Giuliano Santoro è autore tra le altre cose di «Un Grillo Qualunque» (Castelvecchi, già alla seconda edizione), ma prima di tutto è un nostro amico. Ha scritto un racconto per Comune-info. Eccolo, è un bel dialogo platonico tra un grillino entustiasta e una persona impegnata nei movimenti sociali veri. Le cose buone e divertenti si condividono con gli amici: fate lo stesso. Buona lettura [jlc].
Grillino [G] “Ehi amico! Prendi un volantino! Basta con la Casta!”
Movimentista [M] “Lo prendo, ma non illudetevi. Non basta andare in Parlamento al posto di qualcun altro per cambiare le cose. Siete partiti dalla critica della rappresentanza e avete finito per diventare una macchina acchiappa-voti, ossessionati dalle campagne elettorali e dalle candidature. Parlate solo di elezioni da un anno a questa parte. Non ti pare una contraddizione?”
[G] “Intanto guarda che bel casino. Noi riempiamo le piazze mentre i politici si rifugiano in televisione o al massimo parlano in sale da qualche centinaia di posti. I sondaggi ci danno in crescita costante. Stiamo vincendo! Hanno paura di noi!”
[M] “Avete praterie davanti. Berlusconi è alle battute finali e milioni di elettori del centrodestra sono alla ricerca di una nuova collocazione. Soprattutto, i partiti stanno dando vita ad una delle campagne elettorali più noiose e scontate della storia repubblicana, non funziona più neanche il derby tra berlusconiani e antiberlusconiani. Al sud le reti clientelari che controllavano i voti sono saltate per mancanza di soldi e incapacità dei politici. C’è una crisi economica epocale, dunque tantissima gente ha bisogno di esprimere dissenso”.
[G] “La verità è una sola: ci votano in massa. Fateci largo che adesso a Roma arriviamo noi, hanno finito di fare inciuci e imbrogli. Apriremo il Parlamento come una scatola di sardine. Saremo i portavoce delle persone comuni”
[M] “La trasparenza che chiedete alle istituzioni dovreste pretenderla anche dal vostro leader: non mi sembra che concordi con voi tutto quello che dice in piazza o scrive sul blog”.
[G] “Non fare il gioco delle tre carte: quello è il suo blog, mica il nostro programma! Quello puoi scaricarlo in pdf dal sito Beppegrillo.it”
[M] “A proposito, voglio farti anche io delle domande: perché usi il plurale? Sei sicuro che non sia il solo Grillo a riempire le piazze e che voi siate il suo pubblico, spettatori non paganti e non attori protagonisti? Non hai visto in questi giorni che appena Grillo finisce il suo monologo e passa il microfono ai candidati le piazze si svuotano?”
[G] “Noi siamo protagonisti mica comparse! Basta con i vecchi politici! Fatti e non parole! Noi ci mettiamo la faccia!”
[M] “Grillo è un attore consumato, usa paradossi, metafore e iperboli per rompere gli schemi del discorso politico. Ma appena parlate voi ripetete i più frusti slogan da campagna elettorale, ecco perché la piazza si svuota. Se non ci fosse lui…”
[G] “Ma cosa dici? Informati meglio! Lo sanno tutti che Beppe è solo il nostro megafono. In Parlamento eleggeremo cittadini come noi. Ci andranno persone comuni, cittadini a 5 Stelle! Tant’è vero che lui non si candida neppure, ci lascia andare avanti”
[M] “Grillo sa bene che andare in Parlamento per lui è più un rischio che un vantaggio. Sta molto più comodo sul palco in piazza o al timone del sito beppegrillo.it. L’indirizzo del sito personale di Grillo compare persino sul simbolo del Movimento 5 Stelle, verrà stampato sulle schede elettorali. L’unico strumento di comunicazione del vostro Movimento è gestito in maniera privatistica.”
[G] “Ti sfugge l’enorme partecipazione: non hai visto quante persone intervengono e commentano i post di Beppe? E poi ci sono i forum, i MeetUp. Si chiama ‘democrazia liquida’: ogni individuo vale uno e conta quanto gli altri”
[M] “Non c’è nulla di orizzontale nel commentare un articolo. È consentito in tutti i portali di informazione e nei siti dei principali giornali. Ma nessuno va dicendo in giro che quei siti sono strumento di ‘democrazia diretta’. Si tratta di una fonte come un’altra”.
[G] “Mi stai dicendo che la Rete non serve a niente? Da quando esiste la Rete abbiamo l’occasione di informarci e aggirare i grandi monopoli dell’informazione. Voi sfigati di sinistra diffidate delle tecnologie e avete paura di contaminarvi. Noi siamo il futuro, spazzeremo via il vecchio. Voi compresi, che non ci state capendo nulla perché siete parte del vecchio mondo”.
