Andrea Baranes
La Commissione Rodotà riparte dal Valle Occupato, con
una conferenza stampa che si è svolta il 14 febbraio. La Commissione era stata
istituita nel 2007 per proporre una serie di riforme del Codice Civile in
materia di beni pubblici. Dalle sue riunioni e documenti era emersa la richiesta
di introdurre la categoria dei Beni Comuni nella nostra legislazione. Le
proposte non sono però mai state discusse in Parlamento. I protagonisti, oltre
lo stesso Stefano Rodotà altri giuristi quali Ugo Mattei, Alberto Lucarelli,
Maria Rosaria Marella, Paolo Maddalena, Salvatore Settis e altri ancora, hanno
deciso di riaprire i lavori per elaborare e dare un contributo su diverse
proposte. Una nuova disciplina della proprietà pubblica e l’introduzione
della categoria dei beni comuni, un lavoro sul reddito di cittadinanza, una
nuova disciplina delle proposte di legge di iniziativa popolare per rendere
obbligatorio il loro esame in Parlamento, l’accesso a internet come diritto
fondamentale, il testamento biologico e altre ancora.
La scelta di tenere la conferenza stampa nella quale rilanciare i lavori
della Commissione al teatro Valle Occupato non è casuale. L’idea è di unire
l’analisi teorica con l’esperienza pratica di chi negli ultimi anni ha
sperimentato nuovi modelli di gestione e di autogoverno. Il tentativo è quello
di tradurre sul piano giuridico le pratiche nate all’interno della rete dei
teatri occupati, e nelle molte altre esperienze di difesa dei territori o di
lotte, in primis quella per l’acqua pubblica.
Per questo le riunioni non si terranno più nelle stanze chiuse degli uffici
del ministero della Giustizia, come negli anni passati, ma in assemblee
pubbliche e partecipate nel corso delle quali raccogliere i punti di vista e le
idee di chi concretamente sta praticando l’idea di nuovi modelli economici,
sociali e di democrazia. Dopo la conferenza stampa, l’annuncio che il primo
appuntamento della Commissione si terrà entro un mese al teatro Valle occupato,
per poi girare per l’Italia, nei luoghi e tra le persone che mettono in pratica
l’idea di bene comune.
La conferenza stampa si è tenuta proprio mentre a Messina veniva sgomberato il teatro
Pinelli. Un luogo che era stato occupato per salvarlo da anni di completo
abbandono. Di fronte al degrado e all’incapacità del pubblico di tutelare i beni
e di operare nell’interesse dei cittadini, sono stati gli stessi cittadini a
riaprirlo e a prendersene cura. L’unica risposta arrivata dalle istituzioni è
stato lo sgombero di questa esperienza, come di diverse altre formalmente
illegali quanto legittime e necessarie.
Di fronte all’incapacità del pubblico, di fronte ai rischi e agli impatti
delle privatizzazioni, occorre trovare dei nuovi percorsi e soluzioni. E’ in
questo quadro che si sviluppa l’idea di fondere la teoria giuridica con i
processi dal basso, per dare forma a un diritto vivente e in evoluzione, per
modificare le normative e rispondere ai bisogni della cittadinanza attiva. Una
insolita collaborazione tra giuristi e movimenti, il lavoro accademico che si
unisce alle pratiche di lotta per riappropriarsi di spazi di democrazia e per
definire un nuovo ambito di diritti e la stessa nozione di bene comune.
http://comune-info.net/2013/02/giuristi-a-scuola-dai-movimenti/
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