LE REAZIONI
Scoppia la bufera sull'incarico affidato dal primo cittadino della capitale a Lattarulo, ex Nar, come consulente esterno per le Politiche Sociali. La deputata democratica Argentin presenta un'interrogazione urgente al ministro Cancellieri. La smentita di Tredicine: "Non ho rapporti di lavoro con questa persona"
Un passato nella banda della Magliana, braccio destro del boss Enrico De Pedis, ex Nar e luogotenente dell'estremista nero Massimo Carminati. Poi dal luglio del 2008 viene arruolato dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, come consulente esterno per le Politiche Sociali in Campidoglio. Scoppia la polemica su Maurizio Lattarulo, soprannominato dai boss "Provolino" e oggi tra gli uomini di fiducia del primo cittadino della capitale.Ma quello di Lattarulo non è un caso unico. Nel 2009 viene nominato Stefano Andrini, pure lui estremista di destra, come ad di Ama Servizi, e sistemato con l'infornata di Parentopoli, nel 2010, il Nar Francesco Bianco come operaio all'Atac. Su Alemanno si scatena la bufera. "Nei prossimi giorni presenterò un'interrogazione urgente al ministro Cancellieri - annuncia la deputata del Pd Ileana Argentin, membro della commissione Affari sociali della Camera ed esponente dei democratici di Roma - per sapere se è a conoscenza, e se lo ritene opportuno, dell'incarico di consulente alle politiche sociali del Campidoglio assegnato dal sindaco Alemanno a un ex terrorista dei Nar, condannato con sentenza definitiva in quanto membro della Banda della Magliana. Nella giunta Alemanno non è la prima volta che si apprende di consulenze e assunzioni che riguardano personaggi che sono stati indagati e condannati per gravi reati di terrorismo politico e per partecipazione a banda armata. In questo caso, però, la notizia è ancora più sconvolgente se pensiamo che come consulente del sindaco Alemanno per le Politiche sociali è stato assunto, con contratto a termine, un personaggio coinvolto in giri di racket, gioco d'azzardo e usura. Non c'è che dire - conclude la Argentin - un curriculum di tutto rispetto per un consulente del sindaco della capitale". Dello stesso parere il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli, che definisce il Campidoglio di Alemanno "una succursale lavorativa per ex terroristi di destra, fascisti e boss della malavita. Dopo il vergognoso scandalo Parentopoli, dove nelle aziende municipalizzate romane sono stati assunti senza contratto e a tempo indeterminato migliaia di camerati ed ex terroristi, oggi scopriamo che anche un ex boss della Magliana (ed ex Nar) Maurizio Lattarulo, che si occupava di racket ed estorsioni, è fra gli assunti del sindaco Alemanno e suo fidato consulente addirittura sulle politiche sociali. Questa vergogna deve finire: nella Roma di Alemanno i ragazzi e le persone per bene non trovano lavoro, e addirittura lo perdono, mentre un impiego ben retribuito è quasi scontato se si è stati boss o ex terroristi di destra", conclude Miccoli. Mentre il consigliere comunale del Pd, Paolo Masini, ipotizza un '"torbido intreccio tra la destra e la criminalità. Se Alemanno vuole ricandidarsi conoscendo il suo senso della cosa pubblica e il suo spessore civico, gli vorremmo consigliare per la sua lista civica, oltre alla variegata fauna che già ha avuto modo di presentarci in questi anni, di chiedere la disponibilità agli ospiti di Regina Coeli che sembra sempre più la succursale del Campidoglio''. Duro il commeno di Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale: "Ora basta con assunzioni dalle dubbie professionalità e più vicine alla criminalità che alle istituzioni democratiche, è necessario un taglio netto a certe spese e anche a certi rapporti. È chiaro che Alemanno e la vicesindaco Belviso devono fornire spiegazioni convincenti".
