle
premesse iniziali. Diciamo che avevo dinanzi un evento non lineare e non
prevedibile in cui ero parte in causa e che potevo descrivere non con la
matematica o la statistica ma con ‘metafore’, coi disegni della poesia, allo
stesso modo con cui nella teoria del caos eventi non riconducibili a equazioni o
ad algoritmi sono spiegati da grafici, frattali.
Finora le scienze si sono date a studiare eventi
prevedibili o ripetibili. Ma questo ha lasciato fuori gran parte del reale. Già
la teoria del caos ci ha introdotti a nuove nozioni dell’universo, in cui i
sistemi non lineari e non prevedibili, mostrano tuttavia la riconduzione a
modelli di insieme. Per es., non possiamo prevedere il comportamento di uno
schizofrenico, ma tutti i cervelli schizofrenici possono rientrare in un disegno
(modello grafico) comune. Sono assolutamente casuali gli anfratti di una costa,
ma la stessa costa, vista dall’alto, mostra il ripetersi di un profilo comune,
come l’organizzazione superiore di ciò che appariva disorganizzato. I sistemi
dinamici non lineari che un tempo eccedevano dalla rigidità delle teorie (come
la casualità con cui le gocce d’acqua escono da un rubinetto che sgocciola, o la
formazione delle nubi nel cielo, o la posizione dei vari uccelli in uno stormo,
o i movimenti apparentemente imprevedibili della Borsa) trovano nei sistemi
frattali esplicazioni che sembrano prodotte dall’emisfero irrazionale, secondo
forme ‘artistiche’, che sono esse stesse una nuova scienza.
Prendendo un organismo, è possibile osservare che i
comportamenti apparentemente solipsistici dei singoli componenti perdono ogni
arbitrarietà nell’insieme auto-organizzato. Analogamente l’aggregato umano
apparentemente disaggregato e caotico, pieno di forze centripete, assume
configurazioni di grande ordine e progresso, quando interviene qualcosa in grado
di farne un organismo. A un determinato grado, il disordine o
l’apparente casualità del singolo scompaiono nell’armonia dell’integrazione, che
non è mai omologazione, come continua a dire chi non è parte in
causa o avversa il gruppo, ma è costitutivo di un ordine ‘libero’ nuovo.
Inizialmente ogni particella va per sé, ma a un certo livello di lavoro comune,
si produce un’aggregazione che, passata una soglia critica, stabilisce
armonia.
Copio dal web: “L'intelligenza collettiva può
essere interpretata come un aggregato sistematico di intelligenze individuali,
le cui relazioni reciproche e la cui collaborazione producono effetti massivi a
livello culturale, sociologico, politico e antropologico di tipo emergente e
difficili da studiare con i criteri applicati sui singoli individui che ne fanno
parte.”
Insomma abbiamo davanti qualcosa che oltrepassa le
nozioni della psicologia tradizionale, non si inserisce nelle equazioni o nella
statistica della sociologia dei gruppi e richiederebbe una scienza apposita che
individua le linee dell’imprevedibilità e della crescita libera.
Occorrerebbe l’integrazione di discipline come la
sociologia, la teoria del caos, e la psicologia dei gruppi più un nuovo quid non
esplicato, per capire le profonde inferenze che internet produrrà sia sulle
comunità che sui sistemi politici, e massimamente su una forma di democrazia che
esca nettamente dai paradigmi totalitari dove essa si è arenata negli ultimi
decenni, tradendo le aspirazioni iniziali, una nuova democrazia che si
ricolleghi idealmente a quella agorà che costituì la palestra delle menti
ateniesi 2300 anni fa, in quella nuova agorà del web, che è la nostra palestra
di oggi, per una democrazia diretta dal basso, come lavoro comune
innovativo e imprevedibile, di fronte a cui ogni partito o neo partito
non può che dimostrarsi arcaico e obsoleto .
Ovviamente, quando parlo di lavoro di gruppo non
intendo le manifestazioni come i Vday, che sono viscerali e
acefale, buone solo a scatenare certe dinamiche di massa, per cui ogni partito è
buono, ma un gruppo, un meetup per esempio, presuppone un lavoro comune che si
auto-organizza in tempi lunghi in vista di un obiettivo, esplicito o inconscio,
ed è questo lavoro insieme protratto nel tempo che produce qualcosa che supera
le singole menti e indirizza in senso armonico le singole volontà. Un WORK IN
PROGRESS collettivo mirato, dalle potenzialità infinite, che rompe tutti gli
schemi piramidali.
Il fattore dell’imprevedibilità e l’aumento di
assunzione di responsabilità e consapevolezza sono i caratteri prevalenti di
quel che accade, unito a un ordine crescente, come di un puzzle che a poco a
poco si perfeziona ma che, potenzialmente, anche se non mostra il suo disegno
subito è come se lo implicasse da sempre.
Io sono partita dal lavoro su gruppi di adulti in
modo empirico senza una teoria di base, proponendomi solo di registrare quello
che avveniva e coordinando i risultati. E mi sono trovata a fare delle scoperte
sconvolgenti su una forma di intelligenza superiore che non pensavo di rinvenire
e che oltrepassava sia i singoli componenti che la sommatoria delle risorse
individuali.
Poi, quando ho cercato dei riscontri su questa specie
di miracolo nella scienza ufficiale, non ho trovato nulla che confortasse le mie
scoperte, salvo che potevo farle rientrare in una interpretazione dell'inconscio
collettivo junghiano.
Cioè quella armonizzazione e quell'indirizzamento che
non trovavo nei singoli componenti, sembrava uscire da una
sintonia tra le loro parti inconsce.
Posso notare anche che, per chi non apparteneva al
gruppo, la comprensione di quanto avveniva al suo interno era totalmente
esclusa, e potevano al più additarmi come guru o parlare del
gruppo come setta ecc., senza capire le dinamiche in corso, che invece erano
perfettamente trasparenti a chi la vita del gruppo la viveva col meglio di sé e
in piena libertà.
Poi sul blog ho rivisto situazioni simili, una
completa incomprensione a capire quel che avveniva da parte degli elementi
ostili o antagonisti, e una crescente sintonia e integrazione da parte di chi
svolgeva un lavoro comune.
..
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