mercoledì 26 giugno 2013

Istat, in Italia 59,6 mln di residenti

Il bilancio demografico nazionale del 2012


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Il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui più di 4milioni e 300mila (7,4%) di cittadinanza straniera. Lo certifica l'Istat nel bilancio demografico nazionale relativo al 2012. Nel corso dello scorso anno la popolazione è cresciuta di 291.020 unità (+0,5%).  L'aumento dello 0,5%, spiega l'Istat, é dovuto in parte alla revisione post censuaria delle anagrafi e, in parte, alle migrazioni dall'estero, che compensano il calo di popolazione dovuto al saldo naturale negativo. Il movimento naturale della popolazione, infatti, ha fatto registrare un saldo negativo di circa 79 mila unità. In particolare, sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all'anno precedente e circa 19 mila morti in più. Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima, ancora più elevato di quello del 2003, quando la mortalità fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore. Analogamente, l'Istat ha osservato un elevato numero di decessi nei primi mesi del 2012, in corrispondenza della forte ondata di gelo, che ha colpito tutto il Paese, in particolare il Centro e il Nord, dove infatti si è riscontrato il maggior incremento della mortalità. Il saldo naturale è negativo ovunque, con la sola eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e della Campania. Al contrario, il movimento migratorio con l'estero nel 2012 ha fatto registrare un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Complessivamente, la variazione della popolazione è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo negativo del movimento naturale, pari a -78.697 unità, il saldo positivo del movimento migratorio con l'estero, pari a +244.556, il saldo dovuto alle rettifiche post censuarie, pari a +165.715 unità, il saldo per altri motivi e per movimento interno pari a -39.977 unità.
Secondo l'Istat, continua in Italia il decremento delle nascite, dovuto ad un forte calo da parte degli italiani, mentre crescono i nuovi nati stranieri che tuttavia non compensano il calo dei neonati italiani. Q Il numero dei nati è diminuito rispetto al 2011 di 12.399 unità, pari a -2,3%, seguendo un andamento già registrato a partire dal 2009. Il decremento, seppur contenuto, si registra in tutte le aree del Paese, ma in particolare nelle regioni del Sud e nel Centro (-2,5%), quindi nelle due Isole (-2,3%). Tuttavia, anche il Nord-est (-2,1%) e il Nord-ovest (-2,0%) presentano diminuzioni di poco inferiori. Aumenta invece il numero di neonati stranieri: di pari passo con l'aumento di stranieri che vivono in Italia, anche l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati ha avuto un notevole incremento, passando dal 4,8% del 2000 al 14,9% del 2012; in valori assoluti da quasi 30 mila nati nel 2000 a quasi 80 mila nel 2012. Tuttavia, l'incremento che le donne straniere danno alla natalità non compensa la diminuzione dovuta a quello delle donne italiane. Infatti, da un lato le donne italiane in età riproduttiva (15-49 anni) fanno registrare una diminuzione della propensione alla procreazione; dall'altro si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri, dovuto al prolungato calo delle nascite iniziato all'incirca a metà anni '70, con effetti che si attendono ancora più rilevanti in futuro. Nonostante l'assenza di relazioni dirette di causa-effetto, l'Istat non esclude che la crisi economica abbia prodotto qualche effetto negativo anche sulla natalità, come peraltro potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi tre anni. Il tasso di natalità è pari al 9,0 per mille, supera la media nazionale nella ripartizione del Nord-est e varia da un minimo di 7,4 nati per mille abitanti in Liguria e nel Molise a un massimo di 10,7 per mille nella provincia autonoma di Bolzano.
Aumenta il numero di decessi in Italia, pari a 612.883, superiore di 19.481 unità a quello del 2011. Il tasso di mortalità è pari a 10,3 per mille, e varia da un minimo di 8,2 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 13,9 per mille in Liguria, risultando in aumento in tutte le regioni, eccetto che in Valle d'Aosta e in Molise, dove il numero dei decessi rimane stabile. I maggiori incrementi si evidenziano nella provincia autonoma di Bolzano (+7,2%), in Lombardia (+5,3%), in Umbria (+4,8%), Marche (+4,3%) e Toscana (+4,2%). Il movimento migratorio con l'estero lo scorso anno ha fatto registrare un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Gli immigrati sono indirizzati prevalentemente verso le regioni del nord e del centro. Il Sud acquista popolazione a causa delle migrazioni con l'estero, che tuttavia non riescono a compensare la perdita di popolazione dovuta alle migrazioni interne, con il risultato di un tasso migratorio interno più estero negativo (-0,3 per mille). A livello regionale, il Lazio risulta essere la regione più attrattiva (11,6 per mille), seguita dalla Toscana (7,8 per mille) e dall'Emilia-Romagna (7,3 per mille). Tra le regioni del Mezzogiorno solo l'Abruzzo si stacca nettamente dalle altre con un tasso pari a 4,7 per mille.
(ANSA)

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