giovedì 31 luglio 2014

Il vento del business

Nuova mobilitazione per i comitati e le associazioni ambientaliste dell’Orvietano. Questa volta, ad essere nel mirino di un vasto cartello di soggetti, è un mega progetto di eolico sul Monte Peglia: progetto assolutamente fuori scala, secondo gli ambientalisti, che sta allarmando tutti. Lungo il crinale più alto del Monte Peglia, infatti, la società Innova Wind srl ha richiesto due progetti di parco eolico per un totale di ben 18 (diciotto) torri eoliche per un sviluppo in altezza di circa 150 metri ciascuna, da realizzarsi nei comuni di San Venanzo e Parrano.
«A contorno delle torri – evidenziano i comitati in una nota stampa –  il progetto prevede elettrodotti di collegamento, strade di accesso per realizzare le installazioni, una cabina elettrica di grandi dimensioni (su 13.000 m2 impegnati), espropri di aree private e quant’altro necessario sconvolgendo paesaggio e ambiente. Logica base del progetto sembra essere soprattutto quella di collocare le torri nei punti più ventosi, a prescindere quindi dagli insediamenti abitativi esistenti, ignorando l’incessante rumore dei generatori in funzione, le rotte migratorie degli uccelli, e tante altre cose che fanno bello il comprensorio del Peglia».
Non si era ancora visto, almeno da queste parti. Di solito ambientalisti e amministratori vanno facilmente in conflitto, ma questa volta non è così e l’azione di contrarietà allo smisurato parco eolico che si vorrebbe realizzare sul Peglia converge: per ognuno con le proprie modalità, ovviamente, ma nella consapevolezza che non si può colonizzare e deturpare un territorio vocato a ben altro.
Non è contraria all’eolico per principio il sindaco di San Venanzo, Francesca Valentini, che si dice favorevole al micro eolico, ma no di certo a progetti come quelli recentemente presentati in Provincia dalla società Innova Wind, che con due diverse istanze ha richiesto di poter realizzare un parco eolico costituito da ben diciotto torri di 150-180 metri ciascuna Un insostenibile impatto ambientale che ricadrebbe soprattutto su San Venanzo e Parrano, dove sono previste tre delle diciotto torri eoliche, ma che avrebbe effetti fortemente negativi su tutti i territori dell’Orvietano arrivando, quanto a impatto visivo, alla stessa Orvieto e, forse, fin addirittura a Perugia.
Per questo la giunta di San Venanzo sta predisponendo una delibera in cui manifesterà la sua volontà politica contraria. Solo volontà politica, però, perché a seguire l’iter e a istruire i procedimenti in questa materia è la Provincia, mentre i Comuni svolgono solo adempimenti burocratici e hanno la possibilità di esprimersi, con un parere non vincolante, in conferenza dei servizi. La speranza del sindaco di San Venanzo è che la Provincia di Terni stessa non conceda, per il progetto, la compatibilità ambientale, ma in ogni caso ci si sta organizzando, insieme agli altri Comuni dell’alto Orvietano, per un Consiglio Comunale aperto che esprima in modo congiunto la netta contrarietà di amministratori e cittadini. Non solo il progetto danneggerebbe gravemente un territorio a vocazione ambientale e turistica, sede del Parco Vulcanologico e di quello dello Stina, fa notare Francesca Valentini, ma stravolgerebbe anche caratteristiche strutturali quali, ad esempio, la viabilità.
Altrettanto netto è il no del sindaco di Parrano, Vittorio Tarparelli, che si sta organizzando per una mobilitazione condivisa con gli altri sindaci dell’alto Orvietano, per mettere bene in chiaro, con la Regione stessa, che ci vogliono regole e vincoli più chiari, per salvaguardare un territorio il cui futuro non può prescindere dall’ecocompatibilità. Tarparelli spiega che la legge nazionale sulle energie alternative è troppo vaga e che, a sua volta, non è abbastanza certa e dettagliata la normativa regionale, così da prestare il fianco a aberrazioni di questo genere. Per Tarparelli una presa di posizione netta delle amministrazioni locali, ma soprattutto un dibattito approfondito su questi temi e su quale modello di sviluppo si vuole andare, da lanciarsi appunto in un Consiglio Comunale congiunto, può essere l’occasione buona per chiedere alla Regione di mettere paletti più vincolanti e certi: che incoraggino, appunto, il micro eolico, ma che non diano spazio a speculazioni più consistenti, del tutto fuori misura, e dunque estremamente dannose, per i territori.
Anche i sindaci, insomma, sono stanchi delle normative possibiliste e dello sfruttamento poco oculato dell’ambiente, che poco o nulla lascia a un’economia che ha bisogno di benefici stabili e condivisi, tanto che pare che anche sull’Alfina si stia formando un fronte di amministratori contrari, o quanto meno preoccupati, in relazione allo sfruttamento su quel territorio di due impianti industriali sperimentali di geotermia. Questa ventata di consapevolezza appare molto interessante, non solo perché salutare e assennata, ma perché potrebbe essere uno dei modi concreti e sentiti di riavvicinare i cittadini all’arte, tutt’altro che facile, dell’amministrare e del fare politica.


(Fonte: tratto dai primi comunicati messi in circolazione a gennaio dal Comitato che intende opporsi risolutamente ai progetti di scempio naturale)

http://comune-info.net/2013/02/il-vento-del-business/

Nessun commento:

Posta un commento