[M] “Prima che Grillo scoprisse il computer, cosa che avvenne nel 2004, diversi gruppi hanno usato internet per scambiarsi informazioni e organizzarsi dal basso. Le prime reti telematiche italiane sono state costruite nei centri sociali e risalgono al 1992. Gli zapatisti che insorsero in Chiapas nel 1994 dopo poco tempo cominciarono a diffondere i loro comunicati sul web, invitando i simpatizzanti in tutto il mondo a fare altrettanto dotandosi di strumenti propri. Le giornate di Genova contro il G8, nel 2001, nacquero anche grazie a siti di informazione indipendente e relazioni online in tutto il mondo”
[G] “Ecco, appunto: vedi che sei in malafede? In quel caso la Rete andava bene e adesso che la usa Beppe non funziona più?”
[M] “La differenza è sostanziale. In tutti gli esempi che ho citato prima si costituivano reti con molti nodi, non ruotava tutto attorno ad un unico sito. Ciò dimostra che la Rete non è ‘buona’ o ‘cattiva’ a prescindere. Dipende dall’uso che se ne fa”.
[G] “State sempre a cercare il pelo nell’uovo, per questo non vincerete mai. Beppe è costretto a controllare tutto, fa una fatica immane per evitare che qualcuno si approfitti del successo del Movimento 5 Stelle. Se non ci fosse lui adesso ci troveremmo in lista Totò ‘U Curtu. Dobbiamo fidarci di lui”.
[M] “Un’organizzazione politica, tanto più se rivendica di essere aperta e democratica, non può basarsi solo sulla fiducia verso il Portavoce Unico, deve avere tanti centri di elaborazione e sedi di decisione aperte e condivise. Solo in questo modo si garantisce un dibattito tra pari”.
[G] “Non ci capiamo proprio. Non vuoi prendere atto del fatto che noi non siamo un partito con signori delle tessere, capetti, le correnti e correntine. Fai tanto il rivoluzionario ma poi si vede che hai quel modello in testa. Questa è una cosa nuova…”
[M] “Nessuno mette in dubbio la degenerazione dei partiti nel corso della cosiddetta ‘Seconda Repubblica’. Ciò non toglie che si debbano costruire forme nuove di partecipazione e moltiplicare i luoghi di discussione, non affidarsi a un’unica persona che fa e disfa con il suo misterioso ‘staff’”.
[G] “Se aspettavamo voi ancora stavamo al traino dei vecchi partiti. Abbiamo approfittato di un’occasione e organizzato la rabbia della gente”.
[M] “Mai come in queste elezioni il voto e il contesto nazionale sono poco influenti rispetto agli scenari internazionali e agli impegni europei. È in Europa che si prendono le vere decisioni ed è su quella scala che si contestano. E invece Grillo è riuscito a resuscitare sia lil feticismo del voto e delle elezioni che la ‘nazione’, visto che parla solo di cose italiane. Complimenti davvero!”
[G] “Ho capito: ho a che fare con altro professorone cacadubbi che con la scusa di criticarci difende la Casta. Non capisci che questa volta li mandiamo a casa? Con chi stai, con noi o contro di noi? Che fai, mi vieni a ripetere le stesse critiche del Corriere della Sera, Repubblica e degli altri giornali che prendono finanziamenti pubblici?”.
[M] “Non essere schematico: è troppo facile accusare di connivenza col nemico chi non è d’accordo con te. Pasolini scrisse durissime invettive contro il potere proprio dalle pagine del Corriere della Sera, dunque a volte anche i grandi giornali pubblicano cose che vale la pena leggere. Oltretutto siamo persone informate e in grado di discernere, non è detto che ci beviamo tutto quello che leggiamo. Infine ti faccio notare che il termine ‘Casta’ è stato inventato da due giornalisti del Corriere della Sera. Dunque se tra di noi c’è qualcuno che ripete slogan eschemi dell’informazione mainstream quello sei tu”
[G] “La tua solerzia nel fare le pulci al Movimento 5 Stelle è sospetta: vai a prendertela con i ladri che ci hanno governato fino ad oggi invece di approfittare delle nostre imperfezioni”
[M] “Non approfitto di nulla! Ti faccio notare le parole sono soggette ad usura come le cose. Voi state consumando e snaturando parole come ‘democrazia diretta’ e ‘alternativa’”
[G] “Ecco, a proposito di ‘alternativa’, tu cosa faresti in concreto? Sai solo criticare o sei anche in grado di proporre?”
[M] “È bastato qualche voto e qualche sondaggio positivo per farvi dire le stesse cose che dicono tutti quelli che governano quando hanno a che fare con un movimento che li contesta!”
[G] “Ma sei mai stato a una riunione di un MeetUp, hai mai partecipato a un incontro del Movimento 5 Stelle? Se non lo hai fatto non puoi capire”.
[M] “Rispetto i tuoi sentimenti, ma sono appunto sentimenti, non ragioni. Per criticare Bersani – ad esempio – mica bisogna per forza aver militato nel Pd. E poi, non ti pare che questa affermazione, secondo la quale si può comprendere appieno il grillismo solo ‘standoci dentro’ e condividendone alcune esperienze non esprimibili a parole sia indicativa dell’anima irrazionale ed emotiva che si addice più ad un gruppo carismatico che ad un partito? Ci rivediamo dopo le elezioni, adesso è difficile farti ragionare”.
http://comune-info.net/2013/02/dialogo-platonico-tra-un-grillino-entustiasta-e-un-movimentista/
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