Nuova mobilitazione per i comitati e le associazioni
ambientaliste dell’Orvietano. Questa volta, ad essere nel mirino di un vasto
cartello di soggetti, è un mega progetto di eolico sul Monte Peglia: progetto
assolutamente fuori scala, secondo gli ambientalisti, che sta allarmando
tutti. Lungo il crinale più alto del Monte Peglia, infatti, la società Innova
Wind srl ha richiesto due progetti di parco eolico per un totale di ben 18
(diciotto) torri eoliche per un sviluppo in altezza di circa 150 metri ciascuna,
da realizzarsi nei comuni di San Venanzo e Parrano.
«A contorno delle torri – evidenziano i comitati in una nota stampa – il
progetto prevede elettrodotti di collegamento, strade di accesso per realizzare
le installazioni, una cabina elettrica di grandi dimensioni (su 13.000 m2
impegnati), espropri di aree private e quant’altro necessario sconvolgendo
paesaggio e ambiente. Logica base del progetto sembra essere soprattutto quella
di collocare le torri nei punti più ventosi, a prescindere quindi dagli
insediamenti abitativi esistenti, ignorando l’incessante rumore dei generatori
in funzione, le rotte migratorie degli uccelli, e tante altre cose che fanno
bello il comprensorio del Peglia».
Non si era ancora visto, almeno da queste parti. Di solito ambientalisti e
amministratori vanno facilmente in conflitto, ma questa volta non è così e
l’azione di contrarietà allo smisurato parco eolico che si vorrebbe realizzare
sul Peglia converge: per ognuno con le proprie modalità, ovviamente, ma nella
consapevolezza che non si può colonizzare e deturpare un territorio vocato a ben
altro.
Non è contraria all’eolico per principio il sindaco di San Venanzo, Francesca
Valentini, che si dice favorevole al micro eolico, ma no di certo a progetti
come quelli recentemente presentati in Provincia dalla società Innova Wind, che
con due diverse istanze ha richiesto di poter realizzare un parco eolico
costituito da ben diciotto torri di 150-180 metri ciascuna Un insostenibile
impatto ambientale che ricadrebbe soprattutto su San Venanzo e Parrano, dove
sono previste tre delle diciotto torri eoliche, ma che avrebbe effetti
fortemente negativi su tutti i territori dell’Orvietano arrivando, quanto a
impatto visivo, alla stessa Orvieto e, forse, fin addirittura a Perugia.
Per questo la giunta di San Venanzo sta predisponendo una
delibera in cui manifesterà la sua volontà politica contraria. Solo volontà
politica, però, perché a seguire l’iter e a istruire i procedimenti in questa
materia è la Provincia, mentre i Comuni svolgono solo adempimenti burocratici e
hanno la possibilità di esprimersi, con un parere non vincolante, in conferenza
dei servizi. La speranza del sindaco di San Venanzo è che la Provincia di Terni
stessa non conceda, per il progetto, la compatibilità ambientale, ma in ogni
caso ci si sta organizzando, insieme agli altri Comuni dell’alto Orvietano, per
un Consiglio Comunale aperto che esprima in modo congiunto la netta contrarietà
di amministratori e cittadini. Non solo il progetto danneggerebbe gravemente un
territorio a vocazione ambientale e turistica, sede del Parco Vulcanologico e di
quello dello Stina, fa notare Francesca Valentini, ma stravolgerebbe anche
caratteristiche strutturali quali, ad esempio, la viabilità.
Altrettanto netto è il no del sindaco di Parrano, Vittorio
Tarparelli, che si sta organizzando per una mobilitazione condivisa con gli
altri sindaci dell’alto Orvietano, per mettere bene in chiaro, con la Regione
stessa, che ci vogliono regole e vincoli più chiari, per salvaguardare un
territorio il cui futuro non può prescindere dall’ecocompatibilità. Tarparelli
spiega che la legge nazionale sulle energie alternative è troppo vaga e che, a
sua volta, non è abbastanza certa e dettagliata la normativa regionale, così da
prestare il fianco a aberrazioni di questo genere. Per Tarparelli una presa di
posizione netta delle amministrazioni locali, ma soprattutto un dibattito
approfondito su questi temi e su quale modello di sviluppo si vuole andare, da
lanciarsi appunto in un Consiglio Comunale congiunto, può essere l’occasione
buona per chiedere alla Regione di mettere paletti più vincolanti e certi: che
incoraggino, appunto, il micro eolico, ma che non diano spazio a speculazioni
più consistenti, del tutto fuori misura, e dunque estremamente dannose, per i
territori.
Anche i sindaci, insomma, sono stanchi delle normative possibiliste e dello
sfruttamento poco oculato dell’ambiente, che poco o nulla lascia a un’economia
che ha bisogno di benefici stabili e condivisi, tanto che pare che anche
sull’Alfina si stia formando un fronte di amministratori contrari, o quanto meno
preoccupati, in relazione allo sfruttamento su quel territorio di due impianti
industriali sperimentali di geotermia. Questa ventata di consapevolezza appare
molto interessante, non solo perché salutare e assennata, ma perché potrebbe
essere uno dei modi concreti e sentiti di riavvicinare i cittadini all’arte,
tutt’altro che facile, dell’amministrare e del fare politica.
(Fonte: tratto dai primi comunicati messi in circolazione a gennaio dal
Comitato che intende opporsi risolutamente ai progetti di scempio naturale)
http://comune-info.net/2013/02/il-vento-del-business/
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