"Evidentemente si tratta di una consulenza preziosa, forse maturata sul campo - incalza Dario Nanni, consigliere comunale pd - L'ennesima presenza inquietante nella compagine guidata da Gianni Alemanno risponde a requisiti a dir poco preoccupanti per ogni sincero democratico. Il Campidoglio sembra ormai divenuto un club per reduci dell'estremismo nero e non solo. Chiediamo al sindaco di chiarire i motivi che hanno indotto l'amministrazione a conferire l'incarico di consulenza e i ruoli assunti da Maurizio Lattarulo e nominato dalla giunta consulente esterno, nei periodi che vanno da luglio a dicembre 2008 e da gennaio 2009 a dicembre 2010. Inoltre chiediamo di conoscere se attulamente intercorrano ulteriori rapporti di collaborazione tra Lattarulo e l'amministrazione comunale e quale ne sia la natura giuridica - continua Nanni - Aver nominato in un incarico di particolare delicatezza un personaggio come il Lattarulo è, non solo discutibile politicamente ma ancor più incomprensibile sotto il profilo professionale e comporta una enorme responsabilità circa gli incarichi assunti. Molti sono gli interrogativi che si addensano su una consulenza tanto ingombrante e che solo in aula consiliare possono essere chiariti all'intera città. Il sindaco di Roma non può tacere su questa situazione". Per il consigliere comunale pd, Antonio Stampete, "l'aministrazione capitolina rischia di somigliare sempre più ad un 'porto delle nebbie'. Alemanno chiarisca in aula". La stessa richiesta arriva da Massimiliano Valeriani, altro consigliere comunale del Pd, che si rivolge, oltre che ad Alemanno, anche al vice sindaco Sveva Belviso (che ha la delega ai servizi sociali) per ''spiegare per quali meriti e curriculum professionale un ex Nar e boss della banda della Magliana, sia fra i consulenti del Campidoglio e stretto collaboratore del sindaco sul delicato tema dei servizi sociali. Con Alemanno in Campidoglio c'eravamo abituati a qualsiasi cosa in tema di consulenza, ma questa dell'ex boss della banda della Magliana le batte quasi tutte''.
Per Andrea Orlando, presidente forum Giustizia del Partito Democratico, è "l'ennesima vicenda che riguarda le modalità con cui il sindaco Alemanno seleziona il personale e i collaboratori del Comune sarebbe ridicola se no fosse inquietante. In una città in cui, anche grazie alla disastrosa gestione di Alemanno, trovare un posto di lavoro è ormai da tempo quasi impossibile, esiste un solo requisito sicuro, per essere assunti dal Comune: essere un ex Nar o aver fatto parte della Banda della Magliana. Credo che queste nuovo, grottesco capitolo sulle assunzioni di Alemanno sia un irriguardoso e ingiusto premio per chi ha avuto parte attiva in un capitolo della storia romana e italiana che ha seminato dolore e violenza. E confermi anche la concezione arbitraria, partigiana e privatistica che ha sin qui caratterizzato la disastrosa gestione comunale di Alemanno".
Per Jean-Leonard Touadi, deputato del Pd ed ex assessore alla sicurezza della capitale, "la scelta del sindaco ha qualcosa di inquietante. Alemanno deve spiegare alla città quale debito politico ha contratto con gli ambienti dell'estremismo di destra legati a filo doppio con le trame più oscure della criminalità romana e nazionale. Non sono più sostenibili, in effetti, la figura e l'operato di un primo cittadino pesantemente condizionato e ricattato da personaggi e ambienti loschi che si muovono con disinvoltura e spietata spavalderia nelle vicende criminali legati al traffico della droga, all'estorsione, all'usura, al gioco d'azzardo, al riciclaggio del denaro sporco. Mentre la città di Roma e la sua Provincia - continua - sono presi d'assedio dalle mafie che si sono radicate in profondità nel tessuto economico-finanziario condizionando appalti e concessioni pubbliche nei settori dell'edilizia, del commercio e del turismo, i cittadini romani scoprono con indignazione che politiche sociali sono curate da un esponente della banda della Magliana. Roma non può e non deve diventare la capitale dei legami incestuosi tra malavita e politica. Proprio per questo - conclude - Alemanno deve chiarire in Consiglio comunale, mentre con un'interrogazione parlamentare ci rivolgeremo al governo sulla legittimità e i costi per l'erario della nomina dell'esponente della banda della Magliana in Campidoglio"
La polemica monta tra tutte le fila dell'opposizione. "In questi anni con Alemanno a Roma ne abbiamo viste tante, ma sembra che al peggio davvero non ci sia mai fine. Non bastavano gli estremisti di destra, il primo cittadino è riuscito a portare in Campidoglio anche la malavita - attacca si chiede ironico il senatore dell'Idv Stefano Pedica - Ecco perché, dopo le promesse elettorali, la sicurezza a Roma non è mai stata presa seriamente in considerazione e la città è diventata un far west. Bisogna fare chiarezza perché dopo la trattativa Stato-mafia non vorrei che ci ritrovassimo a dover parlare anche del patto Campidoglio-delinquenza''. Chiede le dimissioni di Alemanno, il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli: "Questo caso, dopo quello di Stefano Andrini estremista di destra diventato Ad di Ama Servizi e di Francesco Bianco, ex Nar assunto all'Atac, getta l'ennesima ombra oscura sul sistema di potere che ha portato Alemanno al Campidoglio ma questa volta c'è un'aggravante. Se nei casi precedenti si poteva pensare a uno 'scambio di favori elettoralistici' questa volta ci si ritrova con un personaggio come Lattarulo inserito nel cuore dell'amministrazione capitolina in ruoli a dir poco cruciali. Ora è necessario che dal sindaco arrivino non solo chiarimenti, ma anche le dimissioni - conclude Bonelli -, perché non è possibile che nel governo della capitale del nostro Paese ci siano, in ruoli strategici, personaggi che in passato hanno avuto rapporti organici e chiaramente documentati con l'estremismo di destra e la criminalità organizzata. In qualsiasi altro Paese europeo in un simile caso un sindaco degno di questo nome avrebbe già presentato le proprie dimissioni irrevocabili".
Prima il contratto a termine, articolo 90, che con "riserva di accertamento dei requisiti per l'accesso allo stesso" iniziato il 23 luglio 2008 e terminato con la fine del mandato di Alemanno. Poi da luglio a dicembre 2008 Lattaruolo riceve dal Comune 13mila euro e rotti, nei due anni successivi 30.670 euro e 65 centesimi. Oggi è segretario particolare dell'attuale presidente della Commissione politiche sociali, Giordano Tredicine. Che smentisce la notizia "perché falsa e infondata. Non c'è mai stato nessun rapporto di lavoro tra il sottoscritto e Lattarulo. Il rapporto di consulenza esterna di Lattarulo con l'amministrazione capitolina è intercorso presso l'assessorato alle Politiche Sociali e non con la commissione da me presieduta - spiega Tredicine - La partecipazione alle sedute dell'assemblea capitolina è libera e possono partecipare indistintamente tutti i cittadini, è a dir poco meschino pubblicare falsità di questo tipo, in assenza di qualsiasi elemento di prova, al solo scopo di infangare l'onore e la rispettabilità di chi quotidianamente opera al servizio dei cittadini''.
Anche Luca Gramazio, capogruppo del Pdl in Campidoglio, parla di "notizia vecchia e superata: dal 2010 infatti Lattarulo non fa più parte dello staff dell'assessore alle politiche sociali, quindi vorremmo capire di cosa si sta parlando. Tirar fuori una storia risalente al 2008 e provare a renderla attuale ha del patetico. E in questa occasione la sinistra è anche riuscita a contraddire i principi costituzionali a garanzia del diritto al lavoro per chi ha scontato la sua pena, con la connivenza di una cattiva informazione che è stata capace, tra l'altro, di menzionare tra i presunti precedenti, nome e cognomi di persone riconosciute innocenti dalla giustizia, che ancora oggi sono costrette a difendere la loro onorabilità e quella della propria famiglia. Questo non è accettabile".
''Se fosse confermata la notizia dell'assunzione ai servizi sociali del Comune di Roma di Maurizio Lattarulo - dichiarano Emanuele Fiano e Michele Meta, deputati del Partito democratico - saremmo di fronte all'ennesimo scandalo firmato Alemanno. Il sindaco della capitale, dopo averla ridotta in condizioni pessime per vivibilità e servizi, persevera sul viale del tramonto a circondarsi di personaggi impresentabili che appartengono al suo poco illustre passato'', hanno sottolineato. ''Ma Roma, città medaglia d'oro alla Residenza, non vuole dimenticare e chi si è macchiato di connivenza con la malavita e soprattutto con quella legata alla destra nera e fascista, non puo' lavorare in una pubblica amministrazione. Presenteremo nei prossimi giorni un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno'', hanno preannunciato.
Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio, si chiede: "Ma come è possibile che il vicesindaco Belviso abbia scelto proprio il braccio destro di De Pedis per affidargli una consulenza esterna? Non si può nascondere dietro l'importanza del recupero dei detenuti e il loro reinserimento nella società per giustificare l'ennesimo scandalo che espone - ancora una volta - il Comune a attacchi e polemiche. La scelta di Maurizio Lattarulo è inopportuna anche perché le consulenze esterne, che vanno a gravare su un bilancio già fortemente intaccato dalla crisi economica e dai tagli del governo, dovrebbero essere profondamente motivate, e soprattutto limitate ai casi in cui, all'interno della macchina amministrativa (che conta oltre 25mila unità), non si trovi un profilo altrettanto competente e qualificato. Ci dica allora il vicesindaco Belviso qual è la straordinaria risorsa rappresentata da Lattarulo di cui il Comune di Roma non poteva fare a meno".
"Il Sindaco Alemanno - conclude Onorato - sarebbe dovuto intervenire per evitare al Comune di Roma l'ennesimo scandalo, dopo i casi di Stefano Andrini e Francesco Bianco, in cui un personaggio dal passato dubbio e oscuro è legato a doppio filo a quest'amministrazione".
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/29/news/ex_banda_della_magliana_in_campidoglio_e_polemica_pd_-39950304/